Vittoria o morte! – Anonimo (1913)

Vittoria o morte! esce nel 1913 in un contesto in cui si andava sviluppando l’amore per l’avventuroso e il mistero e cerca di dare il suo contributo presentando le vicende di una donna, interpretata da Berta Nelson (Berta Isaakovna Kacenel’son), pronta alla morte pur di raggiungere il suo obiettivo.

Bianca (Berta Nelson), figlia del generale Alberti, si lascia ingannare dal malvagio Bernard che la seduce, la addormenta col cloroformio e ruba importanti documenti al padre. La giovane parte dunque coraggiosamente all’inseguimento dell’uomo e, dopo inseguimenti e colpi di scena, riuscirà a recuperare il maltolto. Ad aiutarla arriverà il miliardario Wilkinson.

Berta Nelson è un personaggio moderno e interessante perché introduce il personaggio della donna d’azione non forzuta. Esistono casi altrettanto interessati, ma qui l’attrice interpreta un personaggio moderno che mantiene la sua femminilità, senza dunque dover scimmiottare l’uomo, ed è spinta dalla determinazione e dal senso del dovere. In un mondo in cui le donne sono sostanzialmente sballottate dal destino e dalla volontà maschile, il personaggio di Bianca decide di essere artefice delle proprie fortune. Bianca si lancia in inseguimenti su mezzi vari (compresi velivoli), conosce il valore del denaro per ottenere il suo scopo così come quello della seduzione (il film ebbe per altro problemi di censura). Il personaggio del miliardario Wilkinson è ugualmente interessante perché è un borghese d’azione e pragmatico che accetta di dare il suo aiuto e sostegno alla ragazza senza necessità di primeggiare. Vale la pena sottolineare che il film uscì lo stesso anno di Ma L’amor mio non muore con cui condivide la trama ma con sviluppi decisamente diversi. Vittoria o morte!, pur con i suoi elementi distintivi, presenta comunque elementi di continuità con la cultura dell’epoca. Bianca è mossa dal desiderio di conservare l’onore proprio e della propria famiglia e proprio per questo è disposta a morire e mettersi in gioco in prima persona.

A curare gli effetti speciali troviamo Segundo de Chomón, capace di costruire momenti di autentica tensione e di grande impatto visivo. Tra tutti l’incendio sulla nave dove la povera Bianca rischia la vita dopo essere stata legata nella stanza di Bernard che crede di essersene così liberata.

A fronte di tante belle parole bisogna ammettere che Vittoria o Morte!, complici forse le tante ore passate in sala, non mi è parso un film riuscitissimo. A momenti molto ben costruiti e ad effetto se ne alternano altri forse un po’ troppo distesi. Come tanti film dell’epoca la narrazione è sostanzialmente divisa in episodi e questo può ovviamente avere risvolti positivi o meno. Il film è visibile sul canale vimeo del Museo nazionale del Cinema di Torino.

Rispondi