Ad un certo punto della storia del cinema si faceva un po’ a gara a fare i “primi film” di un po’ di tutto. Nel 1924, ad esempio, venne fatto His Busy Hour, diretto forse da Albert Ballin, che includeva un cast composto solo da persone sorde. Cito questo perché, da specializzato sul sostegno per altro con tesi teorica sulla sordità, si tratta di una di quelle pellicole difficilmente reperibili che vorrei tanto vedere. Within Our Gates è invece un film composto da cast principalmente afroamericano e che porta avanti, come è giusto che sia, la problematica relativa all’uguaglianza dei diritti. Il regista è Oscar Micheaux, considerato uno dei primi registi afroamericani della storia del film e autore di molti di questi “race movie” di cui Within Our Gates era uno dei primissimi. Penso sia sempre bello sapere che già nel primo ‘900 ci fossero persone che avevano a cuore determinate tematiche. Lo abbiamo visto in passato, ad esempio, con Anders als die Andern (it. Diverso dagli altri) e lo andremo a vedere oggi con questo film:
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Max Linder specchio della sua epoca
Max Linder, lo abbiamo visto nello scorso articolo, fu probabilmente il primo grande divo del cinema, un uomo capace di cambiare le regole dello show business ottenendo i primi contratti onerosi per le case di produzione. Ma perché un successo così grande? Da una parte abbiamo la sua grande ingegnosità e impegno, dall’altra è anche evidente che Il suo grande successo derivi dal suo essere specchio della sua epoca. Max Linder metteva in scena vizi e virtù della borghesia e grazie a questo riusciva probabilmente a riunire un pubblico eterogeneo rappresentato sia da quelli che si rispecchiavano in quanto veniva raccontato che da quelli che disprezzavano quel mondo e lo Continua a leggere
The Informer – Arthur Robison (1929)
Questa volta davvero non riesco a capire come questo film sia così poco citato perché ha veramente tutto per essere apprezzato: una trama ben costruita, tanta azione, una fotografia curatissima e un cast stellare con, tra gli altri, Lars Hanson e Lya de Putti. Da qualche anno si è aggiunta anche una splendida versione restaurata con un accompagnamento musicale riuscitissimo che permette di godersi l’esperienza visiva al massimo. Io personalmente ho scoperto The Informer solo perché era uno di quei rari film di cui abbiamo sia la versione muta che sonora e chi mi conosce saprà sicuramente quanto sia affascinato da essi così come dai remake operati dallo stesso regista. A tal proposito è sicuramente più noto il remake fatto da Continua a leggere
Priscilla Dean e Tod Browning: la regina dei sobborghi
Qualche settimana fa aveva iniziato una rassegna dedicata ai film del duo Browning-Dean dove riscontravamo, di fatto, un doppio macro filone. Da una parte abbiamo i film di ambientazione esotica, di cui abbiamo già parlato, dall’altra quelli dei sobborghi, di cui invece ci occuperemo oggi. Se devo esprimere una preferenza persona, questa seconda tipologia è quella a mio avviso più riuscita, anche perché, in due casi su tre, troviamo anche il mio amato Lon Chaney nel ruolo di antagonista. Segnalo che, tra questi, Outside the law è già stato trattato ai primordi del sito e pertanto è escluso da questa lista. In appendice troverete qualche parola su The Exquisite Thief (1922) che era presente in forma frammentaria (appena 8 minuti) nel mitico ritrovamento di Dawson City e che si trova, come extra, nel documentario edito in Italia dalla Cineteca di Bologna. Premetto che acquistai l’edizione Continua a leggere
Avversario segreto (Die Abenteurer G.m.b.H.) – Fred Sauer (1929)
Da appassionato dei grandi classici mi sono sempre chiesto. Esiste un film muto tratto da un romanzo di Agatha Christie? La risposta è sì, ed è Die Abenteurer G.m.b.H. tratto da The Secret Adversary del 1922. Non è, in realtà, l’unico adattamento da un romanzo della nota giallista. Un anno prima, infatti, era stato rilasciato The Passing of Mr Quinn che però è andato perduto. Il film è tratto da una serie minore della Christie dedicata ai detective dilettanti Tommy e Tuppence, che qui, forse perché il film è preservato nella sua versione per il mercato belga, prendono i nomi di Pierre Laffitte e Lucienne Fermont. Davvero un peccato che non esistano adattamenti con Continua a leggere
Signore e Signori, ecco a voi Max Linder!
