Fuoco a bordo (Eld ombord) – Victor Sjöström (1923)

Eld Ombord è l’ultimo film muto svedese di Victor Sjöström che sarebbe poi partito per gli Stati Uniti alla ricerca della definitiva consacrazione. Questa è anche la penultima volta in cui svolgerà il doppio ruolo di regista e attore. Bisognerà aspettare il sonoro per rivederlo in queste due vesti con Markurells i Wadköping (1931). Sia quest’ultimo che il nostro Eld Ombord hanno in comune il fatto di essere tratti da un soggetto di Hjalmar Bergman. Ma andiamo alla trama:

Ann-Britt Steen (Jenny Hasselqvist) ha sposato l’armatore Jan Steen (Matheson Lang). Ma Ann è amata follemente anche da Dick (Victor Sjöström), ragazzo con un passato oscuro che non ha mai digerito il fatto che lei abbia sposato un altro. Inutile dire che Continua a leggere

La Donna Divina (The Divine Woman) – Victor Sjöström (1928)

divinewomanDi The Divine Woman (1928) ci resta principalmente un frammento della durata di appena nove minuti visibili su gli 80 di durata complessiva del film. Una parte minima che ha comunque il merito di stregare lo spettatore grazie al potere magnetico di Greta Garbo. Oltre a questo frammento, il Svenska Filminstitutet dovrebbe averne ritrovato un altro lungo meno di un minuto proiettato in pubblico il 27 Febbraio 2011 e di cui potete vedere qualche immagine qui. Ancora più sorprendente, in questi nove minuti Greta Garbo ride, sì, prima di Ninotchka (1939). Andiamo per ordine. Mentre girava Confessions of a Queen, Victor Sjöström scoprì con sua grande sorpresa che Mauritz Stiller era arrivato a Hollywood portando con sé una ragazza ancora sconosciuta, “tale” Greta Garbo. “Vedrai” disse Stiller a Sjöström “questa ragazza diverrà qualcunoContinua a leggere

I Re in esilio (Confessions of a Queen) – Victor Sjöström (1925)

Da un romanzo di Alphonse Daudet, Les Rois en exil (1879) nasce Confessions of a Queen, terzo film americano di Sjöström. La sceneggiatura venne affidata a Agnes Christine Johnston, di cui il regista svedese non fu molto felice, come del resto del risultato complessivo del film: “Speravo molto nel film Confessions of a Queen, perché il libro era molto interessante, ma lo scenario travisò tutto. Quanto si conosce poco della vita! Anche Thalberg e tutti gli altri, quando il film fu finito, credevano si fosse realizzata un’altra grande opera. Invece non ebbe nessuna risonanza“(1). Il film non è tutto da buttare. Anche se abbiamo solo una parte del film (una voce fuori campo racconta cosa accade nelle sezioni mancanti, purtroppo finale incluso), la storia è piacevole e mi ha riportato alla mente per certe situazioni The Merry Widow di Von Stroheim che fu rilasciato lo stesso anno dalla stessa MGM. Vediamo perché:

Nel regno di Illyria sta per essere incoronato un nuovo Re, Christian II (Lewis Stone), al seguito del matrimonio con Frederika (Alice Terry), principessa di Continua a leggere

La prova del fuoco (Vem dömer) – Victor Sjöström (1922)

Vem dömer è il penultimo muto svedese rimastoci di Victor Sjöström, il terzultimo in assoluto. L’ultimo suo lavoro in Svezia è Eld ombord (incendio a bordo – 1923). Il fuoco, come da titolo, è presente anche in Vem dömer anche se per motivi molto differenti. In un certo senso questo film per tematica e atmosfera ricorda da vicino Il monastero di Sendomir (1920). Questa volta però il film è tratto da un soggetto di Hjalmar Bergman scritto per l’occasione.

Protagonista è Ursula (Jenny Hasselqvist) che, pur non amandolo, sposa l’intagliatore Mastro Anton (Ivan Hedqvist). Questi è grande amico del sindaco locale (Tore Svennberg) con cui è solito uscire la sera. Mentre il marito Continua a leggere

Il monastero di Sendomir (Klostret i Sendomir) – Victor Sjöström (1920)

Il monastero di Sendormir (Sandomierz, nel sud-est della Polonia) è un dramma molto intenso ambientato nella Varsavia del XVII secolo ispirato a un breve racconto di Franz Grillparze del 1828. Vedere un film svedese ambientato in Polonia è molto strano ma oltre a questo è la modalità della narrazione che è molto poco svedese, ma si avvicina di più ad alcuni drammi simili dell’Europa centrale. Un manifesto Italiano d’epoca presente sul web descrive il film come un “grande dramma passionale d’avventure“. In realtà non è detto che la locandina si riferisca alla versione svedese, infatti nel 1919 venne rilasciato in Germania Das Kloster von Sendomir di Rudolf Meinert (presumibilmente perduto) con Ellen Richter e Edvard von Winterstein. La produzione tedesca proiettò il Continua a leggere

