Spinto dall’entusiasmo, dopo la visione di El negro que tenía el alma blanca (1927), ho scelto di cercare di approfondire, per quanto possibile, la filmografia muta di Benito Perojo anche per cercare di capire se la qualità visiva e le interessanti scelte effettuate per girare quel film fossero un unicum oppure se facessero parte dello spirito del regista. Due sono i film che sono riuscito a recuperare e quello in condizioni migliori è La Condesa María (1928) che, se a livello contenutistico non è certo all’altezza del suo film precedente, non ha assolutamente deluso le mie aspettative. Continua a leggere
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El negro que tenía el alma blanca – Benito Perojo (1927)
Come intuirete dal titolo, parlare di El negro que tenía el alma blanca è estremamente complesso perché parla di una tematica delicata nel 1927 cercando forse di superare alcuni pregiudizi e problematiche sociali senza però, visto con gli occhi di oggi, riuscirci troppo. Partiamo da un presupposto: il termine “negro” in spagnolo non equivale allo spregiativo termine analogo italiano ma è interessante notare che nella versione francese, credo l’unica superstite ed editata dalla Lobster, si utilizzava comunque il corrispettivo spregiativo. Al di là del titolo e della tematica il film è però una piccola perla a livello realizzativo. Grazie a una fotografia splendida e agli effetti a cura del solito Segundo de Chomón, quello che appare su schermo è di una grazia e cura assolutamente stupefacenti. Il film rappresenta anche il trampolino di lancio per l’attrice e cantante Concha Piquer (o Conchita) una delle più grandi interpreti della copla spagnola. Andiamo con ordine, come al solito e partiamo dalla trama: Continua a leggere