Melchiad Koloman – Rudolf Liebscher (1920)

Quale miglior modo per unire il progetto dei film cechi e slovacchi con quello di fantascienza se non con una bella monnezza? Questo Melchiad Koloman è veramente molto molto brutto e il fatto di detenere il prima di prima produzione cinematografica fantascientifica in terra ceca non servirà certo a riabilitarlo.

Ci sono un ceco, un giapponese e un indiano che…no, sul serio, giuro che ci sono davvero! Il Professor Dobner (František Čekanský) è alla disperata ricerca del segreto di Melchiad Koloman (Josef Javorčák), un uomo capace di trovare il segreto della pietra filosofale poco prima di essere ucciso. Continua a leggere

Corti fantascientifici

Come di consueto procediamo con i nostri aggiornamenti fantascientifici che questa volta riguardano tre cortometraggi di varia natura.

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– Rêve à la Lune AKA L’amant de la Lune – Ferdinand Zecca & Gastón Velle (1905)

Questo primo, in ordine cronologico, corto ritrovato è anche il più brutto dei tre. Un uomo ubriaco sogna di andare nella luna (proprio dentro la sua bocca), ma quando si sveglia capisce che si tratta di un sogno e se la prende con l’orologio a pendolo. Continua a leggere

La Cité foudroyée – Luitz-Morat (1924)

La Cité foudroyéeChe fatica! Nel 2013 partiva il mitico progetto fantascienza, primo di una lunga serie su questa piattaforma e forse il più ambizioso assieme a quello della filmografia ceca e slovacca. Trovare certi film è stato ed è veramente difficile ed anno dopo anno riesco a raccogliere qualche pezzettino qua e là. Questo La Cité foudroyée lo cercavo veramente da tanto e non potete immaginare che faccia ho fatto quando mi è capitato casualmente sotto al naso. Non sapevo molto ma mi aspettavo rientrasse nel filone delle armi distruttive fantascientifiche che hanno sempre fatto breccia nel cuore delle persone. Sarà così? Andiamo a scoprirlo insieme:

Quattro cugini si contendono la mano di Huguette de Vrécourt (Jane Maguenat): l’Ingegnere e inventore Richard Gallèe (Daniel Mandaille), il pugile Battling Martel (Paul Journée), il baritono Cuivredasse (Emilien Richaud) e il banchiere Grosset (Lucien Cazalis). Per decidere chi sposare Huguette, che pur preferisce Richard, decide di sfidare i quattro per vedere chi entro una data specifica riuscirà a raggiungere il suo sogno e arricchirsi. Continua a leggere

Varieté – Ewald André Dupont (1925)

Varieté-afficheRicordo ancora benissimo quando al Cinema Ritrovato 2015 presentarono in anteprima il restauro di questo film che sarebbe poi stato utilizzato per l’edizione Eureka! Masters of Cinema. All’epoca recensii il film solo per Cinefilia Ritrovata, rimandando a un momento più rilassato l’articolo per questa piattaforma. Scusatemi, qualcuno saprebbe dirmi che anno sia? Ebbene sì, sono passati solo cinque anni per trovare quel momento rilassato per parlare di Varieté, ma il motivo è da ricercare della ricchezza visiva del film che è piuttosto difficile da raccontare e che il vecchio me, povero nella condivisione di screenshots, non avrebbe potuto delineare in maniera corretta. L’occasione per riportare alla mente questo film è venuta attraverso le solite discussioni su kast assieme a Danilo Magno che ci ha portato a vedere in contemporanea l’edizione di cui parlavo sopra, che contiene per altro un accompagnamento musicale piuttosto strano e che avrà un suo spazio apposito in fondo all’articolo. Terminato questo cappello introduttivo partiamo con la trama:

In carcere un uomo viene convocato per una possibile grazia ma deve prima raccontare la su storia. Questi comincia e racconta cosa è accaduto: “Boss” (Emil Jannings) è un ex trapezista di successo che dopo un incidente si è ritirato con la moglie (Maly Delschaft) e gestisce un fatiscente spettacolo itinerante dove ragazze non certo avvenenti si esibiscono in balletti indecenti. Un giorno entra nella sua vita la giovane  Berta-Marie (Lya de Putti) Continua a leggere

Napoli che canta – Roberto Roberti (1926)

napolicantaChi mi segue sa quanto ami le “sinfonie della città” del muto, che riescono a regalare un affresco di tante belle città principalmente nel corso degli anni ’20. Con Napoli che canta troviamo qualcosa di doppiamente interessante perché ritroviamo Napoli e dintorni del 1926 accompagnata da alcune canzoni popolari citate a volte direttamente come ad indicare a chi di dovere di eseguirle o magari, successivamente, di inserirle nella pellicola. Abbiamo quindi classici come “‘o sole mio“, e altre canzoni più o meno note come “sotto ‘e cancelle” o “Serenatella a mare“.

