Priscilla Dean e Tod Browning: un viaggio esotico

priscilladean2Nel periodo di passaggio tra gli anni ’10 e ’20 del 900, assistiamo a una feconda collaborazione tra Tod Browning e Priscilla Dean che sembra essere molto più forte di quella tra il regista e Lon Chaney. Si parte da Which Woman? (1918) in cui Tod Browning subentra come regista a Pollard, proseguendo con The Brazen Beauty, The Wicked Darling, The Exquisite Thief, The Virgin of Stamboul, Outside the law, Under two flags, Drifting e, in ultimo, White Tiger nel 1923. Di questi, per capirci, solo due vedono Lon Chaney e in entrambi i film interpreta praticamente lo stesso ruolo, quello del malavitoso ingestibile ed efferato. Questo è un periodo in cui Browning sperimenta poco e presenta film in cui Priscilla Dean interpreta, in due ambientazioni distinte, sostanzialmente Continua a leggere

Le Giovani Aquile (Noored Kotkad) – Theodor Luts (1927)

BílyrajNegli anni ’20, dopo la creazione di tanti piccoli stati nazionali a partire dalla fine dei grandi imperi, abbiamo imparato a vedere tanti film nazionalistici più o meno riusciti. Noored Kotkad è uno di questi ma ha comunque una storia particolare che potete recuperare sfogliando il catalogo delle Giornate del cinema muto di Pordenone del 2019. Il film racconta le vicende del neonato stato Estone alle prese con l’invasione sovietica e della conseguente guerra di indipendenza che andò dal 1918 al 1920. Incredibilmente uno stato così piccolo riuscì a vincere contro le forze nemiche e dichiarare la sua indipendenza grazie anche all’arruolamento volontario di tanti giovani.

La peculiarità di questo film, rispetto ad altri dello stesso tipo, è una componente comica molto alla Svejk in cui Continua a leggere

Lo zingaro ammaliatore (Mustalaishurmaaja) – Valentin Vaala (1929)

BílyrajOggi non è più così, ma fino almeno alla prima metà del ‘900 c’era un grande interesse cinematografico verso gli usi e i costumi “gipsy” e fioccavano quindi film in cui si mettevano in evidenza la loro passionalità ma anche estrema impulsività. Non si trattava di un interesse limitato a un singolo stato ma era piuttosto trasversale. Per esempio abbiamo in Francia La Folie des Vaillants della Dulac (1925) e nell’allora Cecoslovacchia Cikáni (1922). Anche il mio amato Von Stroheim si era interessato al “genere” tanto da volerne fare un film, Paprika, che divenne invece un romanzo.

Quali sono le caratteristiche tipiche di queste opere? In genere abbiamo molta attenzione alle usanze, una storia d’amore drammatico e tristi presagi che, come in un flash forward, sono uno specchio per il finale generalmente Continua a leggere

Un triste sorriso: da Broken Blossoms a Joker

lillianGish_forced_smileSapete la mia ritrosia nel parlare di film cult o che comunque hanno fatto la storia del medium cinematografico. Che cosa posso aggiungere io di più? Per me però Broken Blossoms è racchiuso in un gesto diventato immortale, quello della protagonista che si disegna in maniera forzata un sorriso tirando su gli angoli della bocca con le dita. Tutti volenti e nolenti, vi sarete imbattuti in questo gesto ed è entrato di fatto all’interno della cultura pop mondiale. Ma è possibile ricostruire una storia di questo triste sorriso? Voglio provarci, in maniera semiseria, con questo articolo che non ha alcuna pretesa di essere completo.

Partiamo quindi da Broken Blossoms di Griffith dove a realizzare questo gesto è Lucy Burrows (Lillian Gish), figlia di un pugile spietato e alcolizzato che dopo averla maltrattata le chiede almeno di mettere su un sorriso. Il gesto, secondo la tradizione, venne Continua a leggere

I Racconti di Hoffmann (Hoffmanns Erzählungen) – Richard Oswald (1916)

hoffmannIl film di cui parliamo oggi è una delle prime trasposizione cinematografiche di Les contes d’Hoffmann, opera in cinque atti di Offenbach su libretto di Jules Barbier rappresentato per la prima volta nel 1881. Ci sono delle sostanziali differenze tra la versione di Oswald e quella originale che analizzeremo più sotto. Questo adattamento è piuttosto ben realizzato e contiene anche delle riprese interessanti nonostante siamo appena nel 1916. Andiamo ora alla divisione per atto e poi vediamo le differenze col testo originale:

Nel primo atto troviamo un giovane Hoffmann (Kurt Wolowsky) che, dopo essere stato maltrattato dai genitori, fugge di casa. Trova ospitalità da Continua a leggere

