Nel 1903 usciva per la Edison The Great Train Robbery di Edwin S. Porter che fino all’arrivo dei Colossal di Griffith era probabilmente uno dei film più celebri in assoluto. Per gli storici del cinema si tratta del primo film d’azione americano ma soprattutto del primo western definito della storia. Nel film troviamo dei banditi che assaltano un treno uccidendo e legando diverse persone prima di scendere e fuggire con i loro cavalli. Parte dunque l’inseguimento con la polizia che termina con l’uccisione dei membri della banda e il recupero della refurtiva. Da lì i film western iniziano a moltiplicarsi e diventano famosi sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Addirittura la Essanay arriva ad aprire a Berlino una casa di distribuzione specilalizzata sostanzialmente nella diffusione dei loro Broncho Billy.
Non mancarono cloni del film ed emulazioni di ogni tipo tanto che lo stesso Porter girò una divertente parodia, The Little Train Robbery (1905), dove un gruppo di ragazzini assalta un treno (di quelli da giostre) e saccheggia un carico di dolci. Un giorno forse torneremo su questi argomenti perché ammetto che un progettino sul western mi piacerebbe molto realizzarlo ma purtroppo ho una sola vita e ce ne sono tanti altri a cui vorrei dare la precedenza.
Andiamo ora in Francia dove un giovane Jean Durand, dopo una brevissima esperienza alla Pathé nel 1908, sbarca nella piccola Lux fondata da Henri Joly e inizia a muovere i suoi primi passi nel mondo del cinema. Durand ha sempre avuto la predilezione per i generi burleschi e surreali ma è nel 1909 che avviene qualcosa di strano. Joë Hamman, sceneggiatore, attore e ogni tanto anche regista, decide di scrivere alcuni film western e la regia viene affidata proprio a Durand e inizia dunque a dare vita a questi strani esperimenti emulativi esteri. Grazie alla deposizione delle sceneggiature al deposito legale (questo venne fatto ad un certo punto per evitare i plagi dilaganti nei primi anni de muto), abbiamo i seguenti titoli: Drame au Mexique (probabilmente mai girato), L’attaque d’un train au Far West (diretto da Gérard Bourgeois solo nel 1910) e tre sceneggiature di film poi diretti da Durand ovvero Un drame au Far West, le feu à la prairie, L’enfant du cercheur d’or. Protagonista era spesso e volentieri lo stesso Joë Hamman e capitava di andare in Camargue per girarli.
Il 27 settembre 1909 ha inizio la storia del Western francese con l’uscita in sala di Un drame au Far West di cui non ho trovato tracce negli archivi e suppongo quindi sia andato perduto. Non ebbe maggiore fortuna il successivo Le feu à la prairie che viene spesso confuso con La prairie en Feu (it. la prateria in fiamme) realizzato alla Gaumont nel 1912 e fortunatamente conservato. Il protagonista è il capo Sioux Yellow Fox (Joë Hamman) che litiga con il delegato del governatore, il signor Brooks, per una questione relativa a dei pagamenti. I toni salgono e Brooks spara al pellerossa. Nonostante la moglie del suo feritore (Berthe Dagmar) si prenda cura di lui, Yellow Fox raduna i suoi e decide di dare fuoco ai possedimenti dei Brooks per vendicarsi. Tutti riescono a salvarsi e gli indiani vengono uccisi. Yellow Fox, ferito e umiliato, sopravvive alla sparatoria ma decide di uccidersi morendo tra le fiamme che lui stesso ha appiccato.
La prairie en Feu riprende concettualmente, seppur ribaltandola, la trama di Un drame au Far West dove, come in Pocahontas, un uomo si era innamorato di una nativa americana con la complicazione che questa era già fidanzata. Secondo quanto riportato nel libro di Lacassin su Durand, proprio il fidanzato cercava di fare la pelle al giovane che lo uccideva e si sposava quindi con la ragazza in questo incredibile matrimonio interetnico. Nel nostro film non si realizza invece alcuna storia d’amore ma, nonostante le cure, Yellow Fox cerca solo vendetta contro gli uomini del governatore che lo hanno umiliato.
I tre titoli che abbiamo citato non sono in realtà gli unici western girati dal dittico alla Lux, ma siamo a conoscenza di almeno altri due titoli: la main coupée e un drame sur une locomotive. Entrambi si rivelano in realtà non western, il primo aveva titolo originario La ville mystérieuse e dovrebbe essere una storia d’avventura con società segrete, complotti e nemici esotici. Per un drame sur une locomotive (it. un dramma sulla locomotiva) la cosa carina è che viene considerato da Lacassin come perduto ma è in realtà stato reso disponibile addirittura su amazon prime video americano e su harpodeon.com con il titolo inglese A drama on a locomotive ma con le didascalie che riportano chiaramente il logo della Lux. Anche questo non è un western ma un film che aveva il compito più che altro di stupire visivamente.
