Neanche il tempo di digerire la prima serata dedicata ad Harry Piel nella versione online delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, che ci viene proposto un nuovo film: Rivalen (1923). Il film fa parte della serie di polizieschi/avventurosi dal titolo Abenteuer eines Vielgesuchten (it. Avventure del ricercatissimo) e si configura più o meno come Das Abenteuer eines Journalisten (1914). Grande differenza è che come protagonista c’è Harry Piel in persona che si chiama, in maniera ironica “Harry Peel”. La sceneggiatura del film è a cura di Alfred Zeisler, Victor Abel ed Harry Piel stesso, e sono di fatto un sodalizio per gli anni 1922-1923 nella Harry Piel-Film Co.
Nel’episodio precedente a Rivalen, Das schwarze Kuvert, Harry Peel (Harry Piel) aveva perso i propri soldi in una crisi bancaria e si era trasferito nelle Alpi dove si era innamorato della figlia di un ricco industriale salvandola da mille pericoli. Il primo film era prodotto ancora dalla Harry Piel Film, poi sciolta e Rivalen era invece stato fatto dalla Apex film. In Rivalen la situazione è la seguente: Il Prof. Ravello (Charly Berger) vuole vendicarsi per essere stato deriso come scienziato. Sfruttando il ballo in maschera in casa di John Evans (Adolf Klein) decide di usare la sua ultima terribile invenzione, un robot che lancia scariche elettriche potentissime, per rapire Evelyn (Inge Helgard), figlia del Signor Evans. Interviene ovviamente Peel, che è innamorato di lei e cerca in tutti i modi di farla tornare sana e salva a casa. A complicare le cose e confondere le carte interviene anche Julietta Carnera (Maria Wefers) che indispettita dal comportamento del Prof. Ravello nei suoi confronti decide di mettergli i bastoni tra le ruote. Nel finale Ravello riesce a sposare Evelyn prima che Peel e il Signor Evans possano intervenire. Dai titoli di coda ci viene detto che tutto sarebbe continuato in un episodio successivo dal titolo Der letze Kampf (it. La battaglia finale). Purtroppo il film non credo sia sopravvissuto quindi non posso dirvi la risoluzione finale della vicenda.
Ma passiamo all’analisi del film. Che dire? Rispetto a tutto quello che ho visto di Piel fino ad ora (vedrete gli articoli nei prossimi mesi), questo è sicuramente il film migliore perché a livello visivo tutta quella sperimentazione che era stata portata avanti nei primi lavori ha come contraltare una scenografia, una composizione e una fotografia estremamente curate. Restano però i seri problemi a livello di svolgimento con una trama debole, quell’incapacità di rendere i personaggi “realistici” ma sempre e solo macchiette comiche e una serie di avvicendamenti tanto spettacolari quanto inutili. Da vedere il film è veramente bello (potete vederlo dalle immagini e dalle gif), ci sono delle scene veramente splendide visivamente, ma per il resto c’è poco altro. Le parti spettacolari sono certamente le scene con il robot, forse un po’ poche, che riprende in parte l’Uomo Meccanico (1921) o The Master Mystery (1919) anche a livello estetico; l’idea di introdurre un sottomarino; la scena della “campana” sottomarina dove viene imprigionato Peel e poi la festa in maschera con tutti vestiti da diavoletti. Molto ben fatto il montaggio alternato nel finale dove la folla corsa di Peel è alternata al matrimonio di Evelyn con Ravello.
Rivalen, rispetto a quanto ho potuto vedere fino ad ora di Harry Piel, ha dalla sua una cura estetica invidiabile, in linea con altri film del periodo di questo genere. Di contralto rimangono quelle che per me sono le pecche della sua produzione: trama inesistente e narrazione poco coesa che punta tutto sulla spettacolarità e gli elementi straordinari. Oltre a questo c’è un’incapacità, a mio avviso, di riuscire a mantenere il giusto equilibrio tra elemento comico e serioso, facendo crollare il patto narrativo e la sospensione di incredulità. Vedremo cosa ci riserveranno i prossimi film.