1908: L’esordio di D.W. Griffith nel cinema

GriffithD.W. Griffith è uno dei grandi padri del cinema come lo intendiamo oggi. Cercare di parlare di lui non è però molto facile sia a fronte di una produzione imponente, sia per quello che i contenuti delle sue opere contenevano e con cui bisogna fare necessariamente i conti. Le accuse di razzismo e inneggiamento all’odio collegati alle sue opere e Birth of a Nation in particolare sono qualcosa a cui il regista sarà per sempre collegato. Eppure come si può saltare un passaggio così importante della storia del cinema? Come sempre prima di approcciarsi a un lavoro così mastodontico e contestato è necessario partire con i giusti presupposti e fare le dovute contestualizzazioni e premesse prima di ogni opera. Il progetto che sta per partire, lo avrete capito, mira a seguire tutta la produzione del regista dal 1908 fino al suo ultimo lavoro. Si può cercare di ricostruire la filmografia di D.W. Griffith in due modi: guardando solo alcuni film, quelli considerati più importanti, o guardandoli tutti. La nostra scelta, per quanto possibile, è stata la prima anche a fronte di diverse difficoltà. La prima è che parte dei primi film sopravvissuti sono attualmente conservati nelle cineteche ed è spesso difficile la visione trattandosi di centri situati negli Stati Uniti. La seconda è che gran parte dei primi film digitalizzati sono di una qualità talmente imbarazzante che, per citare Cherchi Usai, eleggono chi ha avuto il coraggio di vederli a “eroi o masochisti”. La scelta ha comunque un senso: cercare di ricostruire la filmografia di Griffith seguendola in ordine cronologico, a fronte della produzione sterminata dell’autore, è un modo per cercare di riscostruire una “cattedrale del cinema”. Egli ha diretto 465 cortometraggi e 34 lungometraggi di cui gran parte, ironia della sorte, sono incredibilmente andati conservati ma sfortunatamente non facilmente reperibili. Per chi, come me, non ha avuto la fortuna di seguire la pluriennale rassegna monografica de Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, molti dei corti diventano difficili da consultare e reperire in condizioni quantomeno decenti. Anche quando la qualità è buona spesso mancano le didascalie e, quindi, per seguire il film bisogna fare affidamento alle immagini e agli altri materiali collaterali.

Guardare i film in ordine cronologico permette di vedere tanti passi avanti e tanti passi indietro ma comunque piccoli mattoni che portano poi ai grandi capolavori del regista. La sua capacità di sperimentare, nonostante una quantità così grande di film fatti in così poco tempo, lo portano sull’olimpo della cinematografia. Egli è stato in grado di dare il via al montaggio cinematografico moderno e all’utilizzo del mezzo cinematografico per raccontare storie come lo intendiamo oggi. Cherchi Usai sottolinea come il fatto che sia “il padre del montaggio” no significa però che conosca o usi bene il “montaggio in continuità”, tanto che spesso si potrebbe accusarlo di “incompetenza” in questo ambito. Egli a volte è più interessato a un montaggio che sappia generare emozioni, anche a scapito della continuità narrativa. Anche qualora non fosse stato realmente autore, come invece sosteneva, del montaggio alternato o di altre tecniche, questo poco importa. Il suo contributo alla storia del cinema resterà comunque fondativo.

L’idea di questo progetto, almeno per i corti della Biograph, è quella di fare una pagina per ogni anno inserendo i titoli di tutti i film aggiornandoli poi quando riuscirò a reperirli. La cronologia e la traduzione dei titoli è presa dal libro di Cherchi Usai.

1908

  1. The Adventures of Dollie | t.l. Le avventure di Dollie

Uno zingaro cerca di vendere le sue ceste ad una donna (Linda Arvidson) che sta assieme alla sua bambina Dollie (Gladys Egan). Ricevendo un rifiuto decide di vendicarsi rubandole la borsa ma subito accorre il marito (Arthur V. Johnson) che lo scaccia a furia di botte. Tornato al campo, l’uomo decide di vendicarsi assieme alla moglie (Madeline West) e rapisce la bambina nascondendola in una botte. I due partono ma nel viaggio la botte cade dal carro precipitando in acqua. Il contenitore galleggia fino ad arrivare, tra lo stupore generale, proprio dalla famiglia di Dollie che viene così riabbracciata dai genitori.

