La montagna del destino (Der Berg des Schicksals) – Arnold Fanck (1924)

Le Ufa Filmnächte sono ogni estate il momento per poter vedere alcuni film difficilmente recuperabili in streaming con musica dal vivo e restauro annesso. Se certamente l’articolo esce in ritardo rispetto alla visione del film, non bisogna però sottovalutare Der Berg des Schicksals di Arnold Fanck perché, a fronte di una narrazione sostanzialmente inesistente, è uno splendido testimone storico. Prima di tutto perché, come potete leggere un po’ ovunque, fu proprio con questo film che una allora ballerina ventunenne di nome Leni Riefenstahl decise di iniziare la sua carriera nel mondo del cinema. La visione di questa opera fu per lei talmente illuminante da spingerla a contattare Continua a leggere

Reinaldo Ferreira Reporter X tra travestitismo e sperimentazione

Lo ammetto, l’unico motivo per cui ho scelto, alla cieca, di vedere Rita ou Rito è perché speravo in un Glen or Glenda versione muta. Sarà stato così? Intanto partiamo dalle basi: in questo articolo troverete i primi film portoghesi che recensisco su queste pagine e, sinceramente, non sono un grande conoscitore del cinema locale. Regista e sceneggiatore di tutti questi è Reinaldo Ferreira di cui ci è rimasto molto della sua poca cinematografia. Dopo aver visto il primo film mi sono chiesto: ma allora perché non fare un progetto? Così è stato e questo articolo contiene i suoi corti mentre nei prossimi mesi verrà pubblicato un capitolo a parte per O Táxi 9297 (1927). Purtroppo non sono riuscito a recuperare O Groom do Ritz (1923) che è, per quanto posso saperne, l’unico film mancante della carriera di regista di Ferreira. Ma chi era costui? Quello che ho scoperto è veramente molto affascinante! Ferreira viene ricordato Continua a leggere

Diario di una donna perduta – G. W. Pabst (1929)

mv5bmjmymzg5njk4nl5bml5banbnxkftztgwotkzota5mte40._v1_fmjpg_ux1000_Del breve ma rigoglioso periodo trascorso in Europa da Louise Brooks (il 1929, anno in cui il cinema tedesco si trova nel pieno della propria Età d’Oro produttiva, tanto da far concorrenza a Hollywood) si ricordano Il vaso di Pandora (Die Büchse der Pandora) insieme a Diario di una donna perduta (Tagebuch einer Verlorenen) diretti entrambi da Georg Wilhelm Pabst, oltre che Miss Europa (Prix de Beauté) di Augusto Genina, da considerare però Continua a leggere

Maciste in vacanza – Romano Luigi Borgnetto (1921)

Maciste_VacanzaMaciste in vacanza è probabilmente il capitolo più bizzarro e senza senso dell’intera saga superstite, una sorta di super marchettone per la Diatto che gli ha confezionato una macchina su misura che l’eroe chiama Diattolina o “mogliettina”. Come da migliore delle tradizioni l’inizio è meta-cinematografico e vede nuovamente il nostro eroe alle prese con le riprese del film quand’ecco arrivare la mitica auto. Maciste (Bartolomeo Pagano) decide dunque di prendersi una pausetta dallo stress della celebrità e partire all’avventura ma Continua a leggere

Garras de oro (Alborada de Justicia) – P.P. Jambrina (1927)

po-garrasdeoro-2-230x325In queste pagine siamo andati in tanti paesi di tutti i continenti e non potevo esimermi da fare un piccolo salto in Colombia dove, tra i rari film muti rimasti, ritroviamo anche questo particolarissimo Garras de oro (1927) di cui si conosce poco anche perché chi vi partecipò decise di farlo con pseudonimi per evitare ripercussioni. Perché? Perché si tratta di un film estremamente antiamericano, forse il primo della storia. Il regista stesso, P.P. Jambrina era in realtà Alfonso Martínez Velasco, uno dei pionieri del cinema colombiano sia come azionista e investitore che, in seguito, come regista per questo suo progetto sgangherato. Nel 1927 fonda la Cali Film Company con l’obiettivo di girare il film che inizialmente doveva chiamarsi La venganza de Colombia o La muerte política de Teodoro Roosevelt Continua a leggere

