Quando André Deed nel 1908 lasciò la Pathé per andare a Torino dalla Itala Film (per poi fare ritorno due anni dopo), alla Pathé stava spopolando il mitico Max Linder. I grandi rivali della Gaumont cercavano in tutti i modi di trovare un rivale che potesse competere con il successo strabordante di Max ma non era certamente facile. Il regista che venne scelto inizialmente per provare a contrastare il dominio Pathé fu l’italo-francese Romeo Bosetti, che arrivò ad essere considerato “il re del burlesque” ed è uno dei principali precursorsi del genere slapstick (ci sarà un articolo a parte su di lui). Da una parte Bosetti produsse una serie di corti con sé stesso protagonista nella maschera di Roméo, dall’altra diede vita a Calino. Il personaggio ebbe un discreto successo anche se, a mio avviso, paga oggi una caratterizzazione un po’ troppo generica ma che all’epoca. Nonostante questo, grazie all’interpretazione di Clément Mégé, riuscì comunque a trovare uno spazio nel cuore dei francesi. Bosetti aveva preso ispirazione per questa maschera dall’omonimo personaggio di vaudeville creato verso la fine dell’800 da Théodore Barrière. I film con lui protagonista esplosero verso la fine degli anni ’10 per poi andare a perdersi piano piano. Quando Bosetti passò alla Pathé il suo erede fu Jean Durand, che seppe creare un vero e proprio gruppo comico, Les Pouittes, con cui dare vita a slapstick stravaganti e distruttivi capaci di sfociare nel surrealismo. La carriera di Bosetti non terminò continuò alla Pathé dove si portò dietro gran parte del cast, escluso Mégé, e seppe portare avanti altre maschere che ormai sono praticamente dimenticate: Little Moritz, Patouillard, Rosalie, Gavroche, Casimir e Bigorno. Sua è per altro la regia del celebre Un idiot qui se croit Max Linder (1914) che è forse ad oggi la sua opera più ricordata. Visto che la produzione di Calino è piuttosto vasta, ho deciso quindi di dividerla in due sezioni, una prima che vede alla regia principalmente Romeo Bosetti e una seconda più avanzata con Jean Durand alla regia. Di Calino/Clément Mégé ci sono circa 65 comiche a cui bisogna aggiungerne una manciata di spurie con Paul Bertho come protagonista. Di queste 65 ne ho potute vedere una ventina tra comiche condivise online e quelle nell’archivio Gaumont-Pathé.
In questo primo articolo dedicato a Calino andremo ad analizzare i film che vanno dal dagli esordi al 1910. Sebbene il 1911 sia in realtà “l’anno di Calino” con ben 15 film prodotti, quello che ci è rimasto o, quantomeno, quello che è presente negli archivi online, proviene principalmente dal 1910 e quasi sempre a regia di Bosetti. Che Calino emerge da questo primo periodo? Non è un personaggio ben definito: varia dal vagabondo al medio-borghese ed è sostanzialmente un sempliciotto che si ritrova, per la sua fanfaronaggine, a creare problemi di ogni sorta. Le comiche di questa fase sono più che altro paradossali, partono da una situazione iniziale (un nuovo lavoro o altro) e arrivano poi ad esasperare la situazione di partenza a causa dell’incompetenza e goffaggine del protagonista. Clément Mégé lo caratterizza con una mimica facciale esagerata, con la bocca spesso spalancata nell’esasperare la parlata e le emozioni. Il corpo si muove in maniera goffa ma fintamente sicura ed è evidente, fin dai primi minuti, che ne combinerà di tutti i colori. I suoi film sono generalmente privi o del tutto o quasi di didascalie, presumibilmente al fine di portare ad un pubblico più ampio possibile, anche estero, le sue avventure. La circolazione delle comiche di questi anni infatti era estesa a tutto il mondo. Piccola nota di colore: il povero Mégé ebbe per anni il nome storpiato in Migé o Miget (anche in Sadoul) e il solo Fescourt, che aveva una lettera di Durand con l’ortografia esatta del nome, lo riportava corretto. Non sappiamo molto sulla sua vita e gli studiosi hanno ipotizzato che avesse avuto precedentemente una carriera come saltimbanco e/o circense. Jean Durand in una lettera lo descrive come un “cantante di caffé-concerti” ma nulla vieta che possa aver svolto tutte queste professioni prima di entrare nel mondo del cinema.