In questo primo cortometraggio, disponibile in pessima qualità video e che contiene pregiudizi e razzismo nei confronti degli zingari, troviamo un primo elemento innovativo nel cinema di Griffith, quello di cercare di creare una evoluzione temporale a livello narrativo attraverso l’espediente della botte. La botte cade nel fiume e l’incedere del tempo è rappresentato dall’entrata e l’uscita della botte stessa dall’inquadratura, che è fissa.

  1. The Black Viper | t.l. La Vipera Nera

The Black Viper (George Gebhardt), un bandito locale, importuna una giovane ragazza e cerca di violentarla. Interviene in sua difesa il giovane Mike (Edward Dillon), che decide di scortarla fino a casa. Il malvivente chiama a raccolta due suoi amici (tra cui Anthony O’Sullivan) e assieme assalgono Mike e lo rapiscono desiderosi di vendetta. La giovane corre a casa e chiama aiuto. Subito arrivano alcuni soccorritori (tra i quali D.W. Griffith e Mack Sennett). Dopo un rocambolesco inseguimento tra pareti ripide, lanci di sasso, case messe a fuoco e scazzottate, Mike è liberato e The Black Viper perde la vita.

All’interno del corto, troviamo un primo embrionale esempio di montaggio alternato: mentre da una parte Mike è stato rapito da The Black Viper, dall’altra la donna corre a chiedere aiuto. Non si tratta di un vero e proprio montaggio alternato perché la narrazione riprende immediatamente una sua linearità. Abbiamo inoltre una serie di modi interessanti per sfruttare l’inquadratura fissa. Nella stessa scena precedente, per dare l’idea di urgenza la donna entra in casa e ne esce subito con i soccorritori. Nella stessa inquadratura fissa, per sottolineare il poco distacco tra fuggiaschi e inseguitori, entra prima il carro della gang e poi quello degli uomini che sono loro alle calcagna.

Il film di per sé è molto banale e poco avvincente. Alcune scene sono interessanti ma troppo stilizzate. Divertente la scena iniziale in cui si vedono uscire da una stessa porta un numero spropositato di persone lasciando quasi pensare che si tratti di un film comico.

  1. The Fight for Freedom | t.l. La lotta per la libertà (*)
  2. The Redman and the Child | t.l. Il pellerossa e il bambino (*)
  3. The Bandit’s Waterloo | t.l. La Waterloo del bandito (??)
  4. A Calamitous Elopement | t.l. Una fuga agitata

Prima comica che ho potuto vedere di Griffith. Qui troviamo Frank (Harry Solter) e Jennie (Linda Arvidson) che a metà tra Paolo e Francesca (con il libro galeotto) e Romeo e Giulietta (con il balcone di mezzo), non vedendo approvato il loro amore dal padre di lei (Charles Inslee), decidono di fuggire. Proprio mentre fuggono un ladruncolo, Bill (George Gebhardt), ha preso di mira la casa e ruba loro le valige. Passa però un poliziotto (D.W. Griffith) che scambia i due per i ladri e li porta a processo mentre Bill si nasconde in una delle valige. Si chiarisce l’equivoco e i due riescono ad andare felicemente nella loro nuova dimora se non fosse che, aperta la valigia, esce fuori il ladro che si prende tutto e va via.

Il film è estremamente lineare senza particolari guizzi. Le inquadrature fisse vengono nuovamente sfruttate ai massimi livelli creando una continuità narrativa con la stessa inquadratura all’interno della quale entrano ed escono i personaggi. Esemplificativa è la scena, molto teatrale, del balcone dove i due innamorati entrano ed escono dalla scena alternandosi con il ladro che rimane nascosto ed esce quando loro vanno via.

La vicenda mostra un certo moralismo, i due fuggitivi, probabilmente in quanto unitisi senza l’approvazione del genitore, sono destinati ad essere puniti e derubati. Bisogna dire che tutti i personaggi sono un po’ tonti e agiscono in maniera avventata e cieca, però il dubbio di una punizione morale resta.

