La bella dama senza pietà (La Belle dame sans merci) – Germaine Dulac (1920)

belledamesansmerciDopo Conchita ecco una nuova donna spietata pronta a distruggere gli uomini che gli si parano davanti. Però la protagonista di La belle dame sans merci non è spietata per pura malevolenza, ma ha ricevuto una grandissima delusione d’amore. Un tempo la bella Lola de Sandoval (Tania Daleyme) era infatti un’artista mediocre ma tremendamente innamorata del Conte di Amaury (Jean Toulout). Questi le aveva però spezzato il cuore rendendola una interprete fantastica ma una spietata distruttrice di anime. Arriva però per lei il momento della vendetta quando, molti anni dopo, rincontra proprio il conte di Amaury. Questi gli propone uno strano patto, ovvero di farle da simil agente e fingersi suo innamorato. Peccato che sia già sposato con l’attuale contessa d’Amaury (Denise Lorys) e abbia pure un figlio, Houbert (Jean Tarride). Al contrario di Lola, la contessa è una donna gentile e altruista ma sarà costretta dalla situazione a imparare cos’è la sofferenza. Sia il conte, infatti, che suo figlio, cadranno vittime della sensualità di Lola e lei giocherà perfidamente con i loro cuori. Quando la contessa sta quasi per fuggire assieme a uno spasimante di lungo corso, ecco l’apice della narrazione con Houbert che si spara per cercare di ottenere le attenzioni della sua amata. Pensate sia morto? Non è così! La Dulac rompe la tradizione del genere e dopo aver fatto subodorare allo spettatore l’epilogo tragico ecco invece che tutto torna alla situazione iniziale. Lola de Sandoval scompare dalla scena lasciando una spiegazione su quanto fatto alla contessa, il conte è nuovamente più innamorato che mai della moglie e il figlioletto è solo convalescente.

Il film è piuttosto classico nella fotografia e nello svolgimento, almeno fino al finale spiazzante che stravolge, e oserei dire finalmente, quella che è l’aspettativa dello spettatore. Ogni filone ha, evidentemente, delle sue regole che vengono generalmente rispettati al fine di ottenere un prodotto commercializzabile. Le diverse variazione sono infatti magari relative alle situazioni che portano ad una data situazione, o magari con l’inserimento di nuovi personaggi ed intrighi, come in questo caso la presenza di una moglie e un figlio. Stravolgimento definitivo e dirompente è però quello di cambiare il finale lasciando tutto il resto inalterato, dando allo spettatore una sensazione di sbigottimento. Solo questo, forse, è il grande merito del film che per il resto è, a mio avviso, non troppo emozionante.

Le immagini che vedete sono prese da: mubi, imdb, filmlink e artsandculture. L’immagine grande usata come locandina è invece una stampa a colori di George Barbier dal titolo La Belle Dame sans merci – Robe du soir, de Worth da La Gazette du Bon ton, 1921 n°6.

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