Tao – Gaston Ravel (1923)

Tao1923Alla ricerca di film e cose strane nei Gaumont-Pathé Archives (tutte le immagini sono di loro proprietà), ecco fare capolino una serie di cui in giro si trova veramente poco e lunga addirittura 10 episodi. Il nome semplice ma evocativo, Tao, che rimanda all’oriente, mi ha portato a cercare di capire cosa potesse esserci dietro e, lo ammetto, anche un po’ di curiosità per capire se fosse un prodotto razzista o inclusivo e moderno. Come spesso capitava all’epoca la serie apparve nella doppia veste cinematografica e a puntate nei giornali (la storia era scritta da Arnould Galopin) tanto che alla fine di ogni episodio si invitano gli spettatori a seguire l’episodio successivo o in sala o in edicola in maniera interscambiabile. Continua a leggere

Trilogia di Maciste – Carlo Campogalliani (1920)

viaggiomacisteVisto il grande successo conosciuto da Maciste non potevano mancare tentativi di serialità che vengono adottati in maniera sperimentale nella ricerca del successo. Prima venne fatto un tentativo di serialità “canonica” con il trittico Maciste atleta, Maciste medium e Maciste poliziotto (1918), dove vi sono storie diverse ma unità di personaggi. Con la Trilogia di Maciste si passa alla serialità più forte, dove vi è una storia unitaria che unisce in un filo le tre parti che compongono la serie e il finale di ogni episodio sfrutta la suspence per spingere lo spettatore ad andare a vedere l’episodio successivo. Regista nonché Continua a leggere

Braza Dormida – Humberto Mauro (1928)

brazadormidaCon E Muto Fu andiamo spesso a spasso per il mondo ed era giusto tornare dopo tanti anni a visitare il Brasile per scoprire uno dei film che, almeno a quanto si legge in giro, sarebbe uno dei migliori dell’epoca, ovvero Braza Dormida (it. Brace dormiente). Il regista è Humberto Mauro che vanta una lunga carriera cinematografica in Brasile (più di 200 film diretti anche ovviamente con l’avvento del sonoro) di cui almeno quattro muti sono ancora conservati. Cosa aspettarci dunque da questo film? Inserti etnografici? Strani mischioni di genere? Tentativi di fare riprese ardite? Partiamo intanto dalla trama che, bisogna dirlo, è decisamente poco polposa tanto che Continua a leggere

The Signal Tower – Clarence Brown (1924)

Alcuni film hanno un loro fascino, al di là della trama, perché ti permettono di entrare in mondi nuovi di cui magari ignoravi addirittura l’esistenza. Se con L’autre aile (1923), ad esempio, abbiamo scoperto il mondo dei velivoli acrobatici francesi nei primi anni ’20 e con Gardiens de phare (1929) quello dei guardiani del faro, oggi, con The Signal Tower, scopriamo invece come funzionava la vita degli uomini che lavoravano nelle cabine di blocco ferroviario. Sperduti a volte in luoghi molto remoti, gli addetti Continua a leggere

Loftur Guðmundsson pioniere il cinema islandese

islandTermina oggi il nostro viaggio per il cinema islandese approdando alla sua vera nascita grazie al pioniere Loftur Guðmundsson. Ma chi era Guðmundsson? Come spesso capita in queste aree periferiche del cinema, era un artista poliedrico che, dopo aver aperto uno studio fotografico nei primi anni ’20, divenne presto uno dei ritrattisti più ricercati e produttivi del paese. Aveva iniziato come fotografo amatoriale a Copenaghen prima di avviare la sua attività facendo di fatto un po’ come il personaggio di Ormarr in Borgslægtens historie (1920). Per molto tempo ebbe sede nel Nýja bíós di Reykjavík dove riuscì ad avere sotto di sé un buon numero di impiegati. Il suo interesse per la fotografia fu sempre estremamente vivo e quando arrivò la fotografia a colori si recò negli Stati Uniti pur di essere aggiornato e fornire ai suoi clienti prodotti di alta qualità. Continua a leggere