  1. The Tavern-Keeper’s Daughter | t.l. La figlia del taverniere (??)
  2. Deceived Slumming Party | t.l. Burla ai turisti dei quartieri malfamati

Di questo cortometraggio ho potuto vedere solo un frammento che ci riporta ai cari vecchi corti dedicati alle macchine crea salsicce. Matilda sta vedendo il processo di trasformazione in salsiccia quando cade a terra un contenitore con dei topi e lei salta nella macchina trasformandosi in salsiccia. Girando al contrario il meccanismo, per fortuna, Matilda torna normale!

Difficile farsi un’idea del film da così poco, di certo c’era una certa componente razzista visto che tutto era ambientato in un mercato della Chinatown locale.

  1. The Greaser’s Gauntlet | t.l. Il guanto del messicano (**)

Non ho potuto visionare il film ma è uno di quelli descritti da Cherchi Usai nel suo libro. Qui troviamo per la prima volta un espediente interessante, quello di effettuare uno stacco dall’inquadratura fissa per fare un’inquadratura a figura intera. José è salvo e sta con la sua amata Mildred e ora l’albero, dove doveva essere impiccato. non è più importante nella narrazione. Precedentemente vi era stato un montaggio alternato che mostrava da una aprte colui che aveva realmente compiuto il furto, un cinese, che si godeva i soldi rubati, dall’altra il povero José sul patibolo vicino alla morte.

Greaser’s Gauntlet

  1. The Man and the Woman | t.l. L’uomo e la donna (??)
  2. For Love of Gold | t.l. Per amore dell’oro (*)
  3. The Fatal Hour | t.l. L’ora fatale

Di The Fatal Hour è possibile vedere facilmente solo gli ultimi interessanti minuti. La storia gira intorno ai soliti rapimenti e tiri loschi fatti da zingari, cinesi o altri stranieri. Qui troviamo una banda cinese guidata da Pong Lee (Harry Solter) che attraverso Hedricks (George Gebhardt) rapisce donne bianche. Una di queste (Linda Arvidson), caccia però un urlo mettendo in allarme la polizia. Nella scena finale la gang viene catturata dalle forze dall’ordine che partono poi di corsa per salvare la donna. Quest’ultima è intanto legata davanti a una pistola che, tramite un meccanismo diabolico, sparerà all’ora prefissata. I poliziotti arrivano giusto in tempo per salvarla.

Quella che ci troviamo davanti è una disperata corsa contro il tempo per salvare la giovane che viene realizzata, forse per la prima volta in Griffith, attraverso il montaggio alternato. La suspense è aumentata alternando le scene della polizia che sta arrivando e della povera donna che, con il tempo che passa, si ritrova sempre più vicina alla morte.

  1. Balked at the Altar | t.l. Un “no” davanti all’altare

Artemesia Sophia Stebbins vorrebbe tanto sposarsi ma nessuno accetta di stare con lei. Tramite un inganno e l’intimidazione un povero uomo, Hezekiah, è costretto a portarla all’altare ma al momento di dire sì scappa dalla cappella scatenando un lungo inseguimento. Ripreso viene portato indietro ma a quel punto è la giovane a dire di no lasciando tutti attoniti ed Hezekiah sviene.

Questo corto è una comica decisamente deboluccia che ha come unica scena interessante, ma non particolarmente innovative, l’inseguimento in cui le scene si svolgono all’interno di inquadrature fisse dove i personaggi entrano ed escono o rientrano e riescono più volte.

  1. For a Wife’s Honor | t.l. Per l’onore di una moglie (*)
  2. The Girl and the Outlaw | t.l. La ragazza e il bandito (*)
  3. Monday Morning in a Coney Island Police Court (**)
  4. The Red Girl | t.l. La pellerossa (*)
  5. Behind the Scenes | t.l. Dietro le quinte (*)
  6. The Heart of O Yama | t.l. Il cuore di O Yama (**)
  7. Betrayed by a Handprint | t.l. Tradita da un’impronta della mano

La Signora Wharton (Kate Bruce) sta facendo un party in una villa. Durante la festa c’è una partita a bridge e la giovane Myrtle Vane (Florence Lawrence) è particolarmente sfortunata e perde tutto. Per cercare di recuperare la fortuna la giovane decide di infiltrarsi di notte nella camera di Mrs. Wharton passando dal cornicione e rubarle la collana di diamanti che le è stata appena regalata. Dopo averla presa torna in camera e la nasconde all’interno di una saponetta. La vedova si sveglia e scopre il furto ma un indizio la porterà sulla buona strada: su un foglio è stata infatti lasciata l’impronta della mano del ladro. Facendo un rapido confronto con i palmi lasciati dagli invitati al palmologo Professor François Paracelsus (George Gebhardt) risalirà presto al colpevole e recupererà il maltolto.