The Man Without Desire – Adrian Brunel (1923)

Nina_Vanna_and_Ivor_NovelloChi mi segue da qualche tempo conosce il mio interesse per Ivor Novello e i suoi film. Tra questi ce n’era uno che mi ripromettevo da tempo di vedere, questo The Man Without Desire che allo stesso tempo mi attraeva e mi respingeva. Come avrete visto il film rientrava tra quelli del progetto fantascientifico ma di fatto, terminata la visione, è più relativo al filone alchimistico/esoterico più che ad una scienza vera e propria. Il film mi ha ricordato per certi versi The Road to Yesterday ma anche Black Oxen, ma aggiunge a questi una componente davvero inusuale legata alla perdita del desiderio sessuale e, di fatto, all’impotenza.

Siamo nel 1800 e il conte veneziano Vittorio Dandolo (Ivor Novello) è innamorato della bella Leonora (Nina Vanna) che è però sposata con Continua a leggere

Il Corvo (The Blackbird) – Tod Browning (1926)

Con il cinema di Tod Browning e Lon Chaney mi sembra un po’ di tornare indietro nel tempo ai primi periodi di E Muto Fu. Se ci seguite da tanto tempo saprete che il mio amore per il muto nasce da quello per i Monsters della Universal anni ‘30/’40 di cui Browning ne è certamente un esponente di spicco. Per questo i primissimi articoli erano spesso dedicati a questa splendida coppia e ai loro film più celebri. Tra questi non avevo mai visto e quindi recensito The Blackbird, film del 1926 che non manca di riservare delle sorprese.

Il film racconta la storia di Dan “The Blackbird” (Lon Chaney) che per meglio nascondere le sue malefatte interpreta segretamente il ruolo del fratello The Bishop, disabile dal cuore d’oro, sempre disposto ad aiutare gli altri. Un giorno Dan incontra Continua a leggere

Astéro (Αστέρω) – Dimítrios Gaziádis (1929)

asteroPiù che del film in particolare, con Astéro ho l’occasione di parlare di una cosa che, da storico, mi interessa davvero tanto ovvero il film come fonte storica indiretta. Quante cose sono andate perdute o distrutte nel corso di cento anni e più? In questo periodo di tempo ci sono state guerre catastrofiche tra cui due conflitti mondiali. Alcune città portuali, o comunque strategiche, sono state completamente rase al suolo nel corso della seconda guerra mondiale in particolare. Penso ad esempio, giusto perché devo tornare sempre alla Bretagna, a Remorques di Jean Grémillon (1941), con Jean Gabin, in cui possiamo vedere una Brest perduta prima che venisse completamente stravolta dai bombardamenti. In Astéro abbiamo una rara e affascinante testimonianza del monastero Teotoco di Mega Spileo, purtroppo colpito da un incendio nel 1934 e poi nuovamente distrutto nel 1943 dai tedeschi in quelle Continua a leggere

Erotikon – Gustav Machatý (1929)

erotikonConsiderato il capolavoro del cinema muto ceco, Erotikon non mi ha assolutamente deluso. La storia di per sé potrebbe non sembrare molto originale, ma è il modo in cui è stato girato ad essere incredibile così come la profondità che gli attori hanno saputo ai loro personaggi. Tra tutti spicca ovviamente Ita Rina, attrice slovena che iniziò per caso questa carriera quando fu notata come candidata di Miss Europa. La sua carriera cinematografica, seppur breve, le portò comunque successo internazionale.

Un giorno di pioggia il giovane Georg Sidney (Olaf Fjord) perde il treno e trova riparo nella casa del Capostazione locale (Karel Schleichert). L’uomo deve però uscire per andare a lavorare e lascia Georg solo con la figlia Andrea (Ita Rina). I due si fanno cogliere dalla passione e fanno l’amore fino alla mattina seguente. Georg deve partire e lascia la ragazza sola con il rimorso per Continua a leggere

Così è la vita (Takový je život) – Carl Junghans (1930)

TakovyjezivotCon Takový je život siamo al tramonto della produzione muta ceca che apre la strada al sonoro nel migliore dei modi possibili. Prendendo spunto dal romanzo di Zolà La curée, il regista tedesco Carl Junghans cerca disperatamente di mettere in scena la storia di una famiglia semplice ma mille ostacoli gli si parano davanti. Cerca, infatti, di farselo produrre in Germania già intorno al 1925 ma dovette spostarsi a Praga per poterlo vedere realizzare. Quindi possiamo considerarlo un film ceco? In fondo gli attori e il setting lo sono, quindi lo considererei tale ai fini del progetto.

Nel corso del film, attraverso momenti di vita quotidiana, seguiamo le vicende di una famiglia composta da Continua a leggere