Spinto dall’entusiasmo, dopo la visione di El negro que tenía el alma blanca (1927), ho scelto di cercare di approfondire, per quanto possibile, la filmografia muta di Benito Perojo anche per cercare di capire se la qualità visiva e le interessanti scelte effettuate per girare quel film fossero un unicum oppure se facessero parte dello spirito del regista. Due sono i film che sono riuscito a recuperare e quello in condizioni migliori è La Condesa María (1928) che, se a livello contenutistico non è certo all’altezza del suo film precedente, non ha assolutamente deluso le mie aspettative. Continua a leggere
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El negro que tenía el alma blanca – Benito Perojo (1927)
Come intuirete dal titolo, parlare di El negro que tenía el alma blanca è estremamente complesso perché parla di una tematica delicata nel 1927 cercando forse di superare alcuni pregiudizi e problematiche sociali senza però, visto con gli occhi di oggi, riuscirci troppo. Partiamo da un presupposto: il termine “negro” in spagnolo non equivale allo spregiativo termine analogo italiano ma è interessante notare che nella versione francese, credo l’unica superstite ed editata dalla Lobster, si utilizzava comunque il corrispettivo spregiativo. Al di là del titolo e della tematica il film è però una piccola perla a livello realizzativo. Grazie a una fotografia splendida e agli effetti a cura del solito Segundo de Chomón, quello che appare su schermo è di una grazia e cura assolutamente stupefacenti. Il film rappresenta anche il trampolino di lancio per l’attrice e cantante Concha Piquer (o Conchita) una delle più grandi interpreti della copla spagnola. Andiamo con ordine, come al solito e partiamo dalla trama: Continua a leggere
Il villaggio maledetto (La aldea maldita) – Florian Rey (1930)
Quando si parla di cinema spagnolo d’autore, soprattutto se si considera solo la prima metà del novecento, l’unico autore che solitamente viene alla memoria è Luis Bunuel e sul muto la storia sembra cominciare nell’anno in cui il muto sta per finire: il 1929 con Un chien andalou. Quella spagnola è certamente una cinematografia minore, con risultati ben lontani, in Europa, da Francia, Germania, Italia e paesi scandinavi, ma basta – come sempre in questi casi – cercare meglio, non fermarsi alle filmografie consigliate, per scoprire dei piccoli capolavori che, se studiati a dovere, non hanno nulla da invidiare ai capisaldi del genere.
Uno di questi è Il villaggio maledetto (titolo originale La aldea maldita) scritto e diretto da Florian Rey, girato nel ’29 e circolato Continua a leggere
Ladri, Pazzi e Visionari
Ed eccoci all’ultimo appuntamento con i corti, una sorta di “tutto quello di cui non abbiamo parlato fino ad oggi ma che merita di essere visto“. Sì perché questi quattro cortometraggi sono davvero divertenti e sono davvero meritevoli di essere trattati tutti insieme. Il viaggio per la Fantascienza del Cinema Muto ci ha fatto scoprire tanti cortometraggi interessanti ed è giusto finire in bellezza.
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– El Hotel Electrico – Segundo de Chomón (1905)
Come ci immaginiamo il futuro? Da sempre se pensiamo al nostro futuro tra un centinaio di anni lo immaginiamo pieno di stravaganti invenzioni e ricco di nuove incredibili tecnologie. Era così era anche nel 1905, quando Segundo de Chomón immaginava un Hotel elettrico, altresì un hotel controllato completamente da sistemi elettronici o da computer come diremmo noi oggi. Così quando i due protagonisti del nostro corto arrivano nell’incredibile Hotel Electrico, la loro valigia viene portata automaticamente nella Continua a leggere
Biancaneve (Blancanieves) – Pablo Berger (2012)
Dopo il successo di The Artist un altro film muto sta per affacciarsi nelle nostre sale cinematografiche: si tratta di Blancanieves, film di produzione franco-spagnola. Sebbene il film abbia visto la luce solo dopo The Artist, Biancaneve ha una genesi travagliata che nasce da un progetto del lontano 2005. Trovare una casa di produzione vogliosa di investire su un progetto muto si è infatti dimostra, come al solito, molto difficile. Ma Pablo Berger, qui nei panni di regista, produttore e sceneggiatore non ha mai smesso di coltivare il suo sogno ed infine, grazie ai fondi della francese Noodles Production, è riuscito a realizzarlo. La storia prende spunto dalla celebre fiaba dei Fratelli Grimm ambientandola nell’Andalusia degli anni 20′ mettendo al centro della vicenda la corrida.
Carmen de Triana (Imma Cuesta), ballerina e cantante di flamenco, è sposata ed aspetta un figlio dal celebre torero Antonio Villalta (Daniel Giménez Cacho). Durante una Continua a leggere