Griffith torna ad usare l’espediente dello stacco per fare un’inquadratura ravvicinata utilizzato per The Greaser’s Gauntlet ma questa volta in maniera diversa. Quando Myrtle vuole nascondere dentro al sapone la collana, abbiamo uno stacco e lo spettatore viene portato a vedere la procedura in maniera estremamente ravvicinata (vedi gif). Stessa cosa torna, ad esempio, nel momento in cui la Signora Wharton confronta i palmi per capire chi è il colpevole. Molto carina la scena in cui Myrtle passa per il cornicione per entrare nella stanza della Signora Wharton e derubarla.

  1. Where the Breakers Roar | t.l. Dove si infrangono le onde

Tom (Arthur V. Johnson) e Alice (Linda Arvidson) si incontrano per caso ed iniziano a flirtare. Insieme ai loro amici decidono di andare a divertirsi in spiaggia per nuotare e fare una gita in barca. Peccato che lì si fiondi pure un pericoloso criminale (Charles Inslee) fuggito dal manicomio che sale sulla barca e tenta di rapire Alice. Dopo un breve inseguimento in barca Tom riesce a recuperare la ragazza e portarla in salvo.

Il film è composto di due vicende che si intersecano: quella dei due innamorati e quella del folle fuggito dall’internamento. La vicenda è raccontata con una tale spensieratezza da diventare comico. Il cattivo è talmente assurdo e poco credibile da fare ridere. Interessante però vedere come le due vicende vengono raccontate in maniera alternata per poi confluire in una stessa inquadratura quando il folle rapisce Alice. Nella scena in spiaggia, dove i giovani giocano e si divertono in acqua, ritroviamo l’espediente di far entrare ed uscire dall’inquadratura i personaggi.

  1. A Smoked Husband | t.l. Un marito affumicato

Il Signor Bibbs (John R. Cumpson) è convinto che la moglie (Florence Lawrence) lo tradisca perché ha intercettato uno strano messaggio. Quest’ultimo era in realtà un messaggio della Cameriera (Linda Arvidson) che stava complottando con il suo ragazzo per rubare in casa. Per capire cosa sta succedendo il Signor Bibbs si nasconde nel camino ma nella casa accendono il camino. I due ladri vengono scoperti e Bibbs viene creduto uno di loro prima del riconoscimento.

La comica di per sé è, per mio gusto, piuttosto mediocre e banale ma ancora una volta troviamo almeno una scena interessante. Nello specifico quella in cui alterna il montaggio tra quello che sta succedendo nella stanza (si sta accendendo il camino) e quello che accade nel camino (dove Bibbs è nascosto). Peccato che il fumo sembri arrivare molto tempo dopo rispetto a quanto dovrebbe…

  1. The Zulu’s Heart | t.l. Il cuore dello zulù

Il capo di una tribù Zulù (Charles Inslee) ha perso la sua bambina di 4 anni. La tribù è sul piede di guerra e sulla loro strada si trova un carro con all’interno una coppia con una bimba (Harry Solter; Florence Lawrence; Gladys Egan). Il carro viene assalito, l’uomo viene ucciso e la mamma viene presa dopo aver però nascosto la figlioletta. La bambina esce dal nascondiglio e fa amicizia con il capo tribù che decide di aiutare lei e sua mamma strappandole dagli altri Zulù che sono decisi ad uccidere tutti. Prima salva la mamma, poi si ritrova a dover lottare anche per salvare la bambina. Liberatele le lascia libere di andar via ricevendo in cambio una bambola dalla bimba.

