The Fox – Robert Thornby (1921)

Tra i progetti che sogno di portare un giorno su E Muto Fu c’è certamente quello dedicato al cinema western. Con The Fox di Robert Thornby riesco finalmente a parlarne un minimo grazie alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone. Nato come Super-western Universal Jewel, questo film è un esempio perfetto di western semplice ma ben costruito he riesce a sfruttare bene i cliché del genere arricchendoli con riprese mozzafiato. Caratteristica di The Fox è infatti il fatto di essere stato girato nel deserto del Mojave. Protagonista è Harry Carey, che dopo anni di collaborazioni con D.W. Griffith e poi con John Ford aveva ormai acquisito il ruolo da star del western degli albori.

In breve la storia:

Santa Fe (Harry Carey) arriva in una cittadina del deserto vestito come uno straccione. Non manca molto che, insieme al suo nuovo piccolo amico o, meglio, Socio (Breezy Eason Jr.), finisca nei guai e in prigione. Spinto dalla figlia Annette (Betty Ross Clarke), lo sceriffo Fraser (George Nichols) si impietosisce e decide di dare fiducia al nuovo arrivato. Santa Fe esce e inizia a lavorare come inserviente nella banca locale gestita da Rufus B. Coulter (Alan Hale). Sebbene si finga un pasticcione, Santa Fe è in realtà un membro dei servizi segreti mandato nella cittadina per indagare su una terribile banda, quella delle Painted Cliffs (it. Rupi Dipinte) che sta riuscendo straordinariamente a fare numerosi colpi sparendo nel buio. L’ultimo è decisamente il più ingegnoso perché Coulter, capo della banda, ha fatto in modo di far sparire una grande somma di denaro dando la colpa al giovane Dick Farwell (Johnny Harron). Dopo aver superato una tempesta di sabbia, scontri a fuoco ed esplosioni di dinamite, Santa Fe riuscirà a risolvere il mistero e portare in prigione Coulter ma anche a conquistare l’amore di Annette.

La prima parte del film è costruita in maniera molto comica: siamo ancora all’oscuro della reale identità di Santa Fe, e lui agisce come il classico uomo grande, grosso e pasticcione, rischiando ogni volta di dover tornare dietro le sbarre. Sul finale il film cambia però tono e il protagonista diventa l’eroe che ci aspetteremmo da film di questo tipo. La parte più bella del film è sicuramente quella dei combattimenti finali dove, a fronte di momenti confusionari, troviamo tutta l’emozione che questo genere può dare. Tra arrampicate, cadute nel precipizio e candelotti di dinamite, la banda dei cattivi è sgominata grazie anche all’intervento tempestivo, e canonico, dell’esercito. C’è anche spazio per lo scontro finale tra Coulter e Santa Fe, che al contrario di quello che potremmo aspettarci è più che altro psicologico e non viene sparato un colpo.

Questa doppia natura, comica e avventurosa, fanno di The Fox un film adatto ad un pubblico estremamente variegato a livello di età. Non mancano per altro elementi comici quasi involontari con la cittadina del deserto che a fronte di tre palazzi in croce ha una biblioteca ricchissima di libri e di avventori (la cittadina del vecchio e selvaggio west più colta di sempre!). Un piccolo elemento triste, a voler scavare nella storia, purtroppo c’è. Il piccolo “socio”, Breezy Eason Jr., come riportato nel catalogo delle Giornate de Cinema Muto, morì investito da una macchina poco dopo il completamento del film e morì proprio tra le braccia di Carey. Questa triste storia ha comunque il suo contraltare: il film, al contrario di quanto potete leggere online, è sopravvissuto grazie a una copia conservata al Národni filmový archiv (NFA), e oggi può tornare a splendere e rendere eterna la memoria dei suoi interpreti.

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