Alcune piccole premesse:
1. Alcune gif hanno scene leggermente tagliate; è stata una scelta sofferta ma quando con Yann Esvan ci siamo messi a impostare il lavoro di taglio abbiamo voluto rispettare un limite di massimo 20 secondi e in alcuni cambi di inquadrature c’erano magari movimenti ripetuti. Riteniamo che questo non modifichi in alcun modo la fruizione delle gag “catturate”.
2. Per motivi legati alla tipologia di materiale condivisibile ho scelto, questa volta, di scrivere le trame e piccoli commenti invece di andare per tematiche. Questo anche perché Calino è un personaggio che porta caos e scompiglio, quindi non è semplice lavorare in maniera logica così come fatto per Léonce e Max Linder.
Calino a mangé du cheval – Romeo Bosetti (it. Calino ha mangiato del cavallo – 1907): Calino (qui Paul Bertho) è stufo dei soliti scialbi pasti della moglie e decide di comprare un bel taglio di arrosto di cavallo. L’uomo fa però indigestione e inizia a comportarsi come un cavallo impazzito andando in giro con un carro e combinandole di tutte i colori. Viene poi soccorso da un medico che lo opera tirando fuori dal suo stomaco un…cavallo di legno.
Comica brillante e divertente, estremamente frenetica e ricca di colpi di scena divertenti. Quando il medico ha tirato fuori il cavallo di legno dalla pancia di Calino mi sono ribaltato dalla sedia per le risate. Da notare qui sotto l’insegna della macelleria equina con la scritta in tutte le lingue probabilmente per favorire l’esportazione. Riguardo l’attore Paul Bertho nei panni di Calino questa non è l’unica attestazione ma rivestirà questi panni al posto di Mégé in 5 comiche del 1911. La cosa strana è che 4 di queste risultano essere delle comiche spurie della Pathé. Andando a spulciare ho scoperto che effettivamente Bosetti fece questa strana operazione che ebbe, però, ben poco successo perché ormai il pubblico identificava il personaggio con Mégé. Pare che Langlois avesse avuto accessoa ad una di queste e mostrandola a Modot, Hamann e Bourbon che rimasero confusi nel vedere un Calino senza il Mégé. Mi ricorda i Pierino senza Alvaro Vitali che iniziarono a diffondersi negli anni ’80. Bertho lavorerà spesso e con Bosetti vestendo i panni, ben più longevi, di Patouillard e poi di Gavroche tra il 1911 e il 1914.
Calino bureaucrate – Romeo Bosetti (it. Calino burocrate – 1909): Calino sta per iniziare un nuovo lavoro ma è in ritardissimo. Inizia quindi ossessivamente a cercare mezzi per arrivare più rapidamente e a saltare da un orologio all’altro per constatare l’incredibile ritardo accumulato. Viene arrestato per disturbo della quiete pubblica ma riesce a fuggire passando per il camino (immagine in cima all’articolo). Arrivato finalmente al lavoro si ricorda che è domenica e non doveva andarci…
Dopo Calino a mange du cheval mi aspettavo sinceramente un’altra comica scoppiettante invece è veramente bruttina e ripetitiva. Non ci sono situazioni divertenti e innovative ma gli orologi sono molto belli.
La nuit de noces de Calino – Romeo Bosetti (it. la notte di nozze di Calino – 1909): Calino si rivolge a una ditta che organizza matrimoni per trovare la donna della sua vita. Tra le tante ragazze sceglie una ragazza a (Sarah Duhamel) e subito convolano a nozze. Ma l’amore è cieco e i due cadono per sbaglio dentro un tombino che viene poi risigillato. Passano dunque la loro prima notte di nozze nelle fogne tra i topi e l’acqua. Passano così… 9 mesi e nascono 4 splendidi bambini che, con un colpo di genio, i due fanno salire su per le grate della fogna venendo così a loro volta salvati!
