Sangue e Arena (Blood and Sand) – Fred Niblo (1922)

Sangue e Arena è un titolo che, ancora prima di mostrare il suo cast e la sua storia, sembra fatto per diventare mitico e imperituro. L’idea che viene in mente senza neanche aver visto il film è quello di combattimento all’ultimo sangue all’interno di un’arena (Gladiatori? Corrida?) con uomini virtuosi e valorosi. Le prime scene chiariscono il resto: siamo al solito e tanto amato film di ambientazione spagnola con la corrida, ancora più nel dettaglio troviamo il solito binomio tra donna fatale e spietata contro quella angelica e devota. Protagonista assoluto è Rodolfo Valentino, probabilmente l’attore Continua a leggere

Il Mistero della Torre Eiffel (Le Mystère de la Tour Eiffel) – Julien Duvivier (1928)

mystere_tour_eiffelQuando ho scoperto questo film e ho visto il cognome del regista, Duvivier, non pensavo sinceramente fosse proprio Julien Duvivier, un regista che ho sempre associato agli anni ‘50/’60. Subito mi ha colpito la qualità della sua regia: dinamica, curata, piena di carrellate, riprese ardite e originali. Anche la storia è davvero ben diretta anche se a tratti veramente inconsistente. Non è però un caso, a mio avviso, che quest’ultima abbia delle carenze perché Le Mystère de la Tour Eiffel (1928) è in realtà una sorta di parodia dei film di azione, mistero e intrighi rientrando in un filone, ormai decisamente più maturo, che avevamo imparato a conoscere con Nick Winter. Vedendo il film ci si chiede di continuo quale possa essere stato il budget visto che troviamo così tante riprese incredibili tra cui spiccano sicuramente quelle sulla mitica Torre Eiffel dove vediamo i personaggi arrampicarsi su di essa senza mostrare minimamente paura di cadere nel vuoto grazie anche a riprese veramente ardite. Questa cura non corrisponde a una pesantezza generale proprio perché Continua a leggere

Figaro – Tony Lekain, Gaston Ravel (1929)

figaro_afficheCon Figaro il cinema muto arriva, in un’epoca ormai dominata dal sonoro, ad abbracciare in un unico film la trilogia della famiglia d’Almaviva ovvero Il barbiere di Siviglia, Il matrimonio di Figaro e La madre colpevole. Se da una parte è interessante il tentativo di riportare tutta la vicenda in un unico film di certo questo ha l’inevitabile controindicazione di rendere la narrazione un po’ troppo compressa e sbrigativa a discapito, in particolare, dell’ultimo capitolo dell’epopea. Alcuni personaggi sono introdotti frettolosamente e non sono ben caratterizzati ma, bisogna dire, quantomeno che i personaggi principali sfuggono da questo problema.

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La Condesa María – Benito Perojo (1927)

condesa_mariaSpinto dall’entusiasmo, dopo la visione di El negro que tenía el alma blanca (1927), ho scelto di cercare di approfondire, per quanto possibile, la filmografia muta di Benito Perojo anche per cercare di capire se la qualità visiva e le interessanti scelte effettuate per girare quel film fossero un unicum oppure se facessero parte dello spirito del regista. Due sono i film che sono riuscito a recuperare e quello in condizioni migliori è La Condesa María (1928) che, se a livello contenutistico non è certo all’altezza del suo film precedente, non ha assolutamente deluso le mie aspettative. Continua a leggere

L’ultimo Roméo Bosetti

Bosetti1Abbiamo lasciato il nostro Roméo Bosetti alla Pathé con le sue due maschere principali: Little Moritz e Rosalie. Ma la creatività del “Re del burlesque” non finisce certo qui. Numerose sono le maschere che creò o di cui diresse qualche episodio. Tra quest’ultime anche quella di Léontine creata da Rollini e di cui Bosetti diresse alcuni corti di cui il più celebre è Léontine garde la maison (1912). Protagonista è una ragazzina di tredici anni con il volto angelico e i boccoli d’oro ma capace, come un uragano, di portare caos e distruzione ovunque si trovi. In Léontine en vacances (it. Léontine in vacanza – 1910) la ragazza viene mandata in vacanza dagli zii e gli distrugge casa mentre nel già citato Léontine garde la maison (it. Léontine bada alla casa – 1912) la mamma lascia sola la giovane con il fratellino e il cane e nel tentativo di fare le faccende di casa la distrugge. Finita qui? Continua a leggere

