Jan Kříženecký – pioniere del cinema muto ceco

Jan KøíženeckýNel 1896 il cinematografo arrivò a Praga con gli incredibili film dei Fratelli Lumière. Tra l’entusiasmo generale un giovane architetto appena trentenne, Jan Kříženecký,  pensò che quello poteva essere un buon investimento e acquistò il suo primo apparecchio. Il giovane, pieno di entusiasmo, si buttò subito a capofitto nella produzione di alcuni cortometraggi cercando la collaborazione di alcuni attori teatrali piuttosto noti all’epoca, tra cui Josef Šváb-Malostranský e František Gyra che, al contrario di quanto capitò in altri paesi, si “abbassarono” a recitare per questa nuova arte. Il lavoro di Kříženecký venne presentato alla fiera dell’architettura e dell’ingegneria di Praga (Výstavy architektury a inženýrství) del Giugno 1898 dando i natali alla storia cinematografica del paese. Molti di questi cortometraggi, straordinariamente conservati Continua a leggere

All’assalto del viale – John Ford (1917)

Bucking_broadwayIl secondo film di John Ford  sopravvissuto al tempo è All’assalto del viale (titolo originale Bucking Broadway) ed è del 1917. Si credeva perduto finché non ne fu ritrovata una copia nell’Archivio francese del film, depositata da un collezionista senza indicazioni precise, solo una scritta: “Un dramma nel Far West”. Il Centre national du cinéma et de l’image animée vista l’eccezionalità del ritrovamento ha subito finanziato un restauro, realizzato presso i laboratori Centrimage, e la copia oggi pubblicata è favolosa, nitida, stabile, uniforme, sembra che quasi nessuna sfumatura si sia persa. Bucking Broadway non può dirsi un tassello imperdibile della cinematografia muta di Ford, eppure c’è una grazia, un sentimento, un amore per i dettagli, per i volti, che prefigurano le emozioni colossali delle sue opere più mature, a confermare, se ancora ce ne sia bisogno, che ogni opera va vista in prospettiva. Continua a leggere

The Raven di Charles Brabin (1915) ed Edgar Allan Poe nel cinema muto

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Oggi ci occupiamo di uno dei primi film che trattano la figura del leggendario scrittore americano Edgar Allan Poe: The Raven, a dispetto del titolo, non è incentrato infatti sulla poesia omonima ma è più una biografia (assai romanzata) dell’autore.

Questo mediometraggio, della durata originaria di 80 minuti (di cui attualmente ne rimangono 59) non parte in realtà dalla nascita del protagonista ma scava nelle sue radici fino ad arrivare ai suoi antenati: nel 1745 vediamo John Poe arrivare in America dall’Irlanda, mentre suo figlio (?) David Poe nel 1776 prende parte alla rivoluzione americana; si arriva così al 1805, anno in cui l’attore David Poe Jr. sposa Mrs. Hopkins, futura madre dello scrittore. Edgar nasce da questa unione nel 1809 e la sua infanzia Continua a leggere

Pinocchio – Giulio Antamoro (1911)

cinespinocchioA pochi anni di età ero capace di ripetere a memoria il primo capitolo di Pinocchio per quanto ne ero appassionato. Le lunghe ed estenuanti sessioni di aerosol erano mitigate dalla pazienza di mia madre che mi leggeva le avventure del simpatico burattino inventato da Collodi. Forse anche fomentato dal cortisone che assumevo per combattere l’asma, ero davvero pestifero, aggiungiamo a questo una magrezza eccessiva ed ecco che anche mentalmente mi associavo a Pinocchio! La mia edizione di riferimento è stata quella con le illustrazioni di Attilio Mussino uscita, dopo un lavoro iniziato nel 1908, nell’aprile 1911 in occasione dell’Expo di Torino. Nel novembre dello stesso anno, dopo un lavoro di realizzazione durato pochi mesi, esce per la Cines questa versione cinematografica di Pinocchio che a mio avviso prende ispirazione a piene mani dalla nuova iconografia lanciata da Mussino. Il film segue a tratti piuttosto fedelmente il romanzo originale per poi perdersi in stramberie però piuttosto divertenti. Nei panni del burattino più celebre della letteratura italiana troviamo Continua a leggere

Zalamort der Traum der Zalavie – Emilio Ghione (1924)

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Alla fine del 1923, Emilio Ghione si trova in Germania intenzionato a girare tre film, riuscendo a portarne a termine solamente uno, a causa del rientro anticipato in Italia dovuto principalmente ai problemi di salute che lo porteranno a una sempre più maggiore difficoltà di assunzioni in ruoli anche marginali. I primi anni del nuovo decennio registrano una migrazione di massa di registi, attori, artisti e produttori in cerca di fortuna in paesi europei che non fanno fronte alla crisi produttiva che l’Italia sta passando. Dive e divi spendaccioni conoscono la miseria, altri hanno maggior fortuna: Francesca Bertini si fa chiamare contessa Cartier e Lyda Borelli contessa Cini. Complici la mediocre organizzazione produttiva, la tecnologia obsoleta, i costi eccessivi, la forte concorrenza col cinema nascente di Hollywood e anche un certo lato conservatore riguardo i generi letterari, melodrammatici e storici, (i feuilleton ripresi da testi classici e popolari sembrano resistere e ottenere ancora dell’entusiasmo da parte del pubblico), il cinema italiano pare stanco, malato e ha bisogno Continua a leggere

