Nel 1908 la Société Française des Films Éclair immetteva sul mercato Nick Carter, le roi des détectives, un film che, grazie al suo successo, darà vita a un filone prolificissimo in Francia ma anche all’estero. La caratteristica principale di questa tipologia di film era quella di mettere in scena vicende misteriose con bande criminali capitanate da malvagi macchinatori, tanti colpi di scena e soprattutto trasformazioni incredibili da parte dei vari personaggi. L’interesse degli spettatori era spesso calamitato da quest’ultimo aspetto e quindi, nel giro di poco tempo, queste trasformazioni saranno messe in scena e mostrate direttamente con l’uso di “borse” del trucco e parrucco. L’apice del Continua a leggere
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Jokeren – Georg Jacoby (1928)
Aprono ufficialmente le Giornate del Cinema Muto di Pordenone 2021 online e lo fanno con Jokeren, film della Nordisk Films ormai in crisi che cercava di ampliare la produzione spostandosi in Europa e in particolare in Gran Bretagna. La maggioranza degli attori sono infatti britannici mentre il girato tra Copenaghen (per gli interni), Berlino e Nizza (per il Carnevale) con cast misto tra Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Danimarca e Germania (del resto da lì veniva il regista Georg Jacoby). Insomma una produzione internazionale, o almeno europea, in un momento in cui la Nordisk Films stava attraversando gravi difficoltà economiche complice la Continua a leggere
Israël – André Antoine (1919)
Abituato all’André Antoine improntato con le riprese all’aperto e al suo verismo intriso di riprese cittadini e di persone vere, questo Israël mi ha davvero spiazzato. Sarà forse che si tratta dell’unica sua opera girata in Italia (per la romana Tiber Film) ma non posso che lodare la sua capacità di mimesi con le produzioni locali. Il film si ispira, come tradizione del regista, da un’opera teatrale scritta da Henry Bernstein nel 1908. Sono gli anni dell’affaire Dreyfus e la tematica dell’antisemitismo è piuttosto sentita in una patria divisa tra dreyfusardi e antidreyfusardi. La storia ricorda i drammi borghesi italiani costellati di grandi dive e problemi d’onore. Continua a leggere
Bébé e Bout-de-Zan: i baby comici di Feuillade
Tra le comiche di maggior successo nei primi anni ’10, capaci anche di insidiare il successo di Max Linder, troviamo quelle dei baby attori dirette da Louis Feuillade in casa Gaumont. Il primo in ordine cronologico è un figlio d’arte, Clement Mary detto René Dary, figlio del “comique idiot” Abélard Mary, che si esibiva nei café-concert parigini. Debutta nel 1909 con Mange ta soupe all’età di 4 anni e, visto il successo, viene trasformato da Feuillade nel bambino pestifero della serie Bébé. Insieme gireranno un’ottantina di titoli tra il 1909 e il 1913. Andando ad analizzare i titoli dei diversi corti, la maggioranza perduti o di difficile reperibilità, emerge un quadro molto interessante Continua a leggere
Peccati d’amore (Hříchy lásky) – Karel Lamač (1929)
Tra i film pubblicati dal NFA per “season of classic films” c’è anche Hříchy lásky di Lamač, un che, per certi versi, mi ha ricordato molto i Klovnen danesi o varieté ed altri film del genere. La storia non è infatti molto originale e le vicende si inseriscono nel mondo del teatro e vedono una coppia messa in crisi dalla nascita di un nuovo amore. Nei panni della femme fatale abbiamo l’italiana Marcella Albani, che ebbe una ricca carriera in Germania, seguendo il marito Guido Parish, con qualche incursione anche nell’attuale Repubblica Ceca. Il suo stile recitativo è un po’ misto e non arriva agli eccessi menichelleschi pur esasperando in qualche scena le sue pose.
