Nel 1921 vedeva la luce il romanzo Dr. Mabuse, der Spieler di Norbert Jacques e il successo fu immediato. Rapito dal personaggio, Fritz Lang decise di girarne un film che fu presentato nel 1922. Per non perdere quasi nulla di quanto narrato nel romanzo, Lang decise di dividere il film in due parti principali: 1. Il grande giocatore: un quadro dell’epoca (Der große Spieler. Ein Bild der Zeit); 2.INFERNO: un dramma di uomini della nostra epoca (INFERNO. Ein Spiel von Menschen unserer Zeit). Il film a conti fatti non è molto dissimile da un Fantômas di Louis Feuillade nell’intenzione, ma l’attenzione del film è posta altrove. Dove nel serial francese è tutto teso all’azione ed alle peripezie del protagonista/antagonista, qui l’azione è quasi inesistente. Le vicende si svolgono con lentezza e l’attenzione dello spettatore è spostata al personaggio stesso del Dottor Mabuse, interpretato da Continua a leggere
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Una Donna nella Luna (Frau im Mond) – Fritz Lang (1929)
Ci sono film che si nascondono e aspettano in un angolo di essere riscoperti e presi per mano. Quando finalmente vengono rispolverati e quindi visti, sprigionano la loro enorme forza interiore capace di emozionare per le ragioni più disparate. Capita infatti che storie con cui sei cresciuto siano influenzate in tutto e per tutto da loro, senza che tu te ne sia mai reso conto dandole forse per scontate o come interamente frutto della fantasia dell’autore di turno. Quando però il velo si rompe e ti permette di vedere la verità, ti senti finalmente appagato e riconoscente nei confronti del film che hai appena riscoperto, con una nuova consapevolezza di quanto il mondo del muto abbia ancora da dare al pubblico moderno e con rinnovata voglia di scoprire e ricercare. Come avrete capito anche Frau im Mond mi ha fatto il medesimo effetto essendo cresciuto leggendo le avventure di Tintin che comprendono una in Continua a leggere
Metropolis – Fritz Lang (1927)
Prima ancora di “1984” di Orwell o del meno noto “Il nuovo mondo” (Brave New World) di Aldous Huxley, Thea von Harbou, allora moglie del regista, dava vita ad una storia destinata a restare nell’immaginario collettivo. Ispirandosi ai grandi autori di fantascienza come H.G. Wells (“La guerra dei mondi” “La macchina del tempo” “l’uomo invisibile“) Verne e Villiers de l’Isle-Adam (il cui “Eva Futura” sicuramente avrà contribuito ad influenzare la sceneggiatrice) e prendendo spunto dalle ideologie comuniste e nazional socialiste, la von Harbou descrive un mondo dal messaggio ambiguo e il cui vero messaggio resta ancora ambiguo. La città di Metropolis, invece, è merito di Fritz Lang che le diede quelle fattezze quando, andato in America per la presentazione de “I Nibelunghi“, rimase estremamente colpito dalla visione notturna della città di New York. Del resto gli enormi grattacieli, seppur conditi con elementi futuristici, non possono non ricordare la celebre metropoli statunitense.
Nel 2026 la città di Metropolis, governata da John Fredersen (Alfred Abel), vive grazie allo Continua a leggere