E Muto Fu…al cinema con Blackmail di Alfred Hitchcock

Chi segue abitualmente questo blog si sarà chiesto perché da tre mesi il blog non viene praticamente aggiornato. Ecco, stavamo lavorando a un nuovo progetto. Da quando ho aperto questo spazio avevo in mente l’idea di fare di E Muto Fu uno spazio più concreto rispetto a un semplice blog, un punto di aggregazione e condivisione in grado di stimolare non solo me ma anche gli altri appassionati. Dopo più di tre anni dall’apertura del blog le condizioni per dare forma a quell’idea sono finalmente arrivate. Senza giri di parole, sono lieto di annunciare che dal 24 Febbraio partirà un cineforum dedicato al cinema muto che avrà la sua sede nel cineclub Detour, in via Urbana 107. Assieme a me le persone che collaborano con me da Continua a leggere

Miss Europa (Prix de beauté) – Augusto Genina (1930)

Christies01È con una certa emozione che contribuisco per la prima volta ai contenuti di E Muto Fu, e tale emozione è motivata da almeno due ragioni: la prima è nella collaborazione con questo sito, che seguo da molto tempo e mi ha permesso di venire a contatto con film e autori che non conoscevo; la seconda è nell’oggetto di questo articolo, uno degli ultimi film di Louise Brooks, indimenticata icona degli anni ’20. La celebre diva del muto, conosciuta in Italia anche per avere ispirato la Valentina di Crepax, si esibisce qui in una delle sue migliori interpretazioni, offrendo un saggio delle doti che la resero celebre negli anni ’20 e la portarono da Hollywood in Europa. Qui Louise cercò di scrollarsi di dosso i ruoli da vamp e flapper che le offrivano solitamente in America e vi riuscì, dedicandosi a un cinema più “impegnato” che costituisce il Continua a leggere

Liquid Electricity – Stuart Blackton (1907)

Grazie all’utente Oskis War sono venuto a conoscenza del fatto che nella serie britannica Hollywood (1980), dedicata al cinema muto americano, in un episodio si trova un frammento dell’introvabile Liquid Electricity (1907) di Stuart Blackton, inventore della Vitagraph nonché grande pioniere del passo a uno e dell’animazione. Nell’episodio numero 11 (su 13) dal titolo Trick of the Light, spunta improvvisamente un estratto dal corto. Il film doveva durare intorno agli otto minuti ed era incentrato su uno scienziato che Continua a leggere

Il Dottor Mabuse (Dr. Mabuse, der Spieler) – Fritz Lang (1922)

Nel 1921 vedeva la luce il romanzo Dr. Mabuse, der Spieler di Norbert Jacques e il successo fu immediato. Rapito dal personaggio, Fritz Lang decise di girarne un film che fu presentato nel 1922. Per non perdere quasi nulla di quanto narrato nel romanzo, Lang decise di dividere il film in due parti principali: 1. Il grande giocatore: un quadro dell’epoca (Der große Spieler. Ein Bild der Zeit); 2.INFERNO: un dramma di uomini della nostra epoca (INFERNO. Ein Spiel von Menschen unserer Zeit). Il film a conti fatti non è molto dissimile da un Fantômas di Louis Feuillade nell’intenzione, ma l’attenzione del film è posta altrove. Dove nel serial francese è tutto teso all’azione ed alle peripezie del protagonista/antagonista, qui l’azione è quasi inesistente. Le vicende si svolgono con lentezza e l’attenzione dello spettatore è spostata al personaggio stesso del Dottor Mabuse, interpretato da Continua a leggere

Uomini nella notte (Outside the Law) – Tod Browning (1920)

Piccola premessa: questa recensione è stata scritta nel “lontano” febbraio 2013 ma per motivi differenti non è stata mai pubblicata fino a oggi. Come ho avuto modo di dire altre volte, E Muto Fu possiede in realtà un gran numero di recensioni già scritte ma la cui pubblicazione è stata rimandata per diverse motivazioni. Il mio stile è mutato con il tempo così come il mio modo di approcciarmi a un film. In un certo senso non mi riconosco più pienamente in quanto ho scritto in passato, eppure sono contento di condividere con voi quello che ero e quello che pensavo. Dopo questa premessa vi lascio finalmente alla recensione:

Dopo The Wicked Darling, Lon Chaney e Tod Browning si ritrovano insieme per la seconda di una lunga serie di film. In Ouside the Law, l’attore dai mille volti interpreta il duplice ruolo di Continua a leggere

C’era un uomo (Terje Vigen) – Victor Sjöström (1917)

Nel 1862 lo scrittore Henrik Ibsen scriveva il poema Terje Vigen, ispirandosi alle avventure dei barcaioli norvegesi. Circa cinquant’anni dopo Victor Sjöström dirigeva la trasposizione cinematografica, a cui partecipò anche come attore protagonista e come sceneggiatore assieme all’amico Gustaf Molander.

