Con Kinoglaz siamo di fronte ad un film complesso, geniale, difficile ed avanguardistico. Vertov riprende il mondo spinto dalla voglia di rappresentare la realtà nella sua verità, senza filtri, senza trucchi. Ideatore del progetto Kino-Pravda (Cine-Verità), il regista russo si convince che la macchina da presa non è solo capace di catturare la realtà, ma di andare ancora più nel profondo grazie all’utilizzo delle tecniche cinematografiche (fermo immagine, campo-controcampo, riproduzione accelerata, rallentata ecc). La sperimentazione di Vertov era particolarmente adatta ad essere utilizzata dal regime a scopi propagandistici, grazie alla sua capacità di mettere in risalto, attraverso la riproduzione della verità, la gloria della rivoluzione. Anche Kinoglaz è così: una storia di immagini e di volti, un soffermarsi sul Continua a leggere
La Zarina (Forbidden Paradise) – Ernst Lubitsch (1924)
Il nostro Lubitsch era da poco arrivato in America e aveva iniziato a lavorare in maniera quasi compulsiva. Abbiamo già visto come nel 1924 era uscita un’altra pellicola dello stesso regista: the marriage circle, commedia divertente e frizzante. La Zarina è un film diverso, ma che lascia comunque trasparire quel tipico “tocco alla Lubitsch” su cui mi piace tanto insistere. La storia narrata è stata ispirata dallo spettacolo teatrale The Czarina di Edward Sheldon (che aveva goduto di un discreto successo a Broadway) che riprendeva a sua volta l’omonimo libro ungherese di Lajos Biró e Melchior Lengyel. Purtroppo è molto difficile riuscire a vedere questo film e goderne pienamente. Per quanto mi risulta l’unica copia reperibile è in condizioni disastrose. Non sono a conoscenza di nessuna edizione in DVD o VHS, ho potuto visionare il film in una pessima versione con video pessimo, senza audio e Continua a leggere
Femmine Folli (Foolish Wives) – Erich von Stroheim (1922)
Von Stroheim ha già fatto capolino in uno dei precedenti articoli e sicuramente tornerà ancora almeno con il mastodontico Greed. Il regista viennese è uno dei personaggi più interessanti nella storia del cinema muto, con le sue manie di grandezza che lo portarono a forti contrasti con le case di produzione. Femmine folli è il suo terzo lungometraggio e mette alla luce la sua ossessiva meticolosità nel compiere le riprese. Vista l’impossibilità di girare le scene direttamente a Montecarlo, Von Stroheim si fece costruire una riproduzione della città, cosa che fece salire le spese a cifre mai viste prima, e arrivò a girare per un totale di più di otto ore. La durata era talmente eccessiva che il produttore dovette tagliare gran parte del materiale fino ad arrivare alle attuali due ore circa (stessa sorte avrà anche Greed). Le spese esorbitanti furono per una volta premiate da un ottimo successo a livello mondiale. Continua a leggere
Il Fantasma dell’Opera (The Phantom of the Opera) – Rupert Julian (1925)
Dal romanzo francese “Le fantôme de l’Opéra” di Gaston Leroux, lo sappiamo, sono state tratte numerose trasposizioni cinematografiche, più o meno riuscite. La prima fu quella di Ernst Matray nel 1916 con il suo Das Phantom der Oper o Das Gespenst im Opernhaus (se non erro uno degli altri gioielli perduti del muto). Nel 1925 viene chiamato Rupert Julian a dirigere la prima versione americana. Il regista si era fatto un nome rimpiazzando appena un anno prima un suo collega di nostra conoscenza, Erich von Stroheim, nel film “Donne viennesi” (Merry-Go-Round). Per girare “Il Fantasma dell’opera”, Julian potè contare su attori molto celebri all’epoca come Mary Philbin e Lon Chaney, che interpreta magistralmente il fantasma e contribuisce, grazie ai suoi trucchi, a rendere visibile l’orrenda deformità del personaggio. Tra gli attori non accreditati, mi fa piacere segnalarli, ritroviamo, tra i tanti, il nostro Cesare Gravina (come uno dei manager che vende il teatro ad inizio film) e Bernard Siegel (nel ruolo di un lavoratore del teatro che ha visto il fantasma con i propri occhi). Continua a leggere
Matrimonio in quattro (The marriage circle) – Ernst Lubitsch (1924)
The marriage circle è una delle primissime regie americane di Lubitsch, di cui abbiamo già avuto modo di parlare con Die Puppe (1919). Anche questa volta siamo di fronte a una commedia ironica e maliziosa in cui vengono messi in scena numerosi intrecci amorosi. Ritroviamo, fin dalle prime inquadrature, quel “tocco alla Lubitsch” che tanto ci aveva divertito con la sua arguzia e attenzione al dettaglio: proprio questa regna nel corso di tutto il film, quando le immagini indugiano su alcuni particolari (oggetti o espressioni significative), che contribuiscono alla comprensione e composizione della scena stessa.
