Con Cainà il cinema italiano si sposta in Sardegna per omaggiarla con uno stile naturalista e attento degno di Grazia Deledda. Ma la particolarità del film non è solamente la sua attenzione al folklore, cosa che lo rende un documento inestimabile, ma anche la sua capacità di dare vita a un personaggio femminile molto interessante e mosso da motivazioni diverse dal solito, più umane e legate alla letteratura delle origini. Come una nuova Ulisse, Cainà, personaggio creato da un soggetto di Adriano Piacitelli e Maria Jacobini (che interpreta anche la protagonista) e sceneggiata poi dal futuro marito e regista del film Gennaro Righelli, è infatti pervasa da Continua a leggere
Archivi tag: Cinema Muto
I Miserabili (Les Misérables) – Albert Capellani (1912)
Cresciuto da piccolo leggendo Il mistero dei candelabri di Giovan Battista Carpi, non potevo poi, una volta diventato grande, leggermi il romanzo da cui la parodia era stata tratta, il mitico Les Misérables di Victor Hugo. Anche se potreste non amare le lunghe digressioni storiche o il suo stile, è difficile non rimanere colpiti dalla complessità dei personaggi raccontati dalla penna dell’autore e mi riferisco in particolare alle figure di Javert (Henri Étiévant) e Jean Valjean (Henry Krauss). Il primo è un ufficiale totalmente ligio al proprio lavoro che ha come unica macchia nella carriera quella di essersi lasciato scappare un prigioniero Jean Valjean, un uomo sostanzialmente Continua a leggere
I Figli di Sansonia – Filippo Costamagna (1920)
Il Cinema Ritrovato in questi anni ha dato vita a un processo di riscoperta delle opere di Sansone/Luciano Albertini tirando fuori film con elementi bizzarri e divertenti. Ho ancora stampato in mente, tanto per fare un esempio, Sansone e la ladra di atleti (1919) con il mitico Girardengo ad avere un ruolo da attore. La saga continua anche negli anni successivi e con I Figli di Sansonia assistiamo a un momento importante con la mimesi totale tra Albertini e Sansone. I veri protagonisti sono infatti Sansonette (Linda Abertini) e i piccoli Patata (Aldo Mezzanotte) e Arnold perché Sansonia (qui così chiamato) è all’estero a girare un film di cui per altro manda degli spezzoni Continua a leggere
Anna-Liisa – Teuvo Puro & Jussi Snellman (1922)
Con Anna-Liisa torna il cinema finlandese al Cinema Ritrovato ma anche su E Muto Fu visto che ne abbiamo colpevolmente parlato solo un annetto fa con Mustalaishurmaaja (1929) e i suoi scontri tra gitani. Qui passiamo ad un ambito sempre per certi versi legato all’amore ma decisamente più moraleggiante e vicino ad altre opere che abbiamo imparato a conoscere nel cinema svedese. Il film si ispira a un romanzo della scrittrice Minna Canth, sempre molto attenta alle tematiche dei diritti delle donne e che qui mette in scena un contesto molto complesso in cui una donna si ritrova a dover subire il dramma ad un passo dalla Continua a leggere
Visages d’enfants – Jacques Feyder (1925)
Tra i vari film presentati nel corso di questo Cinema Ritrovato 2022 trova un piccolo spazio una versione ridotta di Visage D’enfants, film franco-svizzero di Feyder di cui sinceramente ignoravo l’esistenza. Chi mi segue da tempo saprà che i film drammatici di bambini per bambini non è che mi facciano impazzire anche se questo per certi versi è piuttosto apprezzabile. Qualche anno fa avevamo visto, sempre al Ritrovato, Historien om en gut (1919), un film norvegese che aveva per certi versi alcuni punti in comune. Generalmente, infatti, si parla di rapporti conflittuali con i genitori e di una fuga ad un certo punto del film. Qui la Continua a leggere
Salomé – Charles Bryant, Alla Nazimova (1922/1923)
Cercare di dare un senso alla Salomé di Charles Bryant e Alla Nazimova è davvero complicato perché nel mio io di spettatore si sono create due fazioni entrambe molto forti. Da una parte un’ammirazione sconfinata per un lavoro coreografico e scenografico incredibile con una Nazimova capace di dare vita ad una vera e propria performance estremamente complessa ed elaborata, dall’altra un totale rifiuto per tutto il resto a partire dalla narrazione per passare all’aspetto prettamente visivo. La Salomé si ispira a piene mani all’opera di Oscar Wilde e i costumi stessi, della solita Natacha Rambova, si ispirano alle illustrazioni di Aubrey Beardsley per la premiére della tragedia. Ma questa pomposità e gli eccessi si ritrovano a Continua a leggere
Balaoo, Le Collier de Kali e altri film di Jasset
Nella vasta produzione di Victorin-Hippolyte Jasset, Balaoo è forse uno dei film più bizzarri e particolari. Come in una sorta di Frankestein scimmiesco, Il Dr. Corolis (Henri Gouget) sperimenta un siero per rendere la scimmia Balaoo (Lucien Bataille) umana. L’esperimento non riesce proprio benissimo e questa inizia a creare problemi prima invaghendosi di Madeleine, figlia del dottore (Madeleine Grandjean), e poi fugge dopo essere stata rimproverata. Incontra il bracconiere Hubert (Camille Bardou) che diventa il suo padrone e lo costringe a Continua a leggere
Protéa – Victorin-Hippolyte Jasset (1913)
Nel 1908, lo abbiamo visto con Enrico Stamberghi, faceva capolino nelle sale italiane il mitico Nick Winter diretto da Victorin-Hippolyte Jasset per la Société Française des Films Éclair. Si trattò di una vera e propria rivoluzione che portò l’affermarsi del cinema di spionaggio in tutte le sue mille varianti. Ma perché non fare un personaggio femminile che potesse far appassionare e innamorare gli spettatori? Continua a leggere
Gli Stigmatizzati (Die Gezeichneten) – Carl Theodor Dreyer (1922)
Primo giorno di Cinema Ritrovato 2022 tra croce e delizia! Da cosa cominciare dunque? Proprio dalla croce, ovvero Die gezeichneten di Carl Theodor Dreyer, un film decisamente…impegnativo. Si parte da un inizio ripieno di didascalie esplicative lunghissime con poche scene girate o nulle per poi impelagarsi in una vicenda estremamente dettagliata che mi ha dato subito l’impressione di essere frutto dell’unione di una o più storie. In effetti è proprio così: quando Dreyer decise di adattare Elsker hverandre di Aage Madelung, prese due vicende separate unendole in maniera a mio avviso non propriamente ottimale. Da una parte abbiamo infatti la storia di un giovane che Continua a leggere
Gräfin Küchenfee (De keukenmeid als gravin) – Rudolf Biebrach (1918)
Vedere Henny Porten alle prese con ruoli comici mi fa sempre un certo effetto perché la immagino più che altro nelle sue produzioni drammatiche o “seriose”. La abbiamo già conosciuta in questa veste con Kohlhiesels Töchter di Ernst Lubitsch (1920) dove, in compagnia con Emil Jannings, interpretava due sorelle agli opposti. Anche qui, sempre per scopi comici, la Porten si ritrova a dover interpretare due personaggi molto distinti tra loro ma questa volta per via del loro Continua a leggere