Les Contes des Milles et une nuits – Viatcheslav Tourjansky (1921)

Les Contes des Milles et une nuits (it. Le mille e una notte) di Viatcheslav Tourjansky (1921) rientra all’interno di quel filone di film realizzati da registi e attori emigrati russi per la futura Albatros Film. Al contrario di quanto può far pensare il titolo, non si tratta di un film a episodi ma viene raccontata solo una delle vicende della celebre raccolta di racconti orientali. Abbiamo infatti un preludio in cui si presenta la celebre cornice con Shahrazād, che riesce a non essere uccisa dal re persiano Shahriyār raccontandogli storie che non finiscono mai, e poi direttamente la seguente vicenda:

Goul-y-Hanar (Nathalie Kovanko), figlia del Sultano Giafar, sta tornando da una visita alla sorella quando una terribile tempesta distrugge la nave su cui si trova facendola naufragare. Capita su un’isola di infedeli che odiano Allah che, vedendo che lei lo ringrazia per essere sopravvissuta, la portano da Re Mahomed per essere punita. Qui viene soccorsa dal principe Soleman (Nicolas Rimsky) che, guidato dal suo precettore, il Gran Vizir Ibrahim, ha in realtà abbracciato la fede islamica. Quando il sovrano scopre la fede del figlio decide di ucciderlo, ignorando gli avvertimenti di Allah, e viene pertanto punito insieme a tutta la popolazione infedele che viene trasformata in pietra. Goul-y-Hanar e Soleman partono dunque alla volta della città di lei ma nel viaggio capitano nella città del malvagio Sultano Salamadra. Questi si innamora della ragazza e la fa portare nel suo harem. Solo dopo mille peripezie i due giovani riescono a scappare e raggiungere finalmente il Sultano Giafar che riconoscerà la loro unione e li renderà nuovi sovrani della città.

Les Contes des Milles et une nuits ricorda molto i film indiani/francesi, che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, girati sì in loco ma pensati per un pubblico occidentale. Le scenografie e i costumi sono molto curati e ricalcano l’ideale orientale che avevano, e hanno ancora oggi, gli occidentali. Rispetto a film come Béhula, tanto per dirne uno, lo stile recitativo è molto europeo e questo è un chiaro indizio. Sicuramente il film tentava di attirare un pubblico interessato all’esotico e al fantastico.

La visione del film è stata tutto sommato positiva, la scelta di inserirlo nel programma del Cinema Ritrovato 2023 è legata alla presunta presenza di Albert Samama-Chikly come operatore. Questo lungometraggio era in realtà inizialmente un mini seriàl diviso in tre parti da cui venne estratta questa versione condensata. Come in molti film d’avventura dell’epoca troviamo la divisione episodica scandita da momenti ad alta tensione e fughe rocambolesche. Nella visione d’insieme si avverte una certa pesantezza all’ennesimo tentativo di fuga fallito nella città del sultano Salamadra, ma la bellezza dell’ambientazione sopperiscono a questo elemento negativo. Tra gli interpreti,come ci segnalano nei commenti la nipote del regista Eleonora Tourjansky e Marco Bomba, c’era anche Nathalie Kovanko, moglie di Viatcheslav Tourjansky.

Una versione mutila è visibile su youtube con il nome inglese The Tales of the 1001 Nights grazie alla condivisione di Cristopher Bird.

3 pensieri su “Les Contes des Milles et une nuits – Viatcheslav Tourjansky (1921)

  1. Ringraziandola per aver inserito il film di mio nonno W. Tourjansky, tra gli interpreti potete vedere anche la moglie di mio nonno cioè mia nonna, la splendida attrice Nathalie Kovanko .
    Grazie ancora.
    Marco Bomba ed Eleonora Tourjansky

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