Il corto presenta una stereotipia macchiettistica e razzista dei presunti zulù, con attori in rigorosa blackface, che si muovono pregando non si sa bene chi ad ogni passo. Come sempre andiamo però a vedere gli elementi positivi in particolare nell’uso delle inquadrature. La più bella vede l’apparizione della famigliola protagonista in un carro. Il carro entra in scena, fa una curva e poi si ferma davanti alla macchina da presa che riprende da vicino i suoi occupanti. Dopo aver passato qualche secondo su di loro il carro può riprendere il suo cammino ed uscire di scena. Questo film rappresenta inoltre uno dei primi tentativi di fare scene di massa: ci sono una decina di zulù tutti insieme in scena che si muovono e combattono. Quando poi la mamma nasconde la figlia e si fa catturare, vediamo anche un buon uso della profondità con Zulù in primo piano e bambina nascosta in secondo piano. Stessa cosa si ripete durante il combattimento finale.

  1. The Vaquero’s Vow | t.l. La promessa del vaquero (*)
  2. Father Gets in the Game | t.l. Papà torna in azione

Una delle comiche più “retrò” della produzione di Griffith, davvero rimanda ai primordi più che a un genere narrativo più articolato. Il signor Wilkins (Mack Sennett) viene considerato vecchio e noioso da sua moglie e i suoi due figli (tra cui Harry Solter). Decide dunque di vendicarsi facendosi ringiovanire dal professor Dyem (George Gebhardt). Con il nuovo look, va dalla moglie da cui viene picchiato e non riconosciuto, dalla figlia, da cui subisce la stessa sorte, e poi… decide di dare una lezione al figlio. Seduce la sua ragazza e se la porta in un locale dove amoreggia con lei. I tre tornano a casa per lamentarsi di cosa successo con il marito che però non si trova. Fa la sua apparizione quello che loro pensano sia un molestatore. Sarà il cameriere a spiegare chi è quell’uomo e cosa è successo.

La scena più carina è quella della trasformazione che ricorda dei classici passati (es. Méliès) ma anche i trasformismi dei film polizieschi che abbiamo imparato a conoscere negli anni (da Nick Carter in poi). Per il resto è un film veramente mediocre con al massimo un punto di rilievo nella scelta di utilizzare l’inquadratura in maniera estremamente teatrale nella scena dell’amoreggiamento all’interno del locale.

  1. The Barbarian, Ingomar | t.l. Ingomar il barbaro (**)
  2. The Planter’s Wife | t.l. La moglie del coltivatore (*)
  3. The Devil | t.l. Il Diavolo (**)
  4. The Stolen Jewels | t.l. I gioielli rubati (*)
  5. Jones at the Ball | t.l. Il signor Jones al ballo

Dopo A Smoked Husband, inizia una saga dedicate al personaggio di Mr. Jones (John R. Cumpson) , che ne combina una dietro l’altra sulla scia di tante comiche analoghe francesi e americane. Vista la qualità generale non è un caso che la serie sia durata una manciata di episodi. Del resto Griffith non è che sia un mago delle comiche e generalmente sono opere mediocri.

Come sempre ci sono anche note positive. Troviamo tentativi di gestire scene di massa: nello specifico la più interessante vede gli uomini e le donne tirare da una parte all’altra la porta della stanza dove si nascondono i coniugi Jones che si rompono in contemporanea facendo collassare uomini e donne uno sugli altri. Molto bella e armonica anche la scena del ballo, dove i diversi ballerini entrano ed escono dalla scena dando un’idea di estrema dinamicità.

  1. Romance of a Jewess | t.l. La storia d’amore di un’ebrea

In questo corto che mescola, in maniera non sempre azzeccata, momenti comici ed estremamente drammatici, troviamo forse il primo interesse di Griffith per la vita nel ghetto ebraico. Il film inizia con padre e figlia che si trovano al capezzale della madre. Ruth (Florence Lawrence) lavora al banco dei pegni del padre dove si ritrova ogni giorno davanti alla miseria della gente. Incontra il Soloman Bimberg (George Gebhardt), un libraio senza un soldo, che vorrebbe sposare ma il padre non vuole. I due decidono comunque di convolare a nozze e Ruth viene dunque diconosciuta. Passano alcuni anni e i due vivono felici con una figlia (Gladys Egan). Purtroppo un giorno Soloman cade dalla scala mentre sistema dei libri e muore. Ruth e la bambina vivono in miseria finché un giorno per caso la donna non chiede alla piccola di andare al banco dei pegni a vendere l’ultimo ciondolo che gli resta, donatogli dalla madre in punto di morte. Il caso vuole che la bambina si rechi proprio dal nonno che riconosce il ciondolo e fa in tempo a promettere alla figlia in punto di morte di prendersi cura della nipote.