E Muto Fu presenta: La Lettera Scarlatta (The Scarlet Letter) – Victor Sjöström (1926)

Eccoci al nostro terzo appuntamento con le proiezioni mute al Cineclub Detour di Roma. Il film di questa volta merita davvero ed è The Scarlet Letter del 1926, ultima trasposizione muta del romanzo di Nathaniel Hawthorne. Il regista non è certo un personaggio qualunque, Victor Sjöström, o Seastrom come veniva chiamano oltreoceano, era considerato all’epoca uno dei dieci migliori registi in assoluto. E come dargli torto? La MGM ebbe un grande merito all’epoca, ed è quello di aver accolto Mr. Seastrom con tutti gli onori ed avergli dato relativa carta bianca. E si vede! Sebbene il film abbia un’ambientazione molto americana, non si possono non notare analogie con le precedenti produzioni svedesi del regista. Gli venne inoltre Continua a leggere

Mastro Samuele (Mästerman) – Victor Sjöström (1920)

Mastro Samuele è forse una delle peggiori traduzioni per il titolo di un film. Verrebbe da pensare che stiamo parlando di un’operetta, invece è un bel dramma scritto da Hjalmar Bergman. Perché si chiama Mästerman? Il protagonista è Mäster Eneman, ovvero Mastro Eneman. Visto che non era molto amato dalla popolazione locale, aveva un banco dei pegni e offriva prestiti non certo a buon mercato, veniva beffardamente chiamato Mästerman unendo il titolo e il nome assieme. Insomma niente mastro Samuele, seppur il nome del protagonista è effettivamente Sammel. In Mästerman Victor Sjöström lascia la sceneggiatura a Bergman per interpretare il doppio ruolo di regista e attore, a lui così congeniale. La storia è piuttosto complessa, ma decisamente più lineare rispetto ai film tratti dai libri di Selma Lagerlöf.

Mästerman (Victor Sjöström) è il gestore di un banco dei pegni molto odiato dalla popolazione locale per il suo zelo e la sua spilorceria. Non ama mescolarsi alla gente e viene considerato un Continua a leggere

L’Uomo che ride: resoconto della seconda serata di cineforum

Prima di tutto ringraziamo nuovamente gli spettatori, che sono venuti nonostante il tempo incerto. GRAZIE MILLE! Non possiamo che ringraziare anche il Cineclub Detour per averci ospitati, ma soprattutto per averci aiutato a superare i mille problemi di ogni tipo che in una girandola di eventi sfortunati ci sono capitati. Prima l’assenza di uno di noi, poi problemi di connessione con il pc per la proiezione dei video del dibattito. Inutile dire che ci siamo attrezzati affinché non accadano più.

La serata è iniziata seguendo lo stesso schema della volta passata: dopo una breve presentazione è stato proiettato il film della serata, The Man Who Laughs di Paul Leni (1928). Subito dopo la serata si è accesa. Dopo aver discusso brevemente sul film, abbiamo presentato i videoconfronti che avevamo Continua a leggere

La scala di servizio (Hintertreppe) – Paul Leni e Leopold Jessner (1921)

hintertreppeIl 1921 è indicato nelle storie di cinema come l’anno in cui si afferma una nuova sensibilità e una nuova forma cinematografica: il Kammerspiel, letteralmente “rappresentazione da camera”.
Il Kammerspiel, originariamente di concezione teatrale, può essere paragonato a ciò che in musica viene similmente detta “musica da camera” dove sono previsti solo un piccolo numero di strumenti, tutti diversi tra loro, così da trasmettere il valore, il suono, il timbro caratteristico di ciascuno in una dimensione più intima e ristretta, quasi fosse un dialogo tra individui.

Su questi termini Max Reinhardt pensò il suo teatro da camera, a partire dal 1906: rappresentazioni in sale di dimensioni ridotte, con pochi attori, tipicamente tre, e un piccolo pubblico che Continua a leggere

E Muto Fu presenta: The Man who Laughs – Paul Leni (1928)

Dopo Blackmail di Hitchock siamo lieti di presentare il secondo film in programma per il nostro progetto sul grande schermo!

Giovedì 26 Marzo alle ore 20.30 presso il Cineclub Detour (via Urbana 107) proietteremo The Man who Laughs (L’Uomo che ride) di Paul Leni. Questo è un film a cui personalmente sono molto legato perché è stato il primo di cui feci la recensione su E Muto Fu. Il punto forte della serata sarà, ancora una volta, il dibattito post-proiezione. Questa volta ci occuperemo di fare un confronto con il romanzo di Victor Hugo ma anche e sopratutto con le altre trasposizioni cinematografiche e televisive. Visto che le versioni mute sono introvabili o perdute daremo comunque spazio al muto con una piccola sorpresa per tutti gli amanti di Lon Chaney. Infine, quando si pensa all’Uomo che ride di Conrad Veidt non si può non pensare a Joker, l’antagonista di Continua a leggere