Zalamort der Traum der Zalavie (Emilio Ghione, 1924)

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Alla fine del 1923, Emilio Ghione si trova in Germania intenzionato a girare tre film, riuscendo a portarne a termine solamente uno, a causa del rientro anticipato in Italia dovuto principalmente ai problemi di salute che lo porteranno a una sempre più maggiore difficoltà di assunzioni in ruoli anche marginali. I primi anni del nuovo decennio registrano una migrazione di massa di registi, attori, artisti e produttori in cerca di fortuna in paesi europei che non fanno fronte alla crisi produttiva che l’Italia sta passando. Dive e divi spendaccioni conoscono la miseria, altri hanno maggior fortuna: Francesca Bertini si fa chiamare contessa Cartier e Lyda Borelli contessa Cini. Complici la mediocre organizzazione produttiva, la tecnologia obsoleta, i costi eccessivi, la forte concorrenza col cinema nascente di Hollywood e anche un certo lato conservatore riguardo i generi letterari, melodrammatici e storici, (i feuilleton ripresi da testi classici e popolari sembrano resistere e ottenere ancora dell’entusiasmo da parte del pubblico), il cinema italiano pare stanco, malato e ha bisogno Continua a leggere

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Il mondo di carta di Lotte Reiniger – Aschenputtel (1922)

Recentemente ho potuto assistere ad un incontro organizzato dalla Cineteca di Bologna con Giannalberto Bendazzi, massimo guru della storia del cinema d’animazione mondiale che il nostro Paese ha la fortuna e l’onore di possedere. vlcsnap-2009-10-15-20h56m23s72 Rapita dalle poche ma sagaci parole del pacatissimo maestro, mi sono resa conto di essere totalmente ignorante sul cinema d’animazione muto, tralasciando il gatto Felix, il primo Mickey Mouse con la lingua di fuori e gli occhi allucinati, gli spettacoli di lanterna magica achmed26-bige Théâtre optique, i deliri del cinema futurista e le Continua a leggere