La vicenda inizia nei primi dell’800 e si svolge per lo più nella città di Grimstad nel sud della Norvegia. Terje Vigen (Victor Sjöström) vive felicemente con la moglie (Bergliot Husberg) e la figlioletta. Tutto precipita quando gli Inglesi bloccano la via del mare durante le Guerre Napoleonica. Nel 1809 Terje Vigen parte e cerca di forzare il blocco inglese per portare a casa del cibo dalla Danimarca. Sulla via del ritorno viene però catturato da Continua a leggere

L’Eredità di Ingmar (Ingmarsarvet) – Gustaf Molander (1925)

Cinque anni dopo Karin Ingmarsdotter di Victor Sjöström, Gustaf Molander riprende mano alla saga Jerusalem di Selma Lagerlöf con Ingmrsarvet, traducibile come L’eredità di Ingmar. Sono passati tanti anni per mantenere il cast inalterato, così per ovvi motivi oltre al regista cambiano anche gli attori e non certo in peggio visto che subentrano nomi come Lars Hanson e Conrad Veidt. Si, proprio quel Conrad Veidt. La storia riprende da dove l’avevamo lasciata pur con un breve riassunto di quanto successo nel capitolo precedente. Ma andiamo alla trama:

Sono passati diversi anni dalle vicende narrate nell’ultimo film: Karin (Märta Halldén), ha avuto dei figli da Halfvor (Mathias Taube), ma in seguito ad una grave malattia, ha perso l’uso delle gambe. Halfvor manda comunque avanti la fattoria degli Ingmarsson con Continua a leggere

Karin, figlia di Ingmar (Karin Ingmarsdotter) – Victor Sjöström (1920)

Un anno dopo Ingmarssönerna, Victor Sjöström riprende in mano Jerusalem della scrittrice Premio Nobel Selma Lagerlöf, per porre fine alla prima parte della saga. Il filo riparte quindi dalle vicende narrate nel precedente film pur con un salto cronologico di almeno una ventina di anni. Tante cose sono cambiate, ma non il modo di essere degli Ingmarsson.

Ingmar (Victor Sjöström) è ormai anziano ma continua a dedicare ogni sua forza alla fattoria di famiglia. La sua amata moglie è morta, ma dal matrimonio sono stati generati due figli, Karin (Tora Teje) e il Piccolo Ingmar (Bertil Malmstedt). La ragazza è ormai in età di marito e vorrebbe sposarsi con Halfvor (Tor Weijden). Questi però ha problemi di alcolismo, e Karin, per paura di passare un matrimonio infelice, decide di rifiutare la proposta dello spasimante. Viene data in moglie a Elijas (Nils Lundell), il quale proviene da Continua a leggere

I figli di Ingmar (Ingmarssönerna) – Victor Sjöström (1919)

Ingmarssönerna è il primo di quattro film muti tratti dalla saga in due volumi Jerusalem della Premio Nobel Selma Lagerlöf (1901-1902). L’ispirazione della storia venne alla scrittrice quando si recò nella colonia americana Jerusalem, dall’amica Anna (nata Anne Tobine Larsen Øglende) e da suo marito Horatio Spafford, giurista noto per aver scritto l’inno cristiano It Is Well With My Soul dopo che le sue quattro figlie morirono a bordo della nave Ville du Havre, che le stava riportando in America dopo un viaggio nel vecchio continente. Tornata dal soggiorno a Jerusalem, la Lagerlöf iniziò quindi a scrivere il suo romanzo, mettendo in scena la vita di un villaggio svedese, seguendo in particolare le vicende della famiglia Ingmarsson, che nel giro di qualche generazione sarebbe passata dalla Svezia a Gerusalemme seguendo una sorta di inquietante santone. Victor Sjöström aveva in mente inizialmente di trasporre tutto il romanzo, ma si fermerà con Continua a leggere

Dopo la Morte (Posle Smerti-После смерти) – Evgenij Bauer (1915)

Evgenij Bauer è uno dei registi significativi della Russia pre-rivoluzionaria, forse il più grande regista russo dell’epoca zarista. Nato nel 1865 a Mosca, si avvicinò al Cinematografo nelle vesti di scenografo nel 1913 e divenne regista nello stesso anno.  Il suo amore per la settimana arte è testimoniato dal fatto che dal ’13 al ’17 diresse un numero elevatissimo di film senza focalizzarsi troppo su un unico genere ma cercando di sperimentare quanto più possibile. Da artista qual era, Bauer fu il primo tra tutti i registi russi a prendere in considerazione la parte figurativa del film, tanto che essi vengono considerati dei veri “dipinti vivi” sullo schermo (come si vede dall’immagine a destra). Inoltre Bauer non operò seguendo la domanda degli spettatori, ma Continua a leggere