Con La Terre prosegue il nostro viaggio alla riscoperta di André Antoine grazie al Cinema Ritrovato. Questo film è, a leggere quello che si scrive su Filma, un “pretesto per le ricerche della verità e del naturale”, ed è forse uno dei film dove l’elemento naturalista si fonde più di tutti con quello verista che più conosciamo legato alla terra e ai possedimenti. Quasi tutto è girato in esterna e si ritrova ancora una volta a girare, al termine di una selezione accurata, delle aree proprio per dare maggiore veridicità possibile alle vicende che sta raccontando. L’area selezionata è quella di Beauce e viene utilizzata quasi totalmente luce naturale. Antoine è un uomo metodico e rigoroso quindi Continua a leggere
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Tu m’appartieni (Tu m’appartiens) – Maurice Gleize (1929)
La prima grande sorpresa positiva di questo Cinema Ritrovato 2022 è stato Tu m’appartiens, diretto da Maurice Gleize con attori di grossissimo calibro come Francesca Bertini e Rudolf Klein-Rogge (Dr. Mabuse). Escludendo l’incredibile restauro, che già da solo varrebbe il prezzo del biglietto, il film si contraddistingue subito per la sua costruzione ansiogena sottolineata da frasi ad effetto e dal tempo scandito quasi ossessivamente. Oltre a questo troviamo una sapiente capacità di costruire la narrazione per non far capire esattamente che ruolo hanno alcuni personaggi all’interno della narrazione. Un po’ come in The Lodger di Hitchcock non Continua a leggere
Nanuk l’esquimese (Nanook of the North) – Robert J. Flaherty (1922)
Nanook è il protagonista del film Nanuk l’eschimese (Nanook of the North, 1922) ed è un inuit del nord-est canadese, come inizialmente viene mostrato attraverso due inquadrature di carte geografiche animate. Nanook of the North è riconosciuto come il primo film documentario della storia del cinema e realizzato, dopo un anno di lavoro sul campo, grazie ai finanziamenti e alla commissione di commercianti canadesi di pellicce.
Robert J. Flaherty racconta, in una maniera alternativa al cinema spettacolare, la storia di Continua a leggere
I Miserabili (Les Misérables) – Albert Capellani (1912)
Cresciuto da piccolo leggendo Il mistero dei candelabri di Giovan Battista Carpi, non potevo poi, una volta diventato grande, leggermi il romanzo da cui la parodia era stata tratta, il mitico Les Misérables di Victor Hugo. Anche se potreste non amare le lunghe digressioni storiche o il suo stile, è difficile non rimanere colpiti dalla complessità dei personaggi raccontati dalla penna dell’autore e mi riferisco in particolare alle figure di Javert (Henri Étiévant) e Jean Valjean (Henry Krauss). Il primo è un ufficiale totalmente ligio al proprio lavoro che ha come unica macchia nella carriera quella di essersi lasciato scappare un prigioniero Jean Valjean, un uomo sostanzialmente Continua a leggere
Visages d’enfants – Jacques Feyder (1925)
Tra i vari film presentati nel corso di questo Cinema Ritrovato 2022 trova un piccolo spazio una versione ridotta di Visage D’enfants, film franco-svizzero di Feyder di cui sinceramente ignoravo l’esistenza. Chi mi segue da tempo saprà che i film drammatici di bambini per bambini non è che mi facciano impazzire anche se questo per certi versi è piuttosto apprezzabile. Qualche anno fa avevamo visto, sempre al Ritrovato, Historien om en gut (1919), un film norvegese che aveva per certi versi alcuni punti in comune. Generalmente, infatti, si parla di rapporti conflittuali con i genitori e di una fuga ad un certo punto del film. Qui la Continua a leggere
Balaoo, Le Collier de Kali e altri film di Jasset
Nella vasta produzione di Victorin-Hippolyte Jasset, Balaoo è forse uno dei film più bizzarri e particolari. Come in una sorta di Frankestein scimmiesco, Il Dr. Corolis (Henri Gouget) sperimenta un siero per rendere la scimmia Balaoo (Lucien Bataille) umana. L’esperimento non riesce proprio benissimo e questa inizia a creare problemi prima invaghendosi di Madeleine, figlia del dottore (Madeleine Grandjean), e poi fugge dopo essere stata rimproverata. Incontra il bracconiere Hubert (Camille Bardou) che diventa il suo padrone e lo costringe a Continua a leggere
Protéa – Victorin-Hippolyte Jasset (1913)
Nel 1908, lo abbiamo visto con Enrico Stamberghi, faceva capolino nelle sale italiane il mitico Nick Winter diretto da Victorin-Hippolyte Jasset per la Société Française des Films Éclair. Si trattò di una vera e propria rivoluzione che portò l’affermarsi del cinema di spionaggio in tutte le sue mille varianti. Ma perché non fare un personaggio femminile che potesse far appassionare e innamorare gli spettatori? Continua a leggere
Il Mistero della Torre Eiffel (Le Mystère de la Tour Eiffel) – Julien Duvivier (1928)
Quando ho scoperto questo film e ho visto il cognome del regista, Duvivier, non pensavo sinceramente fosse proprio Julien Duvivier, un regista che ho sempre associato agli anni ‘50/’60. Subito mi ha colpito la qualità della sua regia: dinamica, curata, piena di carrellate, riprese ardite e originali. Anche la storia è davvero ben diretta anche se a tratti veramente inconsistente. Non è però un caso, a mio avviso, che quest’ultima abbia delle carenze perché Le Mystère de la Tour Eiffel (1928) è in realtà una sorta di parodia dei film di azione, mistero e intrighi rientrando in un filone, ormai decisamente più maturo, che avevamo imparato a conoscere con Nick Winter. Vedendo il film ci si chiede di continuo quale possa essere stato il budget visto che troviamo così tante riprese incredibili tra cui spiccano sicuramente quelle sulla mitica Torre Eiffel dove vediamo i personaggi arrampicarsi su di essa senza mostrare minimamente paura di cadere nel vuoto grazie anche a riprese veramente ardite. Questa cura non corrisponde a una pesantezza generale proprio perché Continua a leggere
Figaro – Tony Lekain, Gaston Ravel (1929)
Con Figaro il cinema muto arriva, in un’epoca ormai dominata dal sonoro, ad abbracciare in un unico film la trilogia della famiglia d’Almaviva ovvero Il barbiere di Siviglia, Il matrimonio di Figaro e La madre colpevole. Se da una parte è interessante il tentativo di riportare tutta la vicenda in un unico film di certo questo ha l’inevitabile controindicazione di rendere la narrazione un po’ troppo compressa e sbrigativa a discapito, in particolare, dell’ultimo capitolo dell’epopea. Alcuni personaggi sono introdotti frettolosamente e non sono ben caratterizzati ma, bisogna dire, quantomeno che i personaggi principali sfuggono da questo problema.
La Condesa María – Benito Perojo (1927)
Spinto dall’entusiasmo, dopo la visione di El negro que tenía el alma blanca (1927), ho scelto di cercare di approfondire, per quanto possibile, la filmografia muta di Benito Perojo anche per cercare di capire se la qualità visiva e le interessanti scelte effettuate per girare quel film fossero un unicum oppure se facessero parte dello spirito del regista. Due sono i film che sono riuscito a recuperare e quello in condizioni migliori è La Condesa María (1928) che, se a livello contenutistico non è certo all’altezza del suo film precedente, non ha assolutamente deluso le mie aspettative. Continua a leggere