Fiamma Simbolica di Eugenio Perego è un film che unisce diversi generi passando dall’investigativo fino al dramma psicologico. Come in Vittoria o Morte!, la protagonista interpreta da Berta Nelson è una donna interessante e sfaccettata. Nel film troviamo due elementi che lo avvicinano al mio background culturale, da una parte il riferimento alla fiamma delle vestali, elemento portante del film, dall’altra la presenza, anche se solo citata, del Ponte Nomentano, uno dei punti di riferimento della mia zona di nascita e in cui vivo tutt’ora.
Marcel d’Altea è un uomo vizioso che tradisce la Renée (Berta Nelson) con la sua migliore amica Ines e altre donne. Un giorno l’uomo nota una ragazza di campagna, Doretta, e se ne invaghisce arrivando, durante un terribile temporale, a violentarla. Lo shock subito porta la giovane a perdere la memoria ma sulle tracce ci mette il fratello, il giudice noto Stefano Farnese. Fiamma Simbolica prende dunque una piega diversa: Marcel viene ucciso dopo aver avuto un appuntamento con il giudice che viene per altro incaricato di fare le indagini. Nel frattempo Renée, ignorando la malvagità del marito, decide di fare a sua volta delle indagini e di tenere accesa una lampada con una fiamma fino a che non avrà vendicato la sua morte. Grazie un’abile costruzione narrativa, lo spettatore è portato a credere che l’assassino sia Stefano, ma il finale ribalta tutto. È infatti stata Ines a compiere il delitto perché accecata dalla gelosia e dalla paura di essere abbandonata da Marcel. La fiamma può ora spegnersi.
Fiamma Simbolica è un film a mio avviso ben riuscito perché, come capita di rado, sostituisce alla linearità e alla chiarezza narrativa il sottinteso allo scopo di creare tensione. I personaggi sono sfaccettati e ben più profondi di quello che può apparire in realtà ed è bello vederli uscire dalla bidimensionalità a cui spesso erano rilegati nei muti italiani. Ancora una volta Berta Nelson, Berta Isaakovna Kacenel’son (Katzenelson), è, per me, una delle piacevoli scoperte del Cinema Ritrovato. I personaggi da lei interpretati non sono mai banali e il suo stile recitativo non è mai eccessivo. La protagonista è una donna determinata, intelligente, capace di portare avanti le proprie indagini e fare i giusti collegamenti tra i dati. Mossa da un’ingenua fiducia nel marito è però, sul finale, pronta a spegnere la fiamma della vendetta una volta scoperta e accettata la verità. Se in Vittoria o morte! prevaleva l’azione, qui prevalgono intelligenza e tattica. I vari personaggi cercano di scoprire la verità tastando il terreno, disseminando esche che portano poi ad altri indizi. Rispetto all’altro film il personaggio maschile è forse più preponderante ed è lui di fatto ad avere sempre sotto controllo le diverse situazioni, ma questo non sminuisce le considerazioni fatte sopra.
Trovare informazioni sul film è difficile, sia perché non ebbe un particolare riscontro, sia perché i cataloghi sono veramente poveri di informazioni (mancano addirittura i nomi dei personaggi). La speranza è che nei prossimi anni si possa approfondire il cinema di Berta Nelson e che il film possa essere messo online dall’EYE Filmmuseum.