Ridi Pagliaccio! (Laugh, Clown, Laugh) – Herbert Brenon (1928)

Herbert Brenon, regista irlandese noto per film come Peter Pan o Beau Geste, porta sicuramente nei suoi lavori la primordiale esperienza teatrale. In Ridi Pagliaccio! (divertente vedere la scritta originale all’interno del film che riporta “Ridi Pagliacci” senza la o) molte scene ricordano da vicino le dinamiche del teatro e non a caso parte dello stesso film è ambientato proprio in una di queste strutture. Lon Chaney, a 4 anni da He who gets slupped, riveste i panni del clown alle prese con forti contrasti interni. Parte della vicenda si concentra proprio sul dramma di un uomo costretto a far ridere le persone, quando in realtà il suo cuore è distrutto dal dolore. Il soggetto è stato scritto a quattro mani dal grande David Belasco insieme a Tom Cushing.

Siamo in Italia e la compagnia Simon (Bernard Siegel) e Tito (Lon Chaney), gira le cittadine con il suo spettacolo. A termine di uno di Continua a leggere

La Vedova Allegra (The Merry Widow) – Erich von Stroheim (1925)

Von Stroheim era un regista che viveva di passioni, quando aveva un’idea in mente cercava di perseguirla fino a che non riusciva a metterla in atto, possibilmente a modo suo. Queste sue fissazioni lo hanno sicuramente limitato nel corso della sua carriera, ma comunque hanno contribuito a creare il mito intorno a lui. La vicenda raccontata nel “la vedova allegra” è  tratta dall’omonima operetta di Franz Lehár con libretto di Victor Léon e Leo Stein. Nonostante sia uno dei film meno ricordati del regista, è sicuramente il meno martoriato dai tagli, forse perché Von Stroheim era riuscito, per una volta, a fare un lavoro che andava incontro alle esigenze della produzione. Ovviamente non tutto poteva però filare liscio ed il montaggio finale, a causa della scadenza del contratto con la MGM, non fu fatto dal regista viennese ma da Irving Thalberg, che comunque seguì le linee guida del Continua a leggere

Lo Sconosciuto (The Unknown) – Tod Browning (1927)

Tod Browning è sicuramente un regista particolare che porta sempre nel suo cuore il mondo del circo e dei Freaks (a cui dedicherà nel 1932 lo splendido omonimo film). Ho già avuto modo di citare The Unknown nel primo post di questo blog, quando parlavo di The Man Who Laughs, non a caso altra pellicola che analizza la vita circense, ma avrei potuto dire la stessa cosa riguardo He who gets slapped. Non so se qualcuno ha già trattato l’argomento, ma credo sarebbe interessante studiare l’attenzione che questi primi sceneggiatori e registi avevano nei riguardi di questo mondo tanto strano e particolare, tanto da spingerli a rappresentarlo in numerose pellicole, per la maggior parte (caso decisamente raro) rimaste intatte. Forse proprio per la sua stravaganza e particolarità, oltre alle numerose maldicenze che circolano nei confronti di chi fa questa vita, il circo era un terreno ideale per ambientare le proprie storie come mondo adatto a stupire ed incantare. Continua a leggere

L’uomo che prende gli schiaffi (He who gets slapped) – Victor Sjöström (1924)

Tradotto orribilmente con “L’uomo che prende gli schiaffi“, questa pellicola rappresenta forse il film più bello del regista svedese Sjöström, uno dei tanti che non sopravviverà al passaggio al sonoro ma che  avrà modo di essere ricordato per un’importante interpretazione (all’età di 78 anni) ne “il posto delle fragole” di Bergman. Altrove ho visto il titolo tradotto con “Colui che…” ma forse è uno dei tanti casi in cui la trasposizione in un’altra lingua non rende merito all’originale. La storia è tratta dall’omonima opera di Leonid Andreyev, autore teatrale che aveva lottato per la Rivoluzione Russa, ma che non aveva mancato di rendere nota la sua avversione ai bolscevichi. Per questi dissidi politici era stato costretto a scappare in Finlandia, dove si suiciderà nel 1919. Continua a leggere

L’uomo che ride (The Man Who Laughs) – Paul Leni (1928)

A un anno dal suo trasferimento in america Paul Leni ci regala forse il suo capolavoro, di certo il film più bello della sua breve esperienza nel nuovo mondo che si interromperà appena un anno dopo a causa di una devastante leucemia. Questo film con il suo forte impatto visivo ha stuzzicato l’immaginario delle generazioni successive tanto da dar vita a uno dei più noti cattivi della storia dei fumetti, Joker di Batman. Ma la storia parte da lontano, da un drammatico romanzo di Victor Hugo, L’homme qui rit per l’appunto, uno degli ultimi scritti dall’autore francese e pubblicato nel 1869.

Semplificando il lungo romanzo d’oltralpe, lo sceneggiatore (Grubb Alexander) ci mette di fronte alla cattura per tradimento di Lord Clancharlie da parte degli uomini del malvagio Re Giacomo II di Inghilterra (tra cui spicca l’astuto buffone di corte Barkilphedro interpretato da uno splendido Brandon Hurst). Prima di essere ucciso, chiuso in un Continua a leggere