Il rapimento del banchiere Fux (Únos bankéře Fuxe) – Karel Anton (1923)

Únos bankéře FuxeNoto anche come Sherlock Holmes II, questa commedia riprende a tratti quelle tedesche sbarazzine che hanno avuto in Lubitsch il massimo esponente, per discostarsene un po’, forse in peggio, con tratti tipici locali. Come spesso capita in queste aree periferiche la sensazione è quella che ad un certo punto si siano voluti aggiungere elementi un po’ a caso per sfruttare successi vari. Inutile dire che la presenza di uno Sherlock Holmes II è una di queste ma, come abbiamo visto, non si tratta di un unicum locale visto che in Repubblica Ceca ci avevano già scherzato con Continua a leggere

La Femme rêvée e l’ultimo Durand drammatico

femme_revee_posterFinita la guerra finisce anche il divertimento per Jean Durand e i Pouittes. Durante la guerra il nostro regista, per via di un’operazione che aveva subito durante il servizio militare giovanile, non vedrà mai il fronte facendo prima servizio da guardiano di magazzini e poi inizia a girare qualche film propagandistico sul finale della guerra. Terminato il conflitto tenta di riprendere la sua carriera registica ma il suo cinema non è più quello che viene ora ricercato. Continua a leggere

La Bambola Vivente – Luigi Maggi (1924)

Maria-RoasioIl progetto fantascienza è uno di quelli più ambiziosi che ha accompagnato i primi anni del sito e ogni tanto riesco a recuperare qualche film che non ero riuscito a vedere perché non reperibile. Un numero di produzioni così ampie non sempre permette di visionare cose decenti o guardabili ma a volte ci sono delle piccole sorprese. Sarà il caso di La bambola vivente? Cominciamo dal titolo, davvero evocativo e che mi riporta alla mente La bambola di carne (ger. die Puppe) di Lubitsch con Ossi Oswalda o La bambola del diavolo (en. The Devil-Doll), uno dei miei film preferiti di Browning. Avrà qualcosa in comune con questi due titoli? Ve lo anticipo, non Continua a leggere

Roméo Bosetti, il re del burlesque

Bosetti2Roméo Bosetti è stato importante per il cinema comico quanto è stato inafferrabile dalla storia del cinema. Jean Mitry diceva di lui che era sostanzialmente il creatore del genere slapstick e burlesco, ancora prima che Jean Durand e Mack Sennett potessero anche solo pensarlo. Per anni (1906-1914) è stato sempre in grado di macinare un film dietro l’altro ottenendo grande successo, e poi? Scomparso per sempre. Langlois tentò di trovarlo e portarlo davanti alla sua celebre commissione delle ricerche storiche della Cinématèque Française ma senza successo. I suoi film? Per la maggior parte perduti… Continua a leggere

El negro que tenía el alma blanca – Benito Perojo (1927)

negro_alma_blancaCome intuirete dal titolo, parlare di El negro que tenía el alma blanca è estremamente complesso perché parla di una tematica delicata nel 1927 cercando forse di superare alcuni pregiudizi e problematiche sociali senza però, visto con gli occhi di oggi, riuscirci troppo. Partiamo da un presupposto: il termine “negro” in spagnolo non equivale allo spregiativo termine analogo italiano ma è interessante notare che nella versione francese, credo l’unica superstite ed editata dalla Lobster, si utilizzava comunque il corrispettivo spregiativo. Al di là del titolo e della tematica il film è però una piccola perla a livello realizzativo. Grazie a una fotografia splendida e agli effetti a cura del solito Segundo de Chomón, quello che appare su schermo è di una grazia e cura assolutamente stupefacenti. Il film rappresenta anche il trampolino di lancio per l’attrice e cantante Concha Piquer (o Conchita) una delle più grandi interpreti della copla spagnola. Andiamo con ordine, come al solito e partiamo dalla trama: Continua a leggere