Eccoci finalmente di fronte a un prototipo delle grandi storie tragiche di Griffith come Broken Blossoms. L’interesse per i poveri, per gli ultimi, i grandi dolori di singole donne che, spinte da motivazioni varie, si ritrovano sole, in povertà a dover combattere con uomini violenti o situazioni disperate. Il dramma è universale, nessuno si salva da esso, persino la protagonista muore. L’unica speranza è data alla figlia, per cui, si intuisce, ci sarà un futuro. Di fronte a tanto dolore fa strano, come detto, che ci siano momenti quasi comici con i poveracci che si spogliano letteralmente di tutto con fare canzonatorio, cosa che reputo disgustosa, che mi ha ricordato a tratti i toni di Hydrothérapie fantastique di Georges Méliès (1909) e altri corti simili. Non so se si sia trattato di un esperimento ma di certo non è riuscito, l’effetto è solo straniante.

Come scene, e lo vedete anche nelle gif “comiche” selezionate, ritroviamo l’uso di una singola inquadratura teatralizzata per creare un dinamismo costante. Siamo davanti a padre e figlia nel banco dei pegni e gli avventori entrano ed escono facendo il loro teatrino.

  1. The Call of the Wild | t.l. Il richiamo della vita selvaggia

Un agente indiano (George Gabhardt), si innamora perdutamente di Gladys (Florence Lawrence) figlia del Luogotenente Penrose (Harry Solter). Lei lo rifiuta e lui decide di vendicarsi per l’affronto di non essere accettato da coloro che sta servendo tornando dai suoi amici nativi. Insieme a loro rapisce Gladys ma quando sta per fargli violenza lei invoca colui che tutto sa per dirgli di portare l’uomo a più miti consigli. Così accade e la giovane viene lasciata andare.

Tra le solite stereotipie e macchiette razziste, eccoci di fronte ai primi spostamenti della macchina da presa. L’indiano segue di nascosto in secondo piano l’avanzare di Gladys e noi seguiamo con loro la loro avanzata. Il gioco di profondità è presente anche all’inizio nella scena del ballo. Troviamo anche sperimentazione di scene di massa con l’inseguimento degli indiani verso Gladys. A livello di montaggio la scena che mi ha colpito di più è però quella in cui l’indiano esce dalla tenda della villa del luogotenente per sbucare nella porta d’ingresso di casa sua.

  1. Concealing a Burglar | t.l. Nascondere un ladro (*)
  2. Woman’s Way | t.l. Così fanno le donne (**)
  3. Taming of the Shrew | t.l. La bisbetica domata

Brutto adattamento de La Bisbetica Domata di Shakespeare, forse uno dei peggiori corti di Griffith del 1908. Katharina (Florence Lawrence) maltratta i pretendenti che osano avvicinarsi e non ha intenzione di prendere marito (tende a picchiare un po’ tutti). Petruchio (Arthur V. Johnson), a furia di frustate, le farà cambiare idea…

Difficile trovare elementi positivi in questo corto, forse giusto le scene di massa con frustate che mostrano, nuovamente, dei tentativi di orchestrare il movimento di tante comparse insieme. Che questo prodotto sia scadente non è comunque un caso. Prima degli anni ’10 i rari adattamenti cinematografici di opere teatrali davano per scontato che lo spettatore conoscesse l’opera di partenza e si proponevano poi variazioni sul tema o ci si soffermava su momenti cruciali dell’azione.

  1. After Many Years | t.l. Dopo molti anni (**)
  2. The Pirate’s Gold | t.l. L’oro del pirata (*)
  3. The Guerrilla | t.l. La guerriglia (**)
  4. The Song of the Shirt | t.l. La storia della camicia

Dramma di miseria, uno dei primi esempi di produzioni dedicate agli ultimi e ai senza speranza con una forte critica sociale nei confronti di chi invece ha tutto. Una donna (Florence Lawrence) cerca disperatamente lavoro come camiciaia per poter curare la sorella morente (Linda Arvidson). Troverà solo persone insensibili che le negheranno ogni possibilità di guadagno fino alla morte dell’amata sorella.

Il montaggio alternato viene utilizzato per mostrare di continuo l’angoscia della donna da una parte e la lussuria dei ricchi dall’altra.

  1. The Curtain Pole | t.l. Il bastone della tenda

Un uomo (Mack Sennett) rompe un palo della tenda e decide di andare ad acquistarlo. Come nella classica delle comiche d’epoca inizierà a fare disastri in giro per il paese distruggendo e colpendo tutti dando vita a un inseguimento monumentale.

Anche qui l’unica cosa interessante è data dalle scene degli inseguimenti di massa. In due occasioni usa il reverse motion per fare una sorta di effetto rewind. Questa tecnica prevedeva di girare una scena con la macchina da presa al contrario per poi, in sede di montaggio, tagliare la pellicola e metterla dritta.

  1. Jones Entertains | t.l. La signora Jones riceve (*)
  2. The Ingrate | t.l. L’ingrato (*)
  3. The Feud and the Turkey | t.l. La ruggine e il tacchino (*)
  4. The Reckoning | t.l. La resa dei conti (*)
  5. The Valet’s Wife | t.l. La moglie del valletto (**)
  6. The Clubman and the Tramp | t.l. L’uomo di mondo e il vagabondo (*)
  7. Money Mad | t.l. Pazzo per il denaro

Film che rientra in quelli di critica sociale. Cosa sareste disposti a fare per denaro? Un uomo (Charles Inslee) chiede l’elemosina e si ritrova a derubare un passante per denaro. Si scopre che aveva messo da parte una discreta somma ma viene scoperto da due malviventi (Harry Solter e George Gebhardt). I due si uccidono a vicenda ossessionati dall’idea che uno possa derubare l’altro. Ne approfitta una signora che nell’estrema felicità di aver raccimolato una fortuna non si rende conto che la casa sta andando a fuoco. Nessuno potrà dunque godere di quei soldi presi in maniera disonesta…

Prima di Greed (1924) ecco un altro film che parla di come l’avidità possa distruggere le persone, specie quelle meno abbienti che si ritrovano improvvisamente e disonestamente ad averne una. La qualità pessima del master disponibile online non permette di fare particolari analisi. Si notano, come sempre, le scelte di prolungare l’uso delle singole inquadrature fisse creando dinamicità e curando la composizione. La scena più bella vede i due malviventi fingere di dormire mostrando a lato le loro armi. Lascio direttamente il link al corto su youtube. Da notare il logo Biograph Film che inizia a campeggiare all’interno dei film.

  1. One Touch of Nature | t.l. Il potere dell’istinto (*)
  2. An Awful Moment | t.l. Un brutto momento

Una zingara (anche se con nome italiano Fiammetta – Marion Leonard) cerca vendetta contro il giudice (Harry Solter) che ha condannato un uomo. Entra nella sua casa dove si sta preparando per il Natale (?) con la moglie (Florence Lawrence) e la bambina (Gladys Egan) e prepara un piano diabolico. Lega la donna a una sedia puntadole contro il fucile che aveva regalato al marito. Il grilletto è legato a un filo che sparerà quando il giudice tornerà a casa. Per fortuna tutto viene sventato e nel finale la zingara viene arrestata e la famigliola può festeggiare davanti l’albero.

Il film, a causa di diversi tagli presenti nella versione online, è veramente scadente a livello narrativo e non ha decisamente né capo né coda. Interessante che sia sfuggito dal progetto di Natale di cui da ora in poi farà parte. La scena forse più interessante è quella della corte dove troviamo un’ottima composizione che permette all’inquadratura di avere una notevole profondità. Una volta processato l’uomo, la zingara, prima era tra gli spettatori, scavalca e si ritrova davanti al giudice facendo un cambio di livello all’interno dell’immagine. Abbiamo poi un piano ravvicinato finale davanti l’albero di Natale. Infine, quando la zingara scala il palazzo per entrare dalla finestra, c’è un accenno di movimento verso l’alto della macchina da presa.

  1. The Test of Friendship | t.l. La prova d’amicizia (*)
  2. The Helping Hand | t.l. La mano che aiuta (*)
  3. The Maniac Cook | t.l. La cuoca folle (*)
  4. The Christmas Burglars | t.l. I ladri di Natale (*)
  5. A Wreath in Time | t.l. Una tempestiva corona funebre (**)
  6. The Honor of Thieves | t.l. L’onore dei ladri (*)
  7. A Rural Elopement | t.l. Romantica fuga dal villaggio (*)
  8. The Joneses Have Amateur Theatricals | t.l. I Jones alla filodrammatica

Comica a struttura circolare che vede il ritorno dei terribili Jones. Qui invitano degli amici a casa e prima il Signor Jones (John R. Cumpson) inizia a sedurre, perché sta facendo una scena, una ragazza suscitando la gelosia della moglie (Florence Lawrence). Poi avviene il contrario. Nel finale, infatti, Jones, ubriaco, caccia via tutti per la gelosia.

Interessante la scena del girotondo degli ubriaconi intorno al tavolo perché rappresenta una interessante sperimentazione sul movimento all’interno dell’inquadratura. Per il resto ci ho trovato davvero molto poco.

  1. The Sacrifice | t.l. Il sacrificio (*)
  2. The Criminal Hypnotist | t.l. L’ipnotista criminale (*)
  3. Edgar Allen Poe

Del corto aveva già parlato Esse in un articolo dedicato ad Allan Poe e alla trasposizione di The Raven diretto da Charles Brabin (1915). Riporto brevemente la trama scritta da lei: “in occasione del centenario della nascita dello scrittore, Griffith si era affrettato a girare un corto celebrativo intitolato Edgar Allen Poe (e a tale fretta è attribuito l’errore di misspelling). Questo corto, della durata di 7 minuti, inizia proprio con l’immagine del capezzale di Virginia (interpretata dalla moglie del regista) verso cui lo scrittore si prodiga in cure. Improvvisamente un corvo si materializza nella stanza ed Edgar (Herbert Yost), colto dall’ispirazione, scrive di getto la sua poesia più famosa¹. Subito dopo si reca a proporla a diversi editori e, dopo vari rifiuti, uno di loro accetta di pubblicarla. Felice della buona riuscita, Edgar torna a casa con del cibo e una coperta per la moglie ma ormai è troppo tardi: Virginia è spirata poco prima, sotto lo sguardo impassibile dello stesso corvo”.

Prosegue il lavoro di composizione con i personaggi che agiscono su piani diversi creando sempre un’estrema profondità. La recitazione è qui molto esasperata, gli attori si muovono gesticolando tantissimo, forse più che in ogni altro corto visto fino ad ora. Nella scena finale un lavoro molto bello prima con un’inquadratura ravvicinata sulla povera Virginia e poi, per rendere di nuovo visibile il corvo nella scena, l’inquadratura torna quella di partenza.

  1. Jones Has a Card Party | t.l. Il signor Jones e la serata a carte

Il Signor Jones (John R. Cumpson) ha invitato degli amici a far bisboccia visto che la moglie (Florence Lawrence) è partita con le sue amiche della “Temperance League” per una tre giorni. Il Signor Jones si ubriaca a tal punto che viene vestito in maniera assurda e truccato in faccia, mentre, tramite montaggio alternato, scopriamo che le donne non sono in realtà partite perché hanno perso il treno. Parte un assurdo tentativo degli uomini di fingere che non abbiano bevuto e una finta lotta quando il Signor Jones si alza e viene scambiato per un maniaco dalle donne. L’uomo esce dalla finestra e torna proprio quando la Signora Jones scopre gli alcolici. Lui si può così difendere dicendo di non essere stato neanche presente…

Comica carina, ben girata e con momenti divertenti. Non mancano il tocco razzista con l’imitazione degli indiani da parte degli ubriachi e stereotipi a raffica.

  1. The Roue’s Heart | t.l. Il cuore di un libertino (*)
  2. The Welcome Burglar | t.l. Il ladro benvenuto (*)
  3. The Hindoo Dagger | t.l. Il pugnale indù (*)

Legenda:
(*) perduto
(*)? probabilmente perduto
(**) film non edito/reperibile seppur conservato

BIBLIOGRAFIA:

  • Cherchi Usai Paolo, David Wark Griffith, Il Castoro Cinema n. 226-227, Editrice Il Castoro, 2008.
  • Gunning, Tom (1991), W. Griffith and the Origins of American Narrative Film: The Early Years at Biograph. Urbana, Illinois: University of Illinois Press.
  • Henderson, Robert M. (1972), W. Griffith: His Life and Work, New York: Oxford University Press.

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