Jeanne è amata sia dal pilota di treni Henri (Joë Hamman) che dal suo ingegnere Pierre. La ragazza ama quest’ultimo e Henri va su tutte le furie. Durante il viaggio in treno i due litigano ferocemente perdendo il controllo del treno che deraglia. Henri è ferito gravemente e Pierre, buono di cuore, fa di tutto per difenderlo e farlo ben apparire agli occhi dei Jeanne. Ma Henri sente tutto e dichiara la sua colpevolezza alla ragazza dando il suo beneplacito per il matrimonio.
Qui, come detto, è solo l’elemento visivo ad essere preponderante con le riprese da dentro il treno nella sala di pilotaggio, il treno che viaggia a folle velocità e poi l’incidente con lo scontro tra due treni.
L’avventura di Jean Durand e Joë Hamman alla Lux termina con questo film ma non le loro scorribande nel west perché entrambi passano, in tempi più o meno vicini, alla Gaumont dove Durand inizierà a lavorare per lo più con le maschere comiche che state imparando a conoscere con i progetti di Enrico. Il passaggio di Hamman alla Gaumont avviene in particolare grazie alla lungimiranza di Feuillade che capisce di poter ampliare la programmazione della casa in anticipo rispetto alla Pathé (che per altro aveva precedentemente rifiutato di scritturarlo). Le avventure vengono però un po’ epurate rispetto a quelle Lux perché alcuni eccessi non erano accettati: ora i nativi non mangiano più i bambini ma sono comunque molto cattivi. Le contaminazioni western iniziano a riguardare anche le maschere comiche e non sono più relative a film specifici di genere: nascono quindi Calino veut être cow-boy (1911) e Onésime sur le sentier de la guerre (1913). Con il passaggio alla Gaumont arriva il periodo del far-west della Camargue dove Durand e la sua gang dei Pouittes passeranno alcuni dei momenti più belli della loro vita a furia di canti, balli, partite a carte e sbronze a base di Pernod (ufficialmente per combattere le febbri delle aree paludose locali). Il centro dove vengono girate la maggioranza delle scene sono i possedementi di Folco de Baroncelli-Javon. I soggiorni furono tre dal 1911 al 1914 e terminarono poi per mai più tornare. Dirà Bourbon che quello era stato “il miglior periodo della mia vita” era tutto “molto divertente. Che rimpianti!“. I Pouittes, lo vedrete prossimamente negli articoli di Enrico, sono parte fondamentale anche in questi film western per la loro capacità di fare cadute e salti fuori dall’ordinario e rendere sempre più coinvolgenti questi prodotti che venivano spesso arricchiti da riprese ardite e, per quanto possibile, movimentate.
La sezione che segue prende spunto in parte dai muti proiettati durante il progetto delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone del 2017 dedicato alle origini del western a cui ne aggiunti anche altri che sono riuscito a recuperare online. Come sempre tutti i film sono stati effettivamente visionati prima di scrivere l’articolo:
Pendaison à Jefferson City (it. Impiccagione a Jefferson City – 1911)
Burton è stato incaricato insieme a Bill di consegnare i soldi degli stipendi ma all’ultimo incontra Joë (Joë Hamman) e cambia idea. Bill muore annegato e Burton viene accusato di averlo ucciso e aver rubato i soldi. Solo Joë può salvarlo dalla morte e arriva a sventare l’impiccagione proprio all’ultimo secondo.
La cosa più interessante di questo film sono le lunghe corse di cavalli attraverso paesaggi impervi. Imperversa il senso di fretta grazie anche a un ottimo montaggio alternato che vede prima la corsa per avvertire Joë e poi la sua per andare a salvare l’amico testimoniando.
Cent dollars mort ou vif (it. Cento dollari vivo o morto — 1912)
Joë (Joë Hamman) crea sempre tanti problemi e lo sceriffo Davidson non sa bene come occuparsi di lui. Tutto degenera quando, a seguito di un litigio, Joë libera i cavalli del ranch di Davidson e uccide alcuni uomini. Tutti sanno chi è il colpevole e scatta quindi un inseguimento furibondo. Joë assalta un treno e dopo aver staccato la locomotiva prosegue la sua folle corsa pensando di essere al sicuro. Ma non è così e, braccato e stremato, viene finalmente scovato da Davidson che gli propone un onorevole suicidio al posto dell’onta di essere processato come ladro di cavalli.