Il Commissario Čekista Miroštšenko (Tšeka komissar Miroštšenko) – Paul Sehnert (1925)

kommissarMi immagino un treno arrivare a Tallinn dalla Germania dopo un duro viaggio innevato. Il lungo convoglio si ferma e con aria piuttosto spaesata ne vediamo scendere un ometto. Questo strano tipo è riuscito in qualche modo a convincere qualcuno, in Estonia, di essere un regista e anche piuttosto bravo, tanto da essere in grado di dirigere uno dei rari film del neonato stato estone. Al contrario di molti millantatori, il nostro uomo riuscirà però effettivamente a terminare la realizzazione di quanto promesso, eppure, forse per lo stress o per l’esperienza non troppo felice, questo sarà il suo unico lavoro noto. Pur avvolto in questo alone di mistero, che ho cercato di districare con la fantasia, il regista Paul Sehnert riuscì in realtà a confezionare un lavoro davvero molto ben fatto, ricco di contaminazioni tedesche e sovietiche, capace di colpire lo spettatore con immagini forti e realistiche. Non essendoci rimasto molto del già poco prolifico cinema estone ci è difficile capire Continua a leggere

Cosetta (It) – Clarence G. Badger & Josef Von Sternberg (1927)

it1927clarabowMa come? Ancora non avete letto il nuovo romanzo di Elinor Glyn? Non sapete cos’è quell’IT che ti conferisce un certo non so che di irresistibile? Oh mio Dio! Ma sta arrivando Elinor Glyn pronta spiegartelo di persona!

Più o meno questo è il riassunto del nostro IT, orrendamente tradotto in italiano come “cosetta”, probabilmente in riferimento al personaggio di Hugo, quando quel pronome serviva a indicare quel “non so che” capace di rendere affascinanti le persone. Per quanto possa essere piacevole, il film sembra un mega spottone alla sua autrice e al suo ultimo romanzo: tutti lo leggono, tutti ne parlano e l’autrice compare in posti a caso pronta a spiegare meglio di cosa si tratta.

La giovane Betty Lou (Clara Bow) lavora come commessa insieme all’amica Molly (Priscilla Bonner) al Waltham Department Store, un grande magazzino locale. Qui si innamora di Continua a leggere

Le feste a casa nostra

Con colpevole ritardo torna una tradizione del nostro sito, ovvero l’aggiornamento del nostro progetto dedicato al cinema muto natalizio. Quest’anno sono riuscito a scovare due titoli interessanti: uno dei primissimi adattamenti del classico di Dickens a Christmas Carol e una simpatica commedia con protagonista Charley Chase. Ma andiamo con ordine:

– Scrooge, or Marley’s Ghost – Walter R. Booth (1901)

vlcsnap-2019-01-10-00h30m29s022Questo breve cortometraggio mutilo mostra le vicende di Scrooge, avido riccone a cui fanno visita i noti fantasmi del Natale passato. Alla regia troviamo una nostra vecchia conoscenza, Walter R. Booth che abbiamo amato nel progetto fantascienza con i suoi esperimenti sulle macchine da guerra distruttive. Qui non siamo allo stesso livello ma il corto è comunque interessante. Troviamo un uso abbondante della sovraesposizione e una recitazione molto in linea con i film di genere dell’epoca. Nei panni del protagonista c’è Continua a leggere

Straight Shooting – John Ford (1917)

Nel 1917 John Ford lavorava già come aiuto regista, stuntman e sceneggiatore, spesso in collaborazione col fratello maggiore, Francis Ford, per la Bison Life Motion Pictures, una piccola società dipendente dalla Universal di Carl Laemmle. La sua gavetta ha dell’incredibile: in un paio d’anni passò da ruoli marginali, ricoperti per emergenze dell’ultimo minuto, a farsi affidare, da Laemmle stesso, la direzione del filone western della Universal nel tentativo, disperato, di contrastare il predominio dei film di William Hart, Tom Mix e Broncho Bill. Non vi riuscì, ma questo grosso “esperimento” permise ad un dei futuri grandi di Hollywood di farsi le ossa e di elaborare, in ventisei film prodotti in tre anni, quell’idea di western rigida e asciutta, eroica e umana, allo stesso tempo popolare e alta, che renderà il dimenticato Jack Ford – così si firmava nel suo apprendistato – il grande, quasi enorme e ingombrante, John Ford.

Straight Shooting non è il suo primo film, è forse il quinto: la filmografia del primo Ford è del resto un accavallarsi di errori, dimenticanze e Continua a leggere

I Due Timidi (Les deux timides) – René Clair (1928)

Les Deux Timides è una storia molto divertente e fresca che mostra poco i segni del tempo. René Clair è riuscito a dirigere un film con pochissimi punti morti, giocando con la composizione dell’immagine in maniera davvero incredibile. Gli effetti visivi, curati da Robert Batton, riescono a trasformare in una tavola con più quadri lo schermo, contrapponendo diversi punti di vista o scene tra di loro. Proprio per questa caratteristica “visiva” del film, ho scelto di inserire più immagini del solito nella speranza di incuriosirvi e spingervi a recuperare questa piccola perla. Lo sapete, le commedie non sono esattamente il mio genere preferito, ma in questo caso René Clair ha davvero fatto centro!

 

Ma chi sono questi due timidi? Il primo è Jules Frémissin (Pierre Batcheff), un giovane avvocato che nella prima causa deve difendere il Signor Garadoux (Jim Gérald) dall’accusa di maltrattamenti contro la moglie (Yvette Andreyor). Attraverso un montaggio alternato scopriamo prima la versione della donna, dove Garadoux è un mostro senza cuore che torna a casa distruggendo tutto quello che trova (vedi sopra); nella versione di Jules, invece, l’uomo Continua a leggere