Siamo a Vienna dove Mizzi (Marie Prevost, attrice “maledetta” che morirà a soli 38 anni per un infarto) è infelicemente sposata al Professor Stock (il grande Adolphe Menjou). In un vortice amoroso Mizzi cerca di Continua a leggere
L’agonia di Bisanzio (L’agonie de Byzance) – Louis Feuillade (1913)
L’agonie de Byzance è un film epico che ripropone in circa 30minuti uno degli avvenimenti più importanti della storia mondiale: la caduta di Costantinopoli del 1453. Feuillade ci propone la vicenda da un punto di vista tutt’altro che imparziale, insistendo sulla crudeltà e barbarie degli invasori musulmani, che infieriscono sulla popolazione ormai inerte. Gli eventi vengono ripresi attraverso unala telecamera fissa ad altezza d’uomo, che il regista aveva saputo sfruttare egregiamente in Fantômas, ma che mostra tutti i suoi limiti in un film di questo tipo: le scene sono spesso eccessivamente cariche di personaggi tanto da creare confusione e costringere, talvolta, addirittura a tagliare dei Continua a leggere
Il Golem: Come venne al mondo (Der Golem, wie er in die Welt kam) – Paul Wegener, Carl Boese (1920)
Noto anche come “L’uomo d’argilla“, questo film è certamente uno tra i più importanti della storia del muto. Weneger aveva precedentemente diretto (sempre a quattro mani) ed interpretato altre due volte il Golem nel 1915 in “Der Golem” e nel 1917 in “Der Golem und die Tänzerin” (il Golem e la ballerina), purtroppo entrambi sono andati perduti. Questa mancanza, a mio avviso, non ci permette di gustare a pieno il film: sono infatti persuaso che i riferimenti ai precedenti capitoli siano molti e frequenti. Le vicende dell’uomo d’argilla mi sono particolarmente a cuore grazie alle leggendi praghesi che mi accompagnavano prima di andare a letto durante la mia infanzia. A livello topografico le ricollego ovviamente a Praga e, ancora più nello specifico, al grande cimitero ebraico.
Siamo nel XVI secolo nella comunità ebraica di Continua a leggere
Il Capitano di Singapore (The Road to Mandalay) – Tod Browning (1926)
Da grande estimatore di Tod Browning non potevo esimermi dal vedere questa pellicola che purtroppo, devo dire, mi ha abbastanza deluso. La nostra sfortuna è quella di possedere un unico esemplare, per altro mutilo e in pessime condizioni, ritrovato in Francia negli anni 80. Sinceramente non sono a conoscenza di lavori di restauro, di cui ci sarebbe urgente bisogno. A quanto ne so è molto raro trovare informazioni, specialmente in Italia, riguardanti questo film, cercherò quindi di dare un quadro generale esprimendo qualche considerazione.
Siamo a Singapore, terra di riposo per i marinai, dove regna un trio di malfattori composto da Singapore Joe (Lon Chaney) caratterizzato da un occhio sfregiato, Charlie Wing detto Continua a leggere
La giustizia del mare (l’homme du large) – Marcel L’Herbier (1920)
Oggi torniamo al cinema francese con una pellicola davvero straordinaria, forse una delle migliori di Marcel l’Herbier. Mi riferisco a l’homme du large, storia molto evocativa tratta da Un drame au bord de la mer di Honoré de Balzac. La vicenda si svolge nella mia cara Bretagna, in particolare a Batz-sur-Mer, cittadina purtroppo ora relegata al dipartimento della Loire-Atlantique, le cui riprese spaziano tra le coste del Morbihan e del Finistère. In questo racconto l’elemento bretone è costantemente presente, si va dai costumi tipici, ai balli e agli strumenti tradizionali (la bombarda e il biniou, la cornamusa locale), dalla particolare religiosità allo stretto rapporto con l’elemento primo: il mare, anzi, l’oceano. La Bretagna ha sviluppato una sua particolare forma di religione, fortemente radicata nella natura: basti ricordare che molti dei santi bretoni non sono riconosciuti ufficialmente dalla chiesa. Potete scorrere una cartina della regione e subito vi renderete conto di Continua a leggere
Shadows – Tom Forman (1922)
Ieri abbiamo parlato di Paul Leni, morto giovanissimo per la leucemia, oggi, invece, parleremo di una pellicola di Tom Forman, morto suicida all’età di 33 anni. Con Shadows, Forman ci catapulta in un mondo fortemente imperniato dalla fede cristiana protestante, dove la morale sembra la linea guida di tutta la vicenda: tutto si gioca sul concetto di colpa, peccato, punizione e redenzione. La storia è tratta dal breve racconto “Ching, Ching, Chinaman” di Wilbur Daniel Steele adattata poi dallo sceneggiatore Eve Unsell.
La bella e gentile Sympathy (Marguerite De La Motte) è sposa del burbero pescatore Daniel Gibbs (Walter Long) il quale non perde mai occasione per rimproverarla. Un giorno questi, partito con i suoi compagni per la pesca, viene colto da una terribile tempesta. La mattina successiva solo uno di Continua a leggere