Il film presenta, a livello di fotografia, un’evoluzione non indifferente rispetto a Pendaison à Jefferson City. Bellissime in particolare le scene relative all’assalto del treno dove la macchina da presa viene messa in posizioni davvero incredibili in particolare quando si cerca di riprendere come Joë stacca la locomotiva dai vagoni (vedi gif).
Le revolver matrimoniale (it. il Revolver matrimoniale – 1912)
Questa è un mix tra un’avventura e una comica: Arizona Bill (Joë Hamman) giunge a casa del ricco zio (Gaston Modot) e si innamora della cugina Maud (Berthe Dagmar). Ma lui è un semplice cow boy e lei una ricca ereditiera. Per riuscire a sposarla Arizona Bill assalterà un treno e si ritroverà a legare al lazo un prete e a costringerlo con la pistola puntata a celebrare le nozze.
Film carino, ben curato a livello di composizione delle immagini ma che, non essendo un film di azione, sfigura forse accanto agli altri. I personaggi sono comunque ben caratterizzati nonostante la durata inferiore ai 10 minuti. La parte finale in cui c’è l’assalto al treno ma soprattutto la costrizione matrimoniale ha divertito anche me che di solito, lo sapete, non sono solito piegarmi a questo genere di film.
Coeur Ardent (it. Cuore ardente – 1912)
Ammetto di non averci capito nulla alla prima visione perché la versione che ho visto era priva di didascalie. Protagonisti sono degli indiani: Orso seduto rifiuta di dare la mano della figlia Raggio di Sole a Cuore Ardente. Accetta però di cambiare idea qualora avesse rubato il bestiame di un’altra tribù. Nell’impresa viene catturato e riesce a fuggire nonostante tutti gli sparino (sembrerebbe una sorta di pena quella di dover scappare mentre ben appostati quelli della tribù nemica cercano di colpirlo). Riesce ad attraversare la riva con il cavallo e cade a terra spossato. Raggio di Sole sente gli spari e accorre riuscendo ad uccidere i membri della tribù rivale. Orso seduto, colpito dal coraggio dei due, decide di accettare il matrimonio.
Film che come tanti del duo gode dell’essere stato girato in Camargue. I costumi sono interessanti ma è, a mio avviso, uno dei più deboli film del duo. Interessante il fatto che i personaggi siano tutti dei nativi americani, però la narrazione e la fotografia non brillano come altrove.
Le railway de la mort (it. La ferrovia della morte – 1912)
Non lo definirei neanche un western se non per qualche vago elemento. Due amici, Joë (Joë Hamman) e Tom (Max Dhartigny), soccorrono un uomo che sta per morire e questi in cambio confida loro dove si trova una miniera d’oro ancora da registrare. L’amicizia si traduce presto in odio e i due iniziano una gara senza esclusioni di colpi su chi arriverà prima a destinazione. Ad avere la peggio è Joë che, dopo aver assaltato un treno, subisce un deragliamento su intervento di Tom. Ma la vendetta è un piatto che va servito freddo: passati tre mesi e ristabilitosi, Joë fa esplodere (forse involontariamente) la mina di Tom ed entrambi perdono la vita.
Il film ha qualche elemento interessante che potrebbe essere pura speculazione ma a mio avviso è incentrato sulla degenerazione morale che un improvviso desiderio di ricchezza può portare. Alla fine entrambi hanno perso un’amicizia e la vita senza ottenere nulla in cambio (Joë, prima di morire, nota che il già morto Tom aveva tra le mani solo qualche scaglia d’oro e quindi presumibilmente tutto è stato fatto per nulla). Ci sono alcune scene mozzafiato come una lite furibonda sul tetto del treno successivo a un lancio di Tom sopra di esso da una sorta di cavalcavia. Molto bella anche l’inquadratura che mostra la silhouette di Joë mentre sta forzando la finestra del magazzino che si rivela poi essere di esplosivi.
Il nostro viaggio termina qui perché a partire da Sous la griffe (1912) avviene il distacco tra Jean Durand e Joë Hamman per i film di avventura. Hamman avrà una sua carriera differenziata autodirigendosi spesso nel ruolo di Arizona Bill. Il western continuerà ad imperversare in Francia almeno fino al 1914 quando perdiamo le tracce di Hamman. Il motivo è probabilmente legato all’arrivo del primo conflitto mondiale e la decadenza dell’esterofilia in favore di prodotti meno divertenti e più “locali”. Quando il western tornerà in auge in Francia una cosa sarà però mantenuta, il legame con la Camargue.
Bibliografia:
- Abel R., The Ciné Goes to Town: French Cinema, 1896-1914, Updated and Expanded Edition, California 1998.
- Chirat R., il western francese parla, in Bianco&Nero LVIII, 1997
- Lacassin F., Alla ricerca di Jean Durand, Recco, 2004.
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