Siamo nel 1918 e la talentuosa scrittrice di storie per bambini Madeline Brandeis decide di fare una bella accoppiata scrivendo un racconto e mettendosi dietro la macchina da presa per dirigerlo. Parliamo di The Star Prince, uno dei rari film prodotti dalla misconosciuta Little Players Film Company. Particolarità del film è che gli attori sono tutti bambini e quindi, quando devono fare ruoli adulti, indossano parrucche e barbe davvero bruttine. Il film era stato presentato sulla rete come Continua a leggere
Archivi autore: Yann Esvan
Intervista a Jeanne Pommeau del Národní filmový archiv (NFA)
In occasione del Cinema Ritrovato 2018 ho avuto il piacere di intervistare la studiosa francese Jeanne Pommeau che si occupa del restauro per il Národní filmový archiv (NFA). Avevo pensato all’intervista come in due parti, una regolarmente pubblicata in appendice alla rassegna dello scorso anno (che potete leggere qui) e una da pubblicare su E Muto Fu relativamente al progetto dedicato al cinema muto ceco e slovacco. Buona lettura:
Qual è il rapporto tra i cechi e i loro film delle origini?
Rispetto al pubblico francese, il loro interesse per i vecchi film è molto alto sia nei festival che in televisione dove, però, passano principalmente i film degli anni ’30, ma nei festival si tende generalmente a presentare almeno un film muto. Ad esempio durante il Karlovy Vary 2018 è stato presentato Bílý ráj di Karel Lamač con Anny Ondra (1924).
Generalmente amano vedere il cinema muto?
Quello che ho notato stando qui è che i cechi di solito conoscono molto più dei francesi i loro film nazionali. Durante le rassegne cinematografiche gli spettatori si aspettano di trovare almeno un film muto ceco ogni anno. I cechi apprezzano Continua a leggere
I Lupi di Kultur (Wolves of Kultur) – Joseph A. Golden (1918)
Il Cinema Ritrovato 2018 ci ha regalato la grande sorpresa della riapertura del Cinema Modernissimo, seppur ancora totalmente da ristrutturare. Per i fortunati che erano a Bologna durante il festival è stato possibile visionare in questa splendida cornice il serial americano Wolves of Kultur, che secondo indiscrezioni doveva essere alternato a I Topi Grigi ma invece così non è stato. La serie presentata è molto simile ad altre che abbiamo recensito su queste pagine, come The Master of Mystery con Houdini, ovvero una serie di episodi riempitivi che poco aggiungono alla trama, tanti stunt e colpi di scena confezionati al solo scopo di riportare a teatro o al cinematografo gli spettatori settimana dopo settimana. Continua a leggere
Il cinema di Olga Rautenkranzovà
Durante il Cinema Ritrovato 2018 sono stati presentati i due unici film girati della regista cecoslovacca Olga Rautenkranzovà, successivamente scomparsa nel nulla. Che fine avrà fatto? Lo abbiamo chiesto anche a Jeanne Pommeaux del Národní filmový archiv che non ha saputo darci una risposta, ma speriamo che in futuro venga fatta una ricerca per capire meglio chi era questa pioniera del cinema ceco.
– Kozlonoh – Olga Rautenkranzovà (1918)
Kozlonoh è un breve corto presentato durante il Cinema Ritrovato 2018. Una giovane contessa (Olga Rautenkranzovà) sogna il grande amore. Vagando nel giardino si siede su una panchina con dietro la statua di Pan. Sentendo il desiderio della giovane, la statua prende vita e le promette di esaudire il suo desiderio ma a costo di condividere con il satiro i loro momenti felici. Giunge alla corte Felix (Oldrich Kminek) che si innamora della ragazza. Purtroppo ogni volta che i due stanno insieme Pan Continua a leggere
L’Avarizia – Gustavo Serena (1918)
L’avarizia, presentato durante il Cinema Ritrovato 2018, è uno dei capitoli della serie sui Sette Peccati Capitali (1918-1919) prodotto dalla Bertini Film e dalla Caesar Film di Roma che vedeva come protagonista assoluta la diva Francesca Bertini. Trovare informazioni su questi film nella letteratura generica è piuttosto difficile, complice una riscoperta tardiva del fondo e la mancanza di una distribuzione home video. I film sono stati ritrovati nella Cineteca di Praga (Národní filmový archiv) in due versioni: una con intertitoli in ceco e una in tedesco per le minoranze locali. La serie fu esportata nell’allora Cecoslovacchia negli anni ’20 ed ebbe un notevole successo. Tutti i capitoli dei Sette peccati capitali vennero presentati nella loro versione restaurata durante il Cinema Ritrovato 2003 in una sezione interamente dedicata alla Bertini. A distanza di 15 anni, in occasione del centenario della serie, si è deciso di riproporre l’avarizia come capitolo simbolo, in attesa forse di proporne altri il prossimo anno.
