Il Mostro (The Monster) – Roland West (1925)

La vicenda raccontata in The Monster fa parte di un lungo filone che abbiamo già analizzano con Il castello degli spettri di Paul Leni (1927):”la commedia Horror”. Con questo termine mi piace intendere quella tipologia di film in cui le vicende, di base ambientate in case spettrali tra tranelli e sparizioni misteriose, sono condite con una spruzzata di comicità. In queste pellicole il protagonista, tutt’altro che il classico uomo tutto d’un pezzo, tra gag e pasticci arriva a risolvere il mistero. In questo caso la parte è affidata a Johnny Arthur, attore dalla lunga carriera, capace di superare la barriera del sonoro. Non avranno la stessa fortuna gli altri protagonisti della vicenda a partire dal nostro amato Lon Chaney, qui nel ruolo di uno scienziato pazzoide, fino alla bella di turno, Gertrude Olmstead, nota per la sua interpretazione in Cobra accanto al grande Rodolfo Valentino. The Monster è forse il film della trilogia “dark house” di West, che includeva anche Continua a leggere

The Life and Death of 9413 a Hollywood Extra – Robert Florey, Slavko Vorkapich (1928)

Chi non si è mai emozionato ascoltando Rhapsody in Blue di George Gershwin? Un giovane Robert Florey, francese con la passione del cinema trasferitosi in America, ascoltando questa splendida composizione ebbe l’idea per uno dei corti più celebri del cinema mondiale. Nel 1921, appena arrivato nel Nuovo Mondo, Florey era subito entrato nel mondo del cinema lavorando per Fairbanks come curatore della sua immagine per l’Europa. Iniziò inoltre a fare le prime esperienze come assistente alla regia per registi di poco conto, fino ad arrivare, poi, alla realizzazione di numerosi film, in particolare Continua a leggere

Shadows – Tom Forman (1922)

Ieri abbiamo parlato di Paul Leni, morto giovanissimo per la leucemia, oggi, invece, parleremo di una pellicola di Tom Forman,  morto suicida all’età di 33 anni. Con Shadows, Forman ci catapulta in un mondo fortemente imperniato dalla fede cristiana protestante, dove la morale sembra la linea guida di tutta la vicenda: tutto si gioca sul concetto di colpa, peccato, punizione e redenzione. La storia è tratta dal breve racconto “Ching, Ching, Chinaman” di Wilbur Daniel Steele adattata poi dallo sceneggiatore Eve Unsell.

La bella e gentile Sympathy (Marguerite De La Motte) è sposa del burbero pescatore Daniel Gibbs (Walter Long) il quale non perde mai occasione per rimproverarla. Un giorno questi, partito con i suoi compagni per la pesca, viene colto da una terribile tempesta. La mattina successiva solo uno di Continua a leggere

L’uomo che prende gli schiaffi (He who gets slapped) – Victor Sjöström (1924)

Tradotto orribilmente con “L’uomo che prende gli schiaffi“, questa pellicola rappresenta forse il film più bello del regista svedese Sjöström, uno dei tanti che non sopravviverà al passaggio al sonoro ma che  avrà modo di essere ricordato per un’importante interpretazione (all’età di 78 anni) ne “il posto delle fragole” di Bergman. Altrove ho visto il titolo tradotto con “Colui che…” ma forse è uno dei tanti casi in cui la trasposizione in un’altra lingua non rende merito all’originale. La storia è tratta dall’omonima opera di Leonid Andreyev, autore teatrale che aveva lottato per la Rivoluzione Russa, ma che non aveva mancato di rendere nota la sua avversione ai bolscevichi. Per questi dissidi politici era stato costretto a scappare in Finlandia, dove si suiciderà nel 1919. Continua a leggere