Partiamo dalla regia, quel nome Roberto Roberti potrebbe non dirvi molto, ma Bob Robertson vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, il “Roberti” altri non era che il nome d’arte di Vincenzo Leone, regista e padre dell’ormai più noto Sergio Continua a leggere

Tonka La Forca (Tonka Šibenice) – Karl Anton (1930)

tonkaDurante il nostro lungo viaggio nel cinema muto ceco abbiamo visto come vi fosse un filone piuttosto corposo dedicato alle storie degli ultimi e ai loro terribili drammi. Spesso e volentieri i protagonisti sono personaggi che vengono dalla campagna e si ritrovano a dover fare i conti con la dura vita di città restando intrappolati nei vizi e nella disperazione. Questo è quello che capita anche nello splendido Tonka Šibenice di Karl Anton, considerato il primo film sonoro ceco per la presenza, come in The Jazz Singer, di un paio di scene parlate e di una colonna sonora registrata per l’occasione. Protagonista è la splendida attrice slovena Ita Rina che mostra qui anche discrete doti recitative. Come al solito partiamo dalla trama per poi fare una breve analisi:

La giovane Tonka (Ita Rina) torna al suo villaggio natio dopo tanto tempo con sua madre (Vera Baranovskaja) e l’amico d’infanzia Jan (Jack Mylong-Münz) sembra ritrovare la pace perduta. Continua a leggere

Wara Wara – José María Velasco Maidana (1930)

wara_wara-157076166-largeIl caro vecchio E Muto Fu è fatto di tante contraddizioni ed eccentricità. Abbiamo quasi tutta la produzione cinematografica ceca recensita ma neanche un film di Chaplin e cerchiamo sempre di scovare filmografie periferiche e nascoste tralasciando tantissimi grandi classici. Da tempo immemore, ormai, mi ripromettevo di visionare e recensire il cardine della produzione muta boliviana, l’ormai per me mitico Wara Wara, ma aspettavo il momento propizio. La quarantena forzata è stata la molla per spingermi a vederlo con la compagnia virtuale di Danilo Magno con cui sto condividendo tantissime visioni interessanti in questo periodo. Che dire di questo film? Prima di tutto un nome: José María Velasco Maidana un artista davvero poliedrico che con la sua passione ha messo su un film che sicuramente non lascia indifferenti. Compositore, pittore, ballerino, direttore d’orchestra e regista. A ulteriore dimostrazione della sua versatilità in Wara Wara non solo dirige dirige ma recita e cura la musica, la produzione e in parte anche fotografia e sceneggiatura, quest’ultima basata su “la voz de la quena” opera teatrale di Antonio Diaz Villamil. Ma fare tante cose non vuol dire per forza saperle fare bene e le conclusioni le trarremo a breve, andiamo prima a riassumere brevemente la trama:

Il film riprende un po’ le tematiche stile Pocahontas: siamo intorno al 1530 quando l’ultimo sovrano Inca Atahualpa viene catturato dai conquistadores. Le comunità locali cercano di raccogliere l’oro necessario per riscattare il loro sovrano Continua a leggere

The Vortex – Adrian Brunel (1928)

the-vortexNel 1924 Noël Coward metteva in scena per la prima volta la storia struggente di un uomo che cadeva nel vortice della dipendenza da cocaina. Si tratta di una vicenda forte, ambientata subito dopo la Prima Guerra Mondiale e che racconta dei vizi della alta borghesia di fronte a un clima finalmente privo di preoccupazioni belliche. Visto il successo che lo spettacolo ebbe, i Gainsborough Studios comprarono i diritti e puntarono forte sul prodotto scritturando Ivor Novello nel ruolo di protagonista e mettendo Eliot Stannard, uno dei loro migliori sceneggiatori che stava lavorando anche al fianco di Hitchcock in quegli anni, a lavorare sulla trasposizione.

Nicky Lancaster (Ivor Novello) è un abile pianista e compositore che si innamora di una giovane giornalista, Bunty Mainwaring (Frances Doble). La madre di Nicky, Florence (Willette Kershaw), è una donna tutto pepe che vuole scrollarsi di dosso gli anni della guerra spendendo soldi in arredamenti alla moda per la casa, vestendosi in maniera giovanile e comprandosi la compagnia di uomini giovani e prestanti. Continua a leggere

Mariti Ciechi (Blind Husbands) – Erich Von Stroheim (1919)

Sapete il mio folle amore per Erich Von Stroheim e la conseguente ritrosia a parlarne ma questi giorni di coronavirus mi hanno portato, come sapete, a dare vita ad un progetto che permette la visione di film su Kast (cliccate qui se volete entrare nel gruppo) e uno dei film visti con i diritti scaduto è stato proprio Blind Husbands, la prima opera del regista e attore tedesco. Ma andiamo prima alla trama:

Nella bella Cortina d’Ampezzo giungono quasi in contemporanea il Tenente Erich von Steuben (Erich von Stroheim) e il Dottor Armstrong (Sam de Grasse) con la moglie Margaret (Francelia Billington). La loro relazione non va benissimo e lei. pur essendo ancora innamorata. viene quasi ignorata dal marito. Continua a leggere

Il padrone delle ferriere – Eugenio Perego (1919)

Quale miglior ritorno al cinema muto se non con un film con una delle grandi dive? Oggi ci occupiamo de Il padrone delle ferriere di Eugenio Perego (1919) tratto dal romanzo di fine ottocento Le Maitre des Forges di Georges Ohnet. Si tratta di un melodramma ad ambientazione borghese, quindi un pane decisamente ben gradito agli spettatori italiani dell’epoca che amavano il genere e lo dimostravano riempendo le sale all’uscita delle varie proposte.

La storia è piuttosto complessa e la possiamo riassumere brevemente come segue:

Il Marchese de Beaulieu è un nobile ormai decaduto e pieno di debiti. Distrutto per quanto sta accadendo l’uomo ha un infarto e lascia i figli Clara (Pina Menichelli) e Ottavio senza nulla. Clara sta avendo una relazione con il Duca Gastone di Bligny (Luigi Serventi) perché spera di ottenere un salto importante in società ma alla morte del padre Continua a leggere