Riporto la trama ampliando quella scritta per Cinefilia Ritrovata: La vicenda narra della storia d’amore tra Maria Lorini (Francesca Bertini) e il giovane Luigi Bianchi (Gustavo Serena). Entrambi vivono a stretto contatto con Continua a leggere
La figlia della rivoluzione (Revolutionens Datter) – Ottar Gladtvet (1918)
Revolutionens Datter è una commedia che comincia in maniera tragica ma riesce ad affrontare un argomento piuttosto sentito in maniera leggera e piacevole. Come per Banya Titka si parla di una rivoluzione, qui operata da alcuni operai di una fabbrica, ma questo è solo il primo passo verso una storia d’amore divertente e tutto sommato ben raccontata.
Claire Staalhammer (Solveig Gladtvet) è la figlia del proprietario di una nota fabbrica locale. Mentre quest’ultimo maltratta i suoi operai costringendoli a ritmi massacranti, Claire cerca di aiutarli. Un giorno l’operaio Albert Fjeld (Waldemar Holberg) si ferisce ad una mano e lei lo soccorre dandogli una prima medicazione. Il padre, quando lo scopre, la sgrida e invita Albert a proseguire con il lavoro. Presto scoppia una rivolta e Continua a leggere
Bánya titka – Ödön Uher ifj (1918)
Nel 1910 usciva il bestseller di Max Pemberton dal titolo White Walls. Il suo successo fu talmente ampio che nel 1918 gli ungheresi decisero di ispirarsi al romanzo per farne un film in due parti con regia Ödön Uher ifj. La storia è piuttosto intricata e in alcuni tratti piuttosto inverosimile, ma nel complesso è godibile ancora oggi.
La giovane Contessa Éva Erlach (Mea Melitta alias Dömötör Kató) ha preso possesso di una miniera come eredità. In realtà essa è sotto il controllo del Conte Rudolf (Károly Lajthay) che non vuole cederle il comando e inizia a maltrattare i minatori allo scopo di farli rivoltare contro di lei. Nella miniera vive Continua a leggere
Tarzan (Tarzan of the Apes) – Scott Sidney (1918)
Su un noto gruppo dedicato al cinema muto è da inizio anno che rompono le scatole con il centenario di Tarzan of the apes. Al Cinema Ritrovato c’era una fila chilometrica per entrare in sala, ma io l’ho volutamente bistrattato a favore di un’ora di tregua dalle lunghe sessioni di proiezioni mute. Premetto che io e Alessia abbiamo visto il 79% delle proiezioni mute in programma, e Tarzan non è stata una di queste. L’amore tra me e questa storia non è mai sbocciato: ricordo vagamente mia madre tornare a casa con il libro di Edgar Rice Burroughs, che credo di non aver mai finito o, anche qualora lo abbia fatto, non deve aver lasciato particolari tracce. Quando uscì il film Disney ero già grandicello, credo di averlo visto successivamente, ma se non fosse stato per la simpatia che nutro per Phil Collins l’avrei probabilmente ignorato completamente. In compenso da piccolo andavo letteralmente pazzo per Totò Tarzan, anche se oggi, non rivedendolo da almeno 15 anni, ho la vaga sensazione che non fosse propriamente uno dei suoi capolavori. Tutta questa premessa per Continua a leggere
Rue de la paix – Henri Diamant-Berger (1926)
Abbiamo imparato a conoscere Henri Diamant-Berger con il suo serial su i tre moschettieri di cui parlammo alcuni anni fa. Il regista francese decise di continuare la sua carriera negli Stati Uniti girando un paio di film tra il ’24 e il ’25 per poi ritornare in Francia. Proprio al suo rientro in patria corrisponde la direzione di Rue de la Paix (1926-1927) che è stato presentato al Cinema Ritrovato 2018 nella sezione Ritrovati e Restaurati. La vicenda si ispira all’opera teatrale di Abel Hermant e Marc de Toledo che era uscita nel 1912 ottenendo un buon successo nei teatri francesi. Rue de la paix è una rinomata via parigina che collega Place Vendôme e l’Opéra Garnier, nota in particolare per Continua a leggere
Elvira Notari e Raffaele Viviani: un amore selvaggio e due raccolte di frammenti
Un amore selvaggio (1912) è un cortometraggio anonimo ambientato in campagna che mostra alcune delle tematiche principali del cinema di Elvira Notari e per questo viene associato alla regista durante il Cinema Ritrovato. Raffaele Viviani seppe portare nel teatro quello che la Notari nel cinema, una descrizione della Napoli selvaggia dei bassifondi. Un amore selvaggio è un incredibile documento precoce dell’opera di Viviani portata per altro nella meno battuta arte cinematografica. I protagonisti sono due fratelli, Giuseppe (Raffaele Viviani) strafottente scansafatiche e Carmela (Luisella Viviani), laboriosa e ligia al dovere. Il primo, dopo numerosi richiami, viene licenziato e invita la sorella ad andare via con lui. Ma Carmela è innamorata del suo padrone Alessandro (Giovanni Grasso) e nella speranza di riuscire a conquistarlo rifiuta. Giuseppe vorrebbe vendicarsi sul capo e di notte si intrufola nel podere per ucciderlo ma Carmela riesce a farlo ragionare e lo allontana. Ma la situazione di stallo non durerà a lungo Continua a leggere