Torna il grande cinema comico sulle pagine di E Muto Fu e con quello che considero il grande pioniere del genere. Lo avrete letto dal titolo, oggi si parla di Max Linder e ne scrivo mosso da un sentimento strano. Da una parte c’è il grande artista, dall’altra l’ombra della sua dipartita. Per chi non lo sapesse, il 31 ottobre 1925 Max Linder e la giovanissima moglie Ninette Peters vengono trovati morti in circostanze non del tutto chiarite. Le ragioni del gesto sono sconosciute e su cosa sia accaduto ci sono due versioni: alcuni vogliono che i due si siano uccisi al termine di un legame malato che li ha portati a voler morire assieme; per i più si tratta invece di un omicidio-suicidio da parte di Linder, quello che oggi viene chiamato più correttamente femminicidio. Per entrambe le Continua a leggere
Fitzgerald e l’Oxilia segreto
Comincio con ringraziare di cuore Patrizia Deabate che mi ha dato la possibilità di leggere questo libro. Come sapete non sono uno studioso di cinema ma ho comunque l’impostazione da storico. Come tale, mi sono trovato di fronte a una ricerca veramente ben costruita, figlia di una ricerca bibliografica e documentaria molto ricca. Troverete in questo articolo una recensione che spero possa chiarirvi in breve il contenuto del libro e spingervi eventualmente all’acquisto o la consultazione in biblioteca. Premetto che il cinema muto viene toccato in parte ma che protagonisti assoluti sono due autori a tutto tondo che hanno saputo muoversi tra le arti, cinema incluso. Un’altrettanta grande ecletticità, almeno a livello di fruizione, mi sembra di ritrovarla nell’autrice che, con le citazioni e i riferimenti, si muove agevolmente negli ambiti più differenti passando da Platone a Marinetti, dalla Bibbia alle Flappers e al cinema.
Con Il misterioso caso del “Benjamin Button” da Torino a Hollywood, Patrizia Deabate presenta un suggestivo parallelismo tra Nino Oxilia e Francis Scott Fitzgerald, due personalità poliedriche e tra loro legate Continua a leggere
Priscilla Dean e Tod Browning: un viaggio esotico
Nel periodo di passaggio tra gli anni ’10 e ’20 del 900, assistiamo a una feconda collaborazione tra Tod Browning e Priscilla Dean che sembra essere molto più forte di quella tra il regista e Lon Chaney. Si parte da Which Woman? (1918) in cui Tod Browning subentra come regista a Pollard, proseguendo con The Brazen Beauty, The Wicked Darling, The Exquisite Thief, The Virgin of Stamboul, Outside the law, Under two flags, Drifting e, in ultimo, White Tiger nel 1923. Di questi, per capirci, solo due vedono Lon Chaney e in entrambi i film interpreta praticamente lo stesso ruolo, quello del malavitoso ingestibile ed efferato. Questo è un periodo in cui Browning sperimenta poco e presenta film in cui Priscilla Dean interpreta, in due ambientazioni distinte, sostanzialmente Continua a leggere
Le Giovani Aquile (Noored Kotkad) – Theodor Luts (1927)
Negli anni ’20, dopo la creazione di tanti piccoli stati nazionali a partire dalla fine dei grandi imperi, abbiamo imparato a vedere tanti film nazionalistici più o meno riusciti. Noored Kotkad è uno di questi ma ha comunque una storia particolare che potete recuperare sfogliando il catalogo delle Giornate del cinema muto di Pordenone del 2019. Il film racconta le vicende del neonato stato Estone alle prese con l’invasione sovietica e della conseguente guerra di indipendenza che andò dal 1918 al 1920. Incredibilmente uno stato così piccolo riuscì a vincere contro le forze nemiche e dichiarare la sua indipendenza grazie anche all’arruolamento volontario di tanti giovani.
La peculiarità di questo film, rispetto ad altri dello stesso tipo, è una componente comica molto alla Svejk in cui Continua a leggere
Lo zingaro ammaliatore (Mustalaishurmaaja) – Valentin Vaala (1929)
Oggi non è più così, ma fino almeno alla prima metà del ‘900 c’era un grande interesse cinematografico verso gli usi e i costumi “gipsy” e fioccavano quindi film in cui si mettevano in evidenza la loro passionalità ma anche estrema impulsività. Non si trattava di un interesse limitato a un singolo stato ma era piuttosto trasversale. Per esempio abbiamo in Francia La Folie des Vaillants della Dulac (1925) e nell’allora Cecoslovacchia Cikáni (1922). Anche il mio amato Von Stroheim si era interessato al “genere” tanto da volerne fare un film, Paprika, che divenne invece un romanzo.
Quali sono le caratteristiche tipiche di queste opere? In genere abbiamo molta attenzione alle usanze, una storia d’amore drammatico e tristi presagi che, come in un flash forward, sono uno specchio per il finale generalmente Continua a leggere