Ivan Kristen (Josef Rovenský) lascia il teatro di provincia dove è ormai una star per raggiungere, insieme alla bella moglie Soňa (Marcella Albani) la Continua a leggere
Il Calino di Jean Durand
Il 1911 è l’anno in cui Romeo Bosetti lascia le redini del personaggio di Calino a Jean Durand. Iniziano così a comparire ambientazioni esotiche e strambi personaggi all’interno del mondo della maschera interpretata da Clément Mégé. Si tratta di una cosa positiva o meno? Difficile dirlo, perché alla fine la caratteristica principale resta: Calino non è sostanzialmente caratterizzato e quello che contraddistingue le sue comiche sono le lunghe fughe e l’immancabile distruzione di tutto quello che tocca. Spesso il nostro protagonista cerca di interpretare un lavoro senza per riuscirci come nella migliore delle tradizioni comiche. Era prassi in quelle Gaumont ma il suo funzionamento è tale che lo ritroviamo, giusto per fare salti temporali e di media, anche nelle storie di Carl Barks dedicate a Paperino/Donald Duck. Questo è un periodo interessante dello scontro tra Gaumont, con Durand che produce 180 film nel Continua a leggere
Quel giorno smise di ridere: la mistificazione di Virginia Rappe nella Hollywood delle origini
Esattamente cent’anni fa Hollywood fu travolta dal suo primo grande scandalo: il comico più famoso del tempo, Roscoe “Fatty” Arbuckle, fu incriminato per lo stupro dell’attrice Virginia Rappe, che morì pochi giorni dopo per le lesioni riportate. In seguito a questa tragedia le major furono costrette ad adottare il famigerato “Codice Hays” per ripulire la propria immagine: in tal modo le produzioni hollywoodiane furono obbligate a pesanti censure per decenni.
L’accaduto
Prima di andare avanti, ricordiamo i fatti: il 5 settembre 1921 migliaia di americani festeggiavano il “Labour Day” e tra questi c’era anche “Fatty” Arbuckle. La sua celebrità era all’apice: solo Charlie Chaplin gli stava alla pari e aveva appena siglato con la Paramount un contratto da un milione di dollari l’anno, una cifra mai raggiunta prima da Continua a leggere
Fast and Furious nel cinema muto
Fast and Furious… negli anni ‘20??? Mi state dicendo che la saga d’azione automobilistica esisteva già all’epoca del cinema muto? Ehm…ovviamente non è così, però non potevo esimermi dal parlarne visto che in questi giorni è nelle sale cinematografiche il nuovo capitolo della ben più nota serie di film che ha visto avvicendarsi Vin Diesel, Paul Walker e Dwayne “The Rock” Johnson (giusto per citare alcuni dei nomi più celebri). Cosa vi aspettate da un titolo così? Corse, inseguimenti mozzafiato e azioni spettacolari. Sarà veramente così? Caso vuole che con lo stesso titolo esistano ben due film: uno del 1924 con Lige Conley e uno del 1927 con Reginald Denny. Se questi nomi vi dicono qualcosa avrete capito che sono entrambi film comici e quindi non proprio quello che ci aspetteremmo. Ma andiamo a vedere cosa ci riservano i nostri film veloci e…feroci!
Hamman-Durand e l’incredibile storia del Western Francese
Nel 1903 usciva per la Edison The Great Train Robbery di Edwin S. Porter che fino all’arrivo dei Colossal di Griffith era probabilmente uno dei film più celebri in assoluto. Per gli storici del cinema si tratta del primo film d’azione americano ma soprattutto del primo western definito della storia. Nel film troviamo dei banditi che assaltano un treno uccidendo e legando diverse persone prima di scendere e fuggire con i loro cavalli. Parte dunque l’inseguimento con la polizia che termina con l’uccisione dei membri della banda e il recupero della refurtiva. Da lì i film western iniziano a moltiplicarsi e diventano famosi sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Addirittura la Essanay arriva ad aprire a Berlino una casa di distribuzione specilalizzata sostanzialmente nella diffusione dei loro Broncho Billy. Continua a leggere
Il cuore dell’Asia – Afghanistan (Serdtse Azii – Сердце Азии – Афганистан) – Vladimir Erofeev (1929)
Afghanistan, nel cuore dell’Asia, è ferita in queste ore dal ritorno dei talebani e dell’Emirato islamico. Il dolore per una lunga guerra che ha portati morti e distruzione e di fatto è stata solo l’interludio per un ritorno al passato deve far riflettere riguardo gli interventi futuri da parte degli stati occidentali. Cosa ne sarà delle conquiste culturali e sociali fatte in questi anni? Il fatto che i talebani non abbiano sostanzialmente trovato resistenza con un esercito di Ashraf Ghani scioltosi come neve al sole mi fa sorgere il dubbio su quanto questi cambiamenti fossero in realtà sentiti e accettati dai più ma non conosco sufficientemente la situazione locale per dare giudizi certi. Torniamo allora al cinema muto e in particolare al 1928 quando una spedizione russa si spinge fino agli impervi territori afgani per fare un documentario che cerca di imprimere la vita di questi luoghi andando anche là dove “gli infedeli non erano stati precedentemente ammessi”. Continua a leggere