Mi sono innamorato di questa divertente notte di nozze caliniana. Ma come diavolo gli è venuto in mente? Carina anche l’idea di far scegliere tra le ragazze ovviamente la meno avvenente ma questo rende, secondo me, ancora più tenero il corto. La gif scelta vede i due novelli sposi dormire in una situazione che personalmente odierei…in mezzo ai topi! Argh!!!!!!
Le baptême de Calino – Jean Durand (it. il battesimo di Calino – 1910): è destino che una bella commedia debba seguire una bruttina ed è un vero peccato visto che è il primo Calino di Durand. In questo corto tutto si gioca sulle scene di massa e confusione. C’è il battesimo del piccolo Calino che poi fugge su una biciclettina senza alcun motivo apparente mentre i parenti gli vanno dietro distruggendo un po’ tutto quello che incontrano.
Calino passager de marque – Romeo Bosetti (it. Calino passeggero di marca – 1910): sinceramente l’ho trovata un po’ confusionaria ma credo sia frammentaria perché ci sono dei tagli strani. Diversi Calino ma di “lignaggio” diverso salgono su una nave in partenza verso l’Asia. Si creano delle gag casiniste e poco strutturate. La più interessante, più che altro per la realizzazione, si svolge nella cabina (che si agita essendo in mare) mentre si mette la schiuma da barba (che non si toglie ma poi gli scompare magicamente nella scena dopo).
Calino arroseur public – Romeo Bosetti (it. Calino annaffiatore pubblico – 1910): Calino sgrida dei bambini e si addormenta sopra una fontana pubblica. I bambini, per vendetta, lo legano ad essa e lui inizia a seminare il panico annaffiando tutti. Nella scena finale viene messo su un piedistallo al posto di un busto e annaffia gli accaldati astanti. Pur nella sua illogicità e demenzialità l’ho trovata divertente, almeno nei primi minuti. Quando poi Calino inizia ad infilarsi a caso dentro locali e camere da letto ho riso un po’ meno, ma nel complesso mettere questa versione idrante della maschera di Bosetti tra i promossi. Qualche psicologo potrebbe raccontarci sicuramente grandi cose su questa malata idea di partenza.
Calino facteur – Romeo Bosetti (it. Calino postino – 1910): perché?? Perché???? Calino è un postino che si lascia molto influenzare dalle persone a cui dovrebbe consegnare la corrispondenza. Così, se sono simpatici, li riempie di baci (vedete giù), ovviamente senza distinzione di sesso, e di belle lettere, altrimenti le straccia o le regala ad altre persone. Alla fine viene assaltato dai destinatari inferociti e si difende regalando lettere. Siamo sempre più al delirio…
Calino à la chasse – Romeo Bosetti (it. Calino a caccia – 1910): Calino vede un cacciatore addormentato e gli ruba tutto l’armamentario. Inizia prima a sparare a delle papere e poi si ritrova, senza volerlo, a sparare a un uomo e creare altri casini. Indovinate poi cosa succede? Arriva la polizia con conseguente inseguimento che si risolve però a favore di Calino. Risate a denti stretti…
Calino joue au billard – Romeo Bosetti (it. Calino gioca a bilardo – 1910): Comica delirante dove, come da titolo, Calino gioca a biliardo contro un signore creando solo caos. Prende un altro signore con una palla, spacca un vetro, rompe il lampadario e infine fora con la stecca addirittura il soffitto creando una piccola vendetta (vedi gif).
Calino achète un chien de garde – Romeo Bosetti (it. Calino compra un cane da guardia – 1910): Purtroppo questo corto è incompleto: Calino torna a casa con la moglie e trova la casa svaligiata. Decide allora di prendersi un cane da guardia e il frammento si interrompe quando sta per giungere a casa con il nuovo acquisto.
Bibliografia:
- Abel R., The Ciné Goes to Town: French Cinema, 1896-1914, Updated and Expanded Edition, California 1998.
- Giacovelli E., La bottega delle illusioni: Georges Méliès e il cinema comico e fantastico francese (1896-1914), Bergamo 2015.
- Lacassin F., Alla ricerca di Jean Durand, Recco, 2004.