Diana Karenne: Passione Tsigana e una tragedia tra sorelle

Il Cinema Ritrovato 2023 è stato il modo per scoprire nuovi film e più informazioni su Diana Karenne, grazie alle ricerche e alle scoperte del Gosfil’mofond fatte da Tamara Shvediuk con Federico Striuli. Se film come Miss Dorothy erano infatti conservati, noti e spesse volte proiettati durante le rassegne di genere, ecco spuntare alcune perle nascoste come le due a cui è dedicato questo articolo.

Il film più atteso era certamente Passione Tsigana di Ernesto Maria Pasquali (1916), che fu un enorme successo di pubblico capace di monopolizzare le proiezioni delle sale cinematografiche di quell’anno e dei seguenti. Trovarsi di fronte a classici così apprezzati in passato non regala però sempre le soddisfazioni sperate. Come sempre partiamo dalla trama per poi fare delle considerazioni:

Il Barone Freiman (Giovanni Cimara) sta per sposare una contessa ma si invaghisce della zingara Agara (Diana Karenne). Sarà proprio quest’ultima a rovinare il matrimonio del barone dichiarando a tutti il loro amore. La cosa crea talmente tanto clamore che per Agara si aprono le porte dello spettacolo. Un giorno, quando è ormai diventata celebre, viene da lei proprio il Barone che lei rifiuta pur in realtà essendone terribilmente innamorata. Questo amore la porta ad ammalarsi e solo un ritorno provvidenziale di Freiman riesce a guarirla. La versione sopravvissuta si interrompe con Freiman che stringe tra le mani una Agara morente, lasciando intendere allo spettatore che la giovane è in realtà morta. Ma il vero finale era ben più lungo: si mettevano di mezzo anche gli zingari, con il suo spasimante Aleko (Nello Carotenuto) che minacciando di morte il barone convince Agara a tornare e la imprigionano. La giovane riesce a liberarsi e uccidere Aleko tornando così dal barone che non la accoglie però felice (egli ha infatti il sospetto che Agara lo abbia tradito). Il dubbio viene sciolto da un testimone che chiarisce quanto capitato e che si trattava di autodifesa. La notizia arriva però troppo tardi: Agara si è infatti uccisa…

Dalla trama capirete subito che non è esattamente il mio genere, però al di là del fatto che possa essermi piaciuto o meno, quello che colpisce è la recitazione della Karenne. Difficile trovare nello stesso periodo dive capaci di esprimere tanto restando posate, usando una recitazione cadenzata. La sua Agara/Carmen non è mai troppo esuberante, riesce a trasmettere la sua natura selvaggia e sensualità senza ricorrere a borellismi. Anche la scena della malattia e dell’ossessione per l’amato è estremamente posata e quindi più realistica. Peccato manchi proprio la sezione del film che poteva regalare più emozioni. Non è un caso, a mio avviso, che sia questo il film che diede a Diana Karenne il successo facendola assurgere al ruolo di diva.

In Passione Tsigana si alternano scene all’aperto, nelle scene sopravvissute principalmente boschive in modo tale da non far vedere troppo del paesaggio circostante, e interni, di case borghesi o legati a teatro e camerini. L’ambientazione, così come la trama, rimandano ai classici intricati melodrammi sentimentali italiani dell’epoca, che erano ormai in parabola discendente.

Ma oltre a questo film la rassegna è stato il modo per vedere Tragediya dvukh sester (it. tragedia di due sorelle) film russo del 1914 scritto e sceneggiato da una giovanissima Diana Karenne all’esordio.

Il ricco industriale Prilukov si innamora di Masha, una ragazza che lavora per lui. Dall’unione nascono due gemelle, Varvara e Ludmilla (entrambe Diana Karenne). L’uomo presto si stanca dell’amante e decide di cacciarla prendosi solo Ludmilla e lasciando Varvara alla madre. Masha vive ormai in povertà e, cresciuta, sua figlia prende una brutta strada e inizia a frequentare Vaska, un giovane malvivente. Il dolore per quanto sta succedendo porta la madre alla morte, ed essa porta alla rivelazione dell’identità del padre di Varvara. Insieme al compagno, la giovane decide di andare a derubare il padre ma la cosa degenera e l’uomo trova la morte. Lì i ragazzi scoprono dell’esistenza di Ludmilla, che viene buttata giù da un burrone e creduta morta. Nel frattempo Varvara prende la sua identità e si gode l’eredità. Ludmilla si riprende e si innamora di Gleb ma la sua felicità non è destinata a durare. Durante un viaggio i due capitano nello stesso luogo in cui si celano Varvara e Vaska. Gleb, vedendo la gemella, pensa che Ludmilla lo stia tradendo e, tornato a casa, la uccide per gelosia.

Immagine da ilcinemaritrovato.it

Difficile farsi un’idea chiara di Tragediya dvukh sester in appena 15 minuti di film superstiti, ma emerge già una grande maturità dell’attrice nell’interpretare i ruoli di due protagoniste con caratteri diametralmente opposti, caratteristiche che ritroveremo nel già citato Miss Dorothy quando dovrà rendere da una parte la governante austera e priva di sentimenti e dall’altra una cantante annichilita dalla profondità dei sentimenti che prova. Da una parte vediamo una Varvara simile per certi versi ad Agara, con le sue pose sensuali e selvagge, dall’altra una Ludmilla debole e spaventata presente anche nella variante della follia momentanea dove vaga sperduta per le foreste.

Di fronte a questi materiali finalmente ritrovati resta la speranza che ci possano essere da una parte nuove scoperte e dall’altra una diffusione dei materiali presentati al festival, così da rendere possibile la fruizione per un pubblico più ampio possibile.

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