Non poteva mancare nel nostro piccolo spazio la bella trasposizione del romanzo di Alexandre Dumas realizzata nel 1921 da Fred Niblo. Il film era prodotto e interpretato dal grande Douglas Fairbanks, che acquistò grandissima fama per i suoi ruoli di eroi senza macchia e senza paura tra cui ricordiamo Zorro, Robin Hood, il Pirata Nero e, per l’appunto, il nostro D’Artagnan, giovane guascone con il sogno di servire il Re nel corpo dei Moschettieri. Il film fu un vero e proprio successo tanto che ebbe un seguito dal titolo “la maschera di ferro” (The Iron Mask) realizzato otto anni più tardi sempre prodotto ed interpretato dal nostro Fairbanks ma con la regia di Allan Dwan. Il sequel era distribuito in una doppia versione muta e sonora, ed aveva nel cast diversi attori che avevano partecipato al primo capitolo. Tra questi spicca sicuramente Nigel De Brulier, un Cardinale Richelieu talmente realistico da tornare negli stessi panni anche nei Continua a leggere
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La Zarina (Forbidden Paradise) – Ernst Lubitsch (1924)
Il nostro Lubitsch era da poco arrivato in America e aveva iniziato a lavorare in maniera quasi compulsiva. Abbiamo già visto come nel 1924 era uscita un’altra pellicola dello stesso regista: the marriage circle, commedia divertente e frizzante. La Zarina è un film diverso, ma che lascia comunque trasparire quel tipico “tocco alla Lubitsch” su cui mi piace tanto insistere. La storia narrata è stata ispirata dallo spettacolo teatrale The Czarina di Edward Sheldon (che aveva goduto di un discreto successo a Broadway) che riprendeva a sua volta l’omonimo libro ungherese di Lajos Biró e Melchior Lengyel. Purtroppo è molto difficile riuscire a vedere questo film e goderne pienamente. Per quanto mi risulta l’unica copia reperibile è in condizioni disastrose. Non sono a conoscenza di nessuna edizione in DVD o VHS, ho potuto visionare il film in una pessima versione con video pessimo, senza audio e Continua a leggere
Matrimonio in quattro (The marriage circle) – Ernst Lubitsch (1924)
The marriage circle è una delle primissime regie americane di Lubitsch, di cui abbiamo già avuto modo di parlare con Die Puppe (1919). Anche questa volta siamo di fronte a una commedia ironica e maliziosa in cui vengono messi in scena numerosi intrecci amorosi. Ritroviamo, fin dalle prime inquadrature, quel “tocco alla Lubitsch” che tanto ci aveva divertito con la sua arguzia e attenzione al dettaglio: proprio questa regna nel corso di tutto il film, quando le immagini indugiano su alcuni particolari (oggetti o espressioni significative), che contribuiscono alla comprensione e composizione della scena stessa.
Siamo a Vienna dove Mizzi (Marie Prevost, attrice “maledetta” che morirà a soli 38 anni per un infarto) è infelicemente sposata al Professor Stock (il grande Adolphe Menjou). In un vortice amoroso